Il bianco ufficio di Vittorio di Alamena era inondato di luce nonostante il cielo sopra Varona fosse coperto da dense nubi grigie.
Dego richiuse la porta, fece un rigido inchino alla volta del Diacono e andò a baciare l'anello di Sua Eminenza.
«Come vi dicevo Eminenza, ecco a voi Dego, figlio di Tonio il Rosso, il più pervicace degli Inquisitori del Sacro Ufficio di Varona, giovane ma con al proprio attivo un gran numero di Cacce portate a termine. A lui dobbiamo l'epurazione della foresta delle megere e sempre a lui l'arresto e la confessione dello stregone del villaggio di Collisana.»
«Gli avete accennato dell'incarico?»
«No, Sua Eminenza, immaginavo che voleste essere voi a parlargliene.»
«Avete fatto bene Diacono. Attendiamo dunque Irina prima di iniziare.»
«Irina?» la domanda uscì dalla bocca di Dego prima che riuscisse a trattenersi e visto che gli occhi dei due uomini si erano ormai voltati verso di lui, andò fino in fondo. «Irina di Monvalto?»
Sua Eminenza annuì. «Sì, mio giovane Inquisitore, tu e lei lavorerete insieme per questa missione.»
Irina di Monvalto, conosciuta anche come l'Inquisitrice dei Sette Chiodi, era un nome che evocava decine di Cacce al limite della leggenda. Dego non sapeva di dover condurre una Caccia affiancato a un altro Inquisitore, soprattutto non assieme a un nome di quella levatura. La minaccia doveva essere seria.
Un sommesso bussare e la porta si aprì, dando un corpo e un volto a quel nome. Avvolta in una rigida corazza di cuoio e bande brunite, entrò una donna incredibilmente esile, sui trent'anni, con un portamento orgoglioso, capelli biondo cenere e un viso spigoloso. Erano soprattutto gli occhi chiari a colpire, occhi duri di chi ha visto l'orrore, ha affrontato la morte ed è sopravvissuto.
Dego la guardò porgere un saluto al Diacono, baciare l'anello di Sua Eminenza e poi concedergli un cenno del capo.
«Possiamo iniziare» stabilì Sua Eminenza indicando ai suoi ospiti di prendere posto sulle eleganti sedie imbottite nella stanza.
Dego attese che il Diacono e l'Inquisitrice avessero preso posto prima di sedersi a sua volta.
«Immagino siate al corrente dell'imminente guerra tra Roccacorva, Baronte e Marteana per il controllo della strada verso il passo del Lisarno e della mia città natale, quindi non mi dilungherò sull'argomento. Vi basti sapere che Roccacorva cerca un alleato nella città di Varona.» Sua Eminenza fece una pausa per assicurarsi che nessuno degli astanti avesse domande quindi proseguì. «Ho personalmente garantito la discesa in campo della città ponendo la condizione che Roccacorva accetti l'immediato insediamento di un Inquisitore nella città. Questo permetterà al Sacro Ufficio di stabilire finalmente una base nel territorio di Roccacorva che, come immagino sappiate, è sempre stata restia a permetterci libero movimento nel suo dominio dopo gli avvenimenti del cosiddetto Inverno Nero.»
«Se non sbaglio, Elderico di Roccacorva non ha ancora accettato le vostre condizioni» disse Irina. «State forse dando per scontato che accetti? Se non ricordo male quell'uomo ha frustrato più volte i tentativi di quanti hanno cercato di farlo scendere a compromessi.»
«No, mia cara, non sbagli» annuì Sua Eminenza, deliziato dalla velata irriverenza dell'Inquisitrice. Non era diventata quella che era ubbidendo ciecamente ai suoi superiori, qualità che personalmente riteneva essere un pregio.
«Attenderemo la risposta di Elderico senza dare niente per scontato» convenne sorridendole. «Il motivo per cui vi ho fatto questa premessa è solo per chiarire lo scenario in cui si svolgerà il vostro incarico. E sebbene le sorti di una piccola guerra come questa siano irrilevanti per i fini perseguiti da questo Sacro Ufficio, considerato il mostro che vi accingete a cacciare, la scelta fatta dal Signore di Roccacorva sarà importante, anzi, fondamentale per capire con quanta libertà vi potrete muovere. Se Elderico dovesse malauguratamente scegliere di non aprire le porte della città al Sacro Ufficio, ho già avuto il benestare di Sua Santità a farvi muovere comunque in segreto. In questo caso però dovreste sfruttare le avvisaglie dell'imminente guerra per coprire le vostre tracce e tutto sarebbe maggiormente difficoltoso.»
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Il Fabbricante di Bambole
FantastikSotto il crollo della propria casa la piccola Vania perde un braccio, una gamba e il proprio nome. Colui che la salva viene chiamato il Fabbricante, un uomo dedito all'alchimia più oscura e capace con essa di restituirle gli arti perduti. Sarà lui a...