Il chiarore del nuovo giorno illuminò una Roccacorva immacolata sotto una morbida coperta candida. L'aria era tersa e fredda. Uscendo a spalare la neve dall'ingresso dell'osteria, Alice si strinse nella sua nuova sciarpa di un azzurro intenso: era il regalo che le aveva portato Sebastiano.
La sera prima era tornata da lui subito dopo aver servito la cena, avevano fatto di nuovo l'amore poi avevano parlato a lungo e si erano stretti sotto le coperte fino ad addormentarsi. Aveva fatto altri incubi, ma l'abbraccio di Sebastiano era riuscito ad allontanarli.
Si era nuovamente sognata bambina, di nuovo era stata Vania.
Il suono della campana del monastero le fece levare la testa. Alla luce del sole nascente la superficie dei tetti brillava come cosparsa di diamanti, uno stormo di corvi si era levato dagli spalti della rocca, disturbato dal suono dei rintocchi vibranti che si spandevano nell'aria. Più in basso, sotto la mole severa delle mura, sopra il tetto della vecchia caserma, sventolava il vessillo del Sacro Ufficio.
Iniziava la Caccia.
***
Affacciato alla finestra Learco storse la bocca. Quella bandiera che ondeggiava fiacca nell'aria quasi immobile era foriera di morte e gli riportava alla mente ricordi sgradevoli. Aveva di nuovo nelle orecchie l'eco delle urla dei torturati, sentiva nel naso l'odore sgradevole della sala interrogatori. Un misto di sudore, urina e sangue. Gli pareva ancora di sentire la voce dell'Inquisitore che gli consigliava di confessare.
«Che cosa ne pensate?» la voce di Iorio lo strappò al passato riportandolo al suo ufficio e ai suoi ospiti: il giovane Capitano e la fredda Inquisitrice.
«Lascia perdere cosa ne penso io, ragazzo. Alla qui presente Irina di Monvalto, inquisitrice dei sette chiodi, pupilla di Sua Eminenza Vittorio di Alamena, non interessa quel che pensa un vecchio come me. Lei vuole la verità, e non quella per tutti, quella dozzinale dispensata ai comuni esseri umani, ma quella forgiata e modellata nel fuoco del ventre del Sacro Ufficio.»
«Immaginavo che sarebbe stato difficile parlare con voi» disse Irina senza scomporsi.
Learco borbottò qualcosa di poco edificante, nascondendolo solo parzialmente con un accesso di tosse.
«Ho riferito all'Inquisitrice dei miei dubbi sul mandante dell'omicidio di Madre Lucrezia» prese la parola Iorio, cercando di evitare che l'offesa portasse Irina a perdere la calma che, per ora, sembrava riuscire a mantenere.
«E ovviamente ti è parso giusto coinvolgere anche me» considerò Learco, spostando il bersaglio del suo sarcasmo.
«Il Capitano si è limitato a riferire che in un primo momento anche voi eravate d'accordo con lui, salvo poi ricredervi e dare ragione alla versione ufficiale.»
«Ricredermi, un paio di accidenti!» mugugnò Learco masticando la pipa.
«Ho ascoltato il resoconto del Capitano e mi sono persuasa che la sua versione sia più convincente di quella resa ufficiale» continuò Irina come se Learco non avesse parlato. «Sulla base delle mie conoscenze come inquisitrice ho elaborato una mia versione e vorrei che voi mi confermaste alcune informazioni.»
«Conoscenze che non intendi condividere, immagino» la pungolò Learco, ma ancora Irina lo ignorò.
«Io credo...» fece una pausa per vedere se aveva l'attenzione dei due uomini. «Io credo che Madre Lucrezia sia stata uccisa perché, per sua sfortuna, è venuta a conoscenza di qualcosa che poteva smascherare il nostro vero nemico.»
«Intendi il malvagio necromante da cui Sua Eminenza ci ha messo in guardia? Quello che rapisce i bambini che non dicono le preghiere e fa inacidire il latte delle vacche?»

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Il Fabbricante di Bambole
FantasíaSotto il crollo della propria casa la piccola Vania perde un braccio, una gamba e il proprio nome. Colui che la salva viene chiamato il Fabbricante, un uomo dedito all'alchimia più oscura e capace con essa di restituirle gli arti perduti. Sarà lui a...