Ka Rhana legò nuovamente i capelli e li fermò con il lungo spillone, guardando Iorio immobile, riverso contro il tavolo. La sostanza iniettata nel collo del Capitano era la stessa che aveva usato per mettere fuori combattimento Sebastiano nella stalla, quella che le sembrava una vita prima. Era l'ultima dose di sonnifero a sua disposizione.
Aveva pensato di sedurlo e di fargli abbassare la guardia con le attrattive del sesso, ma alla vista del contenuto del cesto al Capitano erano venute ben altro tipo di voglie. Così aveva affettato per lui il pane croccante e la carne salata, aveva tagliato via la crosta dal formaggio ben stagionato, sgocciolato i carciofi sottolio e gli aveva versato la birra nel boccale. Aveva atteso che si dedicasse rapito a mangiare e poi lo aveva colpito.
Si accosciò accanto a lui e con cautela si mise a cercare nei cassetti, facendo attenzione a riporre le cose esattamente come le aveva trovate. Una volta ispezionato tutto il tavolo rivolse la sua attenzione allo stipo nell'angolo e poi trovò la cassa, nascosta in un'alcova dietro un arazzo. Era rinforzata con fasce di ferro e chiusa da un'elaborata serratura. Niente che si potesse aprire con la punta di un pugnale o con uno spillone quindi aveva bisogno della chiave. Non trovandola nei cassetti immaginò che Iorio la tenesse con sé.
Tornò verso il Capitano e si chinò su di lui per frugargli nelle tasche. Aveva la faccia posata nel piatto, sopra il pane e stava russando lievemente. Lo guardò mentre allungava le mani nei suoi vestiti. L'espressione beata della sua faccia le fece provare un accesso di rabbia. Lo detestava.
Lo detestava non perché ci fosse in lui qualcosa di particolarmente odioso. Era un uomo come tanti con cui era stata e su quel piano le era indifferente esattamente come tutti gli altri, noioso come molti, gentile ed educato come pochi e con quello strano bisogno di vedere in lei qualcosa di più che una donna desiderabile. Lo detestava perché stare con lui le ricordava costantemente Sebastiano. Ricacciò indietro le lacrime e tornò a concentrarsi sulla ricerca. Ultimamente le capitava fin troppo spesso di avere quegli attacchi di pianto. Se il Maestro non era contento di lei era anche per quello, si disse, ma subito dopo provò qualcosa di nuovo e spaventoso. Rancore. E non per Iorio, ma proprio nei confronti del Maestro.
In quel momento la chiave saltò fuori, sotto un fazzoletto nella tasca della casacca, interrompendo quegli strani pensieri e riportandola a concentrarsi sulla sua missione.
Il registro era nella cassa, lo scorse con attenzione fino a trovare quello che cercava: la parola d'ordine dei Birrai di Mezzacruna per fare ingresso a Roccacorva.
Una volta rimesso tutto a posto tornò a mettere la chiave nella tasca di Iorio. Il corso dei pensieri interrotto poco prima era lì ad attenderla come se lo avesse deposto nella tasca.
Il Maestro era il suo primo e unico amore, stabilì con fermezza, come per cacciare ogni altra idea e per rimediare all'orribile sentimento provato poco prima. Lui le aveva reso un corpo intero, l'aveva curata, cresciuta, resa donna. Lei lo amava.
Ma amava anche Sebastiano e Lui le aveva ordinato di ucciderlo. Non perché servisse alla missione, ma perché voleva che lei gli dimostrasse ancora una volta assoluta obbedienza. Aveva sempre fatto tutto quello che lui le aveva chiesto, gli aveva sempre dato tutta se stessa. Sebastiano era solo un'altra prova a cui sottoporre l'amore che lei provava per lui. Lo avrebbe fatto, si disse, avrebbe ucciso Sebastiano. Chissà come, le lacrime erano tornate e ora le inondavano il volto. Perché non riusciva più a smettere di piangere?
***
Sebastiano uscì dall'affollata sala di mescita, chiuse la porta alle spalle con un vago cenno di saluto e si incamminò giù per la strada sentendo di aver appena fatto qualcosa di sbagliato. Alice gli aveva sorriso come gli sorrideva prima che le cose tra loro si facessero complicate, prima che sapesse che il suo vero nome era Vania, ma gli era parsa triste. Quella sera, per la prima volta da quando la conosceva, le aveva mentito, come quel pomeriggio aveva mentito a Irina.
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Il Fabbricante di Bambole
FantasiSotto il crollo della propria casa la piccola Vania perde un braccio, una gamba e il proprio nome. Colui che la salva viene chiamato il Fabbricante, un uomo dedito all'alchimia più oscura e capace con essa di restituirle gli arti perduti. Sarà lui a...