2. 𝗙𝗮𝗹𝗹𝗶𝗻𝗴 𝗶𝗻 𝗹𝗼𝘃𝗲 𝘄𝗶𝘁𝗵 𝗮 𝗴𝗵𝗼𝘀𝘁

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Tag: contenuti sessuali espliciti,
linguaggio volgare.

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Perse l'innocenza della
farfalla per tornare
ad essere un bruco
che strisciava.

🥀7 anni dopo🥀

In quel momento c'era solamente una parola che frullava nella mia testa: Harvard.
L'università era stata la mia casa negli ultimi anni e anche quella cosa che mi aveva fatta crescere come donna. Era iniziato tutto dal primo anno di giurisprudenza fino all'ultimo giorno di praticantato. Avevo deciso di intraprendere la stessa strada di mia madre senza dire niente a nessuno fino al momento in cui non mi avessero accettata.

Harvard era stata la mia prima scelta insieme ad altre due università un po' meno prestigiose, e alla fine ne ero uscita laureata con il massimo dei voti. "Buon sangue non mente" mi ripeteva sempre mia madre.

Ma per quanto starmene da sola per fatti miei e lontana dalla mia città mi avesse giovato per alcune cose, non c'era stato un giorno in cui non mi fosse mancata la mia famiglia... e la Tequila!

«Un altro!» urlai al ragazzo dietro al bancone sollevando il mio bicchierino da shot ormai vuoto.
Sì, probabilmente ero già brilla. Molto brilla.

«Non sai quanto mi sei mancata in questi anni Ade...» sbiascicò mio fratello in preda ad una risatina dettata dall'alcol che aveva in corpo. Ma i suoi occhioni blu erano sinceri e quello per me valeva più di tutto. Gli portai una mano sulla guancia accarezzandola dolcemente prima di dirgli che mi era mancato anche lui. Da morire.

«Lo fai sempre...» mi fece notare il mio gesto stringendo la mia mano nella sua.
Fin da bambina avevo sempre avuto il vizio di appoggiare delicatamente la mano sulla guancia di Aleks per poi accarezzarlo. Un gesto che esprimeva quanto gli volessi bene e volessi dargli conforto senza aver bisogno di usare le parole. Stava a significare che nonostante tutto ci sarei sempre stata.
Mio fratello era una parte fondamentale della mia vita, era la mia metà e sapevo che anche lui ci sarebbe sempre stato per me, ma non poteva e non doveva sapere ciò che gli avevo nascosto per anni e che gli stavo nascondendo anche in quel momento.

«Allora a cosa dobbiamo questo...» si interruppe provando a tenere il conto degli shot precedenti con le dita «...settimo ed invitante shot?»

«Settimo? Ma se non lo sai nemmeno tu!» ribattei scuotendo la testa.

«Be', possiamo sempre far finta che lo sia...» mi strizzò l'occhio prima di far tentennare i nostri bicchieri. Sale, limone, bevi tutto d'un sorso... e se è il caso ripeti da capo.

Il brusio delle voci delle altre persone misto alla musica che usciva dagli altoparlanti, mio fratello seduto affianco a me davanti al bancone, la Tequila, le risate e i discorsi tra fratelli... mi sentivo tremendamente a mio agio. Nonostante avessi passato gli ultimi anni in una monotonia abissale che era diventata routine, solo in quel momento mi accorsi che tutto quello mi era mancato davvero.

«Quasi non ci credo che mia sorella sia diventata un avvocato!» mi ripeté per la quinta volta quella sera.

«Già, dici che dovremmo farci un altro bicchiere alla faccia della Sharman?» gli proposi io guardandolo divertita.

Quando parlavamo della signora Sharman, in realtà intendevo l'avvocato Sharman. Una donna in carriera di ormai mezz'età, una dei migliori avvocati penalisti dello stato da cui avevo svolto il mio praticantato dopo la laurea. Esperienza che non era andata molto bene durante i primi mesi nel suo studio legale. Fortunatamente alla fine si rese conto delle mie qualità nonostante fossi solo una novellina.

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