1. 𝙇𝙤𝙫𝙚 𝙞𝙨 𝙩𝙝𝙚 𝙙𝙧𝙪𝙜

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Ho creato anch'io dei profili social inerenti solamente a Wattpad e per parlare un po' con voi!
Perciò venite a seguirmi su Instagram e TikTok, mi troverete come @_moonlightsarah_
Tra l'altro ho appena pubblicato un piccolo #booktok su TikTok che contiene qualche spoiler🚨🔞😏




"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano."
⛓️


Passato 🔙

Mi era bastato guardare la vetrina da fuori il negozio per capire: il vestito che avrei indossato quella sera sarebbe stato un Armani nero lungo fino a metà coscia, in pizzo e seta.
Il tessuto scivolava morbido sul mio corpo come se fosse stato creato appositamente per me.

In quel piccolo frangente di tempo, mi domandai se sarebbe piaciuto anche ad un certo uomo fin troppo impaziente di togliermelo.
L'ennesimo messaggio sullo schermo del mio telefono diceva che non vedeva l'ora di vedermi. Dovetti trattenere un conato per l'ansia di ciò che ancora non sapevo, ma che già mi sembrava di poter sentire dentro di me.

«A nostro padre non piacerà.» si impuntò mio fratello incrociando le braccia al petto.

«Ma a me sì, quindi se lo farà piacere perchè indosserò questo stasera.» ribattei alzando lo sguardo dallo schermo del cellulare solo per fargli l'occhiolino.

Aleks scosse la testa rassegnato mentre guardava il mio riflesso dal grande specchio della boutique contornato da luci a neon. Non persi l'occasione di farmi un selfie perché quelle luci erano troppo belle per non essere sfruttate.

«Hai finito?» mi chiese dopo numerosi sbuffi a cui non avevo dato importanza.

«Mi aiuti?» gli indicai la zip tempestata di swarowski sulla schiena.

Non perse tempo nel fare ciò che gli avevo gentilmente chiesto, odiava stare per troppo tempo in un negozio. Se non era lui a doversi comprare qualcosa da vestire si stufava dopo una decina di minuti.

«Nel mentre vado a pagare e ce ne andiamo.» mi informò al di fuori del camerino dopo aver preso il mio Armani fra le mani.
«E Ade...?»

«Sì?» sbuffai mentre cercavo di indossare i collant.

«Una cosa veloce, grazie.» mi ammonì prima che sentissi i suoi passi allontanarsi sempre di più. A volte era proprio intrattabile e senza pazienza. Proprio come nostro padre.

Ricordai mentalmente a me stessa che in fondo erano uomini. A loro non piaceva assistere alla preparazione del pasto, volevano mangiare solamente quando sarebbe stato pronto.

Finii di vestirmi con meno calma del solito ricordandomi che una volta arrivata a casa avrei dovuto prepararmi per una di quelle solite serate che mi aspettava. Fissai il mio viso stanco per qualche istante e mi rimproverai mentalmente per essermi ridotta a studiare all'ultimo minuto passando quasi tutta la notte in bianco.
Afferrai la giacca e me la poggiai sull'avambraccio prima di uscire definitivamente dal camerino.

Come previsto, Aleks mi stava aspettando vicino all'entrata con in mano una busta nera con tanto di logo sopra.
Ringraziammo prima di uscire e ci dirigemmo verso l'auto nera dove il nostro autista ci aveva attesi pazientemente.

A volte mi dispiaceva farlo aspettare così tanto, il più delle volte mi scusavo per la mia estenuante lentezza quando si trattava di fare shopping... ma poi pensavo che in fondo era il suo lavoro e veniva pagato dalla mia famiglia per questo.
Così mi sentivo meno in colpa.

«Ciao Jeremy.» lo salutai non appena misi piede dentro l'abitacolo già avvolto dall'aria calda. Non indossai il cappotto.

«Adelina.» mi fece un cenno con rispetto.

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