"Trovati dove il cuore sente ogni sensazione,
ogni emozione.
Trovati dove l'ansia cela,
dove i sentimenti si riempiono di colore.
-AVSCRIVE"🫀Due mesi dopo...
🚨➜ 🅗🅐🅡🅡🅨
C'erano momenti in cui credevo di non provare un cazzo, come se il mondo potesse sciogliersi attorno a me senza che io sentissi il minimo brivido. Eppure, il rumore dei passi al di fuori della porta rimbombava nella mia testa come un'eco fastidiosa, mentre il telefono fisso squillava con una insistenza insopportabile, come un cane che abbaia per attirare l'attenzione.
E lì, davanti alla mia scrivania, c'era Camille che si agitava come una mosca impazzita, parlando a vanvera, convinta che io fossi un ascoltatore attento. In realtà, non me ne fregava niente. Un sospiro mi sfuggì, un sospiro che, se fosse stato visibile, avrebbe preso la forma di una nuvola verde petrolio, un chiaro riflesso della mia frustrazione.
«Francamente, in questo momento non me ne frega un cazzo, Camille,» la interruppi, spingendola via con un gesto della mano, come si fa con una fastidiosa zanzara che ronza intorno. Non mi disturbai nemmeno a distogliere lo sguardo dai contratti sparsi sul tavolo, come se il mio mondo fosse fatto di numeri e scartoffie, non di chiacchiere inutili.
Non si oppose, sapeva bene come funzionavo. Sentii il suo passo affrettato mentre usciva dal mio ufficio, abituata com'era al mio carattere scorbutico. Non avevo bisogno di gente che mi parlava addosso. La mia vita era una serie di calcoli e decisioni, una danza macabra di opportunismi e cinismo. E in quel momento, il mondo poteva anche esplodere, io ero troppo occupato a fare i conti con la mia indifferenza.
Se qualcuno mi avesse chiesto di elencare le cose che odiavo, avrei fatto prima a rispondere con le poche cose che mi piacessero. La lista delle cose che mi disturbavano era lunga e dettagliata, ma essere interrotto mentre cercavo di lavorare si piazzava sicuramente tra le prime dieci, se non al primo posto.
Dopo parecchie ore passate a frugare tra scartoffie e contratti, mi ritrovai davanti alla vista notturna della città, un fondo scuro punteggiato da un gioco di luci che danzava davanti alle vetrate del mio ufficio. Era come un tramonto che si ostinava a non finire, e sarebbe stato difficile non fermarsi a guardarlo per almeno un paio di minuti, ma io non avevo tempo per quella merda romantica. Central Park visto dall'alto, di sera, aveva sempre avuto l'aria di uno strano quadro, un'opera d'arte dimenticata da un artista ubriaco, abbandonata sul suolo.
Eppure, avevo passato tutto il giorno a chiudermi nel mio ufficio, superando il solito orario, e ora mi ritrovavo anche in ritardo per l'unico incontro sociale che avevo il coraggio di affrontare: quello con Aleks. Sapevo che non si sarebbe arrabbiato, ma arrivare in ritardo era un'altra delle cose che odiavo. Era come una macchia sul mio già rovinato senso di controllo.
Ritornai a concentrarmi sull'orribile realtà che mi circondava, il rumore del traffico in lontananza e le luci della città che brillavano come occhi di serpenti nel buio. La mia vita era un gioco di numeri e strategie, e ogni minuto perso era come un colpo inferto al mio cinico orgoglio. Con un sospiro esasperato, mi alzai dalla scrivania, pronto a affrontare l'ennesimo sbattimento, ma con la testa già immersa nel calcolo di come avrei potuto ridurre al minimo i danni di quella serata.
Un'altra delle cose che odiavo, che avevo aggiunto alla lista da poco ma che già si era guadagnata un posto tra i primi tre, era sua sorella. Il completo Loro Piana blu notte che indossavo quel giorno mi ricordava inevitabilmente quel demone biondo. Se solo avessi voluto, mi sarebbe bastato chiudere gli occhi per tornare a sentirla ansimare piano mentre mi ritrovavo con la testa fra le sue cosce. La sua pelle di porcellana sapeva di vaniglia caramellata, mescolata al solito sentore di fiori di fuoco, un mix che la differenziava da qualsiasi altra donna avessi mai incontrato.
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VENOM
Fanfic(In fase di scrittura... 🖊) Se qualcuno ci avesse visti al di fuori, saremmo sicuramente stati due aure oscure della stessa identica tonalità di nero, che spiccavano in mezzo al candore bianco degli angeli, vagando in un paradiso che fingevamo ci a...