18. 𝖄𝖔𝖚 𝖆𝖗𝖊 𝖏𝖚𝖘𝖙 𝖆 𝖋𝖗𝖆𝖚𝖉, 𝖞𝖔𝖚 𝖆𝖗𝖊 𝖆𝖑𝖑 𝖙𝖍𝖊 𝖊𝖛𝖎𝖑 𝖎𝖓 𝖙𝖍𝖊 𝖜𝖔𝖗𝖑𝖉

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Mentre ci dirigevamo verso la centrale di polizia, il mio cuore batteva all'impazzata. L'idea di affrontare Vanessa mi metteva ansia. Eravamo legati a lei da un filo sottile, e avevo notato che fosse vicina a William. Sembravano amici di vecchia data, forse anche più che amici, e l'ultima volta che erano stati visti insieme era stata alla festa di Natale all'Empire State Building. Questo la metteva in una posizione delicata, e sapevo che i detective non avrebbero esitato a considerarla una sospettata. Ma ciò che mi spaventava era che Vanessa aveva visto parlare anche me con William, quella sera.

«Se la polizia inizia a farle domande, dobbiamo assicurarci che non dica nulla di compromettente,» dissi a mia madre, mentre ci avvicinavamo all'entrata della centrale. «La conosci, potrebbe raccontare di tutto pur di difendersi.»

Denisa annuì, la sua espressione seria. «Dobbiamo mettere da parte l'emotività e concentrarci su come proteggerla, in modo che lei non faccia il tuo nome. Se la mettiamo con le spalle al muro, potrebbe rivelare più di quanto intendiamo.»

Harry, che ci accompagnava, si fermò a pochi passi dalla porta. «Vi aspetto qui. Non voglio interferire. Fate attenzione a quello che dite.»

«Non preoccuparti, sappiamo cosa fare,» dissi, cercando di mantenere la calma.

Spinsi la porta ed entrai.

Vanessa era seduta su una sedia, con lo sguardo perso nel vuoto. I suoi occhi erano gonfi e arrossati, un chiaro segno che stava lottando contro le sue emozioni. Quando ci vide, si raddrizzò, e un barlume di speranza si accese nel suo sguardo.

«Ade, Denisa...» disse, la voce tremante. «Cosa sta succedendo?»

«Siamo qui per difenderti, Vanessa,» dissi, cercando di mantenere un tono professionale. «Dobbiamo sapere tutto ciò che sai su William e sull'ultima volta che l'hai visto.»

«Non so nulla di più di quanto ho già detto! Eravamo vecchi amici, e l'ultima volta l'ho visto all'Empire. Non ho idea di come possa essere successo,» rispose, la voce che si spezzava.

«La polizia potrebbe sospettarti. Nessuno sta dicendo che tu sia colpevole, ma la tua amicizia con William ti mette in una posizione difficile. L'ultima volta che sei stata vista con lui è stata alla festa. Devi dirci se eri a conoscenza di qualche cosa che potrebbe collegarti a lui in questo momento,» dissi, cercando di calmarla.

La porta si aprì bruscamente, e un ufficiale entrò. «Avvocati, la signora è pronta per l'interrogatorio. Ma sappiate che se non ha nulla da nascondere, non c'è motivo di preoccuparsi.»

«Stiamo solo cercando di proteggere i diritti della nostra cliente,» rispose mia madre, il suo tono calmo ma deciso. «Vogliamo solo assicurarci che abbia la possibilità di parlare in modo chiaro e senza pressioni.»

L'ufficiale annuì, ma il suo sguardo era dubbioso.
Mentre ci preparavamo per l'interrogatorio, sentii il peso della responsabilità gravare su di me. Non era solo una questione legale; era una questione di vita o di morte per Vanessa. Se non fossimo riusciti a difenderla, tutto ciò per cui avevamo lottato sarebbe potuto andare in frantumi.

«Vanessa, ascolta attentamente,» dissi, avvicinandomi. «Dovrai rimanere calma e concentrata. Non lasciare che le emozioni prendano il sopravvento. Rispondi solo a ciò che ti chiedono e non andare oltre. Questo è cruciale.»

«Ma non posso credere che sia successo tutto questo. William era... era come un fratello per me,» rispose, le lacrime che le rigavano il viso.

«Lo so, ma adesso dobbiamo essere forti. La tua vita potrebbe dipendere da questo,» le dissi, cercando di infonderle coraggio.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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