6. 𝙄'𝙢 𝙛𝙪𝙘𝙠𝙚𝙙 𝙪𝙥

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"Non c'è nemico più temibile di quello di cui nessuno ha più paura."
Dan Brown - Angeli e Demoni
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Se l'oscurità della notte era fatta per nascondersi e commettere i peccati più malvagi negli anfratti più bui, l'alba al sorgere di un nuovo giorno e la sua luce erano complici l'una con l'altra nello svelarli a tutti.
Scendere a patti con angeli e demoni era un obbligo in questo mondo, ma gli angeli chiedevano gentilezza e redenzione per i peccati commessi, mentre i demoni volevano solamente altro sangue di cui cibarsi.

Durante il tragitto verso casa, nei sedili posteriori di un taxi che puzzava di tabacco bruciato, pensai a come tutta quella situazione si sarebbe inevitabilmente ritorta contro di me. Se la legge non ammetteva alcun tipo d'ignoranza, l'unica persona sospettata di omicidio sarei stata io.
Non mi serviva guardare la scena del crimine alla luce del sole per sapere queste cose:
la mia borsa con i miei effetti personali e il mio cellulare si trovavano all'entrata dell'appartamento su un mobile, segno che io fossi entrata in casa prima di chiunque altro.
L'arma del delitto non l'avrebbero mai trovata.

Una delle loro ipotesi avrebbe potuto essere stata questa: io avevo sparato a quell'uomo ed ero scappata via portando con me solamente l'arma del delitto, ma dimenticando borsa e cellulare - un errore che nessun killer avrebbe dovuto fare - incastrandomi con le mie stesse mani. Ma cosa ancora più grave, nel caso avessi sparato per legittima difesa - cosa che aveva fatto Styles - avrei dovuto avvertire le forze dell'ordine.
Ma noi eravamo scappati lasciandoci alle spalle l'uomo che giaceva sul pavimento assieme alla pozza scura di lerciume che doveva essere il suo sangue.

Purtroppo per me, non avevo un alibi che fosse di ferro, ma un minimo di gratitudine sfiorò la mia coscienza assopita per un attimo per poi scomparire proprio come era arrivata; perchè forse non ero morta quella notte, ma se mi avessero accusata di omicidio non sarebbe stata la stessa cosa?

C'erano però altrettanti motivi per cui forse avrei anche potuto cavarmela, ma le due auto delle forze dell'ordine davanti al palazzo dove abitavo interruppero i miei pensieri e mi fecero accapponare la pelle per un attimo, prima di pagare il tassista e scendere.
Se solo avessimo chiamato la polizia stanotte...

Presi un respiro profondo e feci un passo, e la porta automatica dai vetri oscurati si aprì, rivelando mio padre insieme a due agenti e al ragazzo della portineria, intenti a fissare qualcosa sul monitor di un computer di ultima generazione.

«...Ve l'ho detto, la telecamera che da sull'entrata è stata messa fuori uso ieri. Non ho idea di quando sia entrato, io non ero nemmeno in turno!» sbottò il giovane uomo nella sua divisa scura dietro al bancone bianco in Marmo di Carrara.

«Ha provato a riavviare il sistema? Magari potrebbe essere solo-»

«Il signor Phersing ha visto tutta la scena in quanto è stato lui a sparare a quell'uomo per legittima difesa. In quanto suo avvocato l'ho avvisato di presentarsi il prima possibile, sarà qui a momenti.» annunciò mia madre sbucando fuori dietro di me. Non le interessava nulla di interrompere gli agenti, il suo atteggiamento era stato da sempre quello di una donna che peccava di superbia, arrogante e sicuro di sé quando si trattava di lavoro.
«Mi dia i suoi dati, andiamo a prelevarlo noi», disse quello più anziano, con il pancione sporgente e i capelli brizzolati.

«Non esiste. Il mio cliente non dirà una sola parola senza la mia presenza.» si impuntò Denisa lasciando cadere la cascata di capelli biondi dietro la schiena.
«Ma faremmo prima a scortarlo in centrale, signora...»
«Avvocato», lo corresse lei, «e penso che non ci sia bisogno che io le citi l'Emendamento 6, in quanto uomo di legge dovrebbe già saperlo, giusto?»

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