7. 𝙏𝙝𝙚 𝙧𝙤𝙨𝙚𝙨 𝙞𝙨𝙡𝙖𝙣𝙙

395 25 0
                                    

"Per arrivare all'alba non c'è altra via che l'oscurità. - Gibran"
🌙

Il termine "coincidenza" proviene dal latino e significa "cadere insieme".
Lo trovai un termine adeguato al fatto che Harry ed io avremmo potuto davvero soccombere insieme la notte precedente.

Per la scienza era un susseguirsi di eventi collegati in modo significativo, ma senza alcuna connessione causale.
Per la psicologia era frutto della sincronicità e ti portava a pensare alla solita frase del nulla accade per caso che almeno tutti una volta nella vita avevamo pensato o scritto da qualche parte. Ma bisognava lasciarsi condurre dal proprio istinto e dall'inconscio per aprire quella porta.

Per quanto riguardava me, invece, se mi fossi lasciata andare al puro e semplice istinto, avevo già in mente un paio d'idee su come sarebbe andata a finire.
E quando alzando gli occhi mi trovai davanti la figura delle sue spalle, imponente e scultorea, che mi fissava con quei due fari ricolmi di benzina, era come se qualcuno mi avesse rovesciato addosso un secchio d'acqua ghiacciata, di cui potevo sentire penetrare sotto alla pelle ogni singola goccia.

«Ade... ti senti bene?» aggrottò la fronte Aleks in un gesto di confusione.

A quanto pare non avevano perso tempo nel raggiungerci al tavolo, e notai che fossero entrambi senza i soliti completi eleganti e scuri che indossavano quotidianamente.

«Sì, perché?» ribattei fingendomi sorpresa per la sua preoccupazione e lanciai un occhiata veloce al riccio.

Harry, nel suo abbigliamento che comprendeva un paio di blue jeans e una camicia, si confondeva in mezzo ai mondani come un rettile che cambia il colore della sua pelle. La camicia bianca che aderiva alle braccia e al torace in modo osceno, sotto la luce lasciava intravedere qualche sprazzo d'inchiostro che gli macchiava la pelle al di sotto. E io non lo volevo guardare, non volevo notare alcun particolare, ma tutta quella bellezza demoniaca era un magnete per i miei occhi.

Ero attratta fisicamente da quel giovane uomo e avrei dovuto smettere di negarlo a me stessa, ma quello non era abbastanza per farmi dimenticare che il puzzle avesse ancora dei pezzi che andavano incastrati fra loro.
E quei pezzi mancanti ero abbastanza certa che li avesse proprio Harry Styles.

«Dove posso ritirare la radiografia?» sussurrò a bassa voce in modo che solo io potessi sentirlo. Mio fratello e Olivia erano impegnati in una conversazione che non stavo nemmeno ascoltando.

«Eh?»
«Mi stai fissando, lo fai di continuo.» mi accusò con un mezzo sorriso che sembrava più uno dei suoi ghigni malefici.
Aveva ragione, ma decisi comunque di mantenere un contegno e di ignorarlo.
Gli risposi alzando gli occhi al cielo e mi finsi interessata alla conversazione tra mio fratello e la mia amica. Purtroppo per me, erano così presi a parlare tra loro che sembrava non esistesse nient'altro.

«Be', mi sa che tornerai a casa da sola stasera.» affermò divertito prendendo posto di fianco a me. Appoggiò il suo cappotto allo schienale della sedia, in segno che sarebbe rimasto.

«Molto divertente.» ironizzai prima di bere un lungo sorso di quello che doveva essere il quarto Martini. Avevo bisogno di alcol in quella situazione perchè lui mi faceva sentire rigida come un pezzo di roccia.

«È palese che stiano flirtando.» mormorò avvicinandosi di più a me con la sedia, facendo toccare le nostre spalle. «Osserva bene la tua amica, guarda il modo in cui ride e si tocca i capelli, come posa la mano sulla spalla di tuo fratello...»
«Questo non vuol dire nulla, genio
«A volte il nulla è più di ciò che potrebbe mai pensare la tua testolina.» lo disse toccandomi la fronte con un dito. «Quei due stasera andranno a letto insieme.» concluse annoiato, accomodandosi allo schienale della sedia e tirando fuori il cellulare dalla tasca dei jeans.

VENOMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora