11. 𝙎𝙝𝙚'𝙨 𝙗𝙚𝙚𝙣 𝙙𝙖𝙣𝙘𝙞𝙣𝙜 𝙬𝙞𝙩𝙝 𝙩𝙝𝙚 𝙙𝙚𝙫𝙞𝙡 𝙖𝙡𝙡 𝙣𝙞𝙜𝙝𝙩

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"Dicono alcuni che finirà nel fuoco
il mondo, altri nel ghiaccio.
Del desiderio ho gustato quel poco
che mi fa scegliere il fuoco.
Ma se dovesse due volte finire,
so pure che cosa è odiare,
e per la distruzione posso dire
che anche il ghiaccio è terribile
e può bastare. - R. Frost"

🚨➜ 🅗🅐🅡🅡🅨

Di tutto ciò che avevo sentito, solamente di una cosa ero certo: non potevi dire a un diavolo di non peccare. E quando la vidi schiacciata contro alla parete su cui io stesso l'avevo adagiata, in quel piccolo spazio percepii l'odore della sua pelle pulita mischiata al sentore di fiori di fuoco che si portava dietro: l'apparenza delicata di un fiore che era nato in un terreno nascosto, di cui le radici erano sature di polvere da sparo e sangue. Se non avessi sentito il suo cuore battere così forte all'interno della cassa toracica, molto probabilmente avrei pensato che non ci fosse stato neanche un briciolo di vita in lei.
Dal primo momento in cui avevo posato gli occhi su quella creatura della notte, sapevo che non avrei mai potuto averla per una questione di principio verso un patto che legava le nostre famiglie; ma dopo le parole ricolme d'astio di Luljeta Sula e quelle altrettanto perfide di mia madre le cose erano cambiate.
Nessuno mi aveva mai detto esplicitamente che avrei dovuto starle lontano, sapevo già da solo di doverlo fare, e forse era stato proprio quello il problema. Era stato quello a far scattare qualcosa all'interno del mio cervello che non riuscivo a modificare.
Se prima Adelina era una rosa nera finita per sbaglio in mezzo ad un campo di girasoli, in quel momento era diventata la fonte di linfa vitale che avrei dovuto scegliere di sacrificare per salvare me stesso, oppure avrei dovuto perire sotto ai suoi occhi. Mors tua, vita mea. Se per estirpare una tentazione bisognava cedergli... un tormento che era diventato proibito l'avresti desiderato ardentemente il doppio.
E più i contorni del suo viso si facevano nitidi, più prendeva forma l'idea che sarebbe stata la mia sentenza di morte definitiva.

«Che cosa vuoi dire?» sussurrò senza la paura di guardarmi dritto negli occhi.
Quella cosa di lei mi faceva impazzire.
«D'ora in poi, sarà come se avessimo una taglia sopra alla testa». Pronunciai lentamente sfiorandole la guancia con le dita. La sua pelle era così morbida e calda che mi domandai se fossi io a provocarle quell'effetto.
«Hai paura, Styles?» mi sfidò.
«No».
«No?»
«Ho detto di no».
Il suo sguardo brillò come l'ultima luce in mezzo al buio e si lasciò scappare un mezzo sorriso prima di socchiudere le labbra.
«Allora baciami».

Allora baciami.
Quelle due parole e il modo in cui uscirono dalle sue labbra rosse erano l'esatta personificazione del serpente nel giardino dell'Eden.
«No». Le risposi guardandola dritto negli occhi e lei inarcò un sopracciglio.
«No cosa?»
«Non ti bacerò, Adelina».

Lo volevo, e lo volevo con ogni fibra del mio essere, il mio corpo andava in fibrillazione ogni volta che l'avevo vicina... ma nonostante fosse una tentazione così forte da farmi tremare perfino le viscere, non l'avrei fatto.
Ero ancora convinto che lei sarebbe stata la mia sentenza definitiva... ma non avevo mai detto che avrei ceduto. L'autocontrollo era diventata una delle doti su cui avevo dovuto lavorare per anni.

«Giusto, tu baci solo quelle che ti scopi nei bagni alle feste, psicopatico». Sibilò tra i denti e mi spintonò con cattiveria. L'aria era cambiata dentro a quel piccolo spazio.
«Non chiamarmi psicopatico» dissi lentamente, assicurandomi di scandire bene ognuna di quelle tre parole, «e non dimenticare che sei chiusa qui con me».
«Io sono stata costretta ad essere qua dentro con te, non sono qui perché l'ho voluto.» precisò puntandomi un dito contro al petto, con una tenacia che non le avevo mai visto.
«Però non sono io quello che ti ha chiesto di baciarlo...» le ricordai facendo schioccare la lingua contro al palato. Mi guadagnai un occhiataccia da parte sua, il taglio dei suoi occhi diventò affilato e pieno di qualcosa che era simile all'odio.
«Levati, fammi uscire» sentenziò provando a spostarmi ma senza risultato.
«Perché ti comporti in questo modo con me?» mi lasciai scappare dalle labbra.
«Stai scherzando? Tu sei davvero un-»
«No, non intendevo quello. Perché cerchi sempre di avvicinarti a me? Perché vuoi che io ti baci...?» le domandai spingendomi un po' troppo oltre per i miei gusti.

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