🚨➜ 🅗🅐🅡🅡🅨La tensione nell'aria era palpabile mentre correvamo su per le scale, il cuore che mi batteva forte nel petto. Avevo bisogno di capire cosa fosse successo, di verificare se Aleks era davvero in difficoltà o se fosse solo ubriaco fradicio, come spesso accadeva. Adelina mi seguiva a pochi passi di distanza, il suo viso era teso e i suoi occhi brillanti di preoccupazione.
Quando arrivammo al piano superiore, il corridoio era un caos. Aleks giaceva a terra, il suo corpo pesante e ridicolo in un groviglio di gambe e braccia. «Cazzo, Aleks!» esclamai, accovacciandomi accanto a lui e cercando di aiutarlo a rialzarsi.
«Volevo solo andare in bagno... ma mi sono...» rispose con un sorriso ebete, la voce impastata dall'alcol. La frustrazione mi colpì come un pugno, ma l'istinto di prenderlo in giro svanì rapidamente quando sentii il rumore di passi provenire dalla camera da letto dei genitori.
Merda.
«Cosa diavolo è successo qui?» chiese Ardjan, la sua voce profonda e autoritaria che risuonava nel corridoio. Era un uomo che non tollerava sciocchezze, e la pistola che stringeva nella mano non lasciava spazio a fraintendimenti.
«Niente, papà, un piccolo incidente,» cercò di mascherare Adelina, ma il suo sguardo tradiva la verità.
«Un incidente, eh? E perché ho sentito un tonfo che ha fatto tremare la casa?» Ardjan si avvicinò, l'arma in mano sembrava un prolungamento del suo braccio.
Ma nessuno si stupiva per una pistola, soprattutto dopo gli ultimi avvenimenti.«Solo Aleks che ha deciso di offrirsi un viaggio in bagno, ma ha perso il controllo,» dissi, cercando di mantenere un tono leggero, mentre lui si sforzava di rimettersi in piedi.
Denisa sbucò da dietro Ardjan, con il viso ancora assonnato, ma la preoccupazione era evidente nei suoi occhi. «Aleks, sei ubriaco di nuovo?» chiese, ma il suo tono era più affettuoso che rimproverante.
«Solo un po'... ma ehi, sono vivo!» rispose lui, la voce che tremava tra il ridere e il piangere.
Mentre la tensione si scioglieva in una serie di risate nervose, sentii un movimento dietro di me.
Luljeta stava osservando la scena con un'espressione di disprezzo. La sua presenza era come un'ombra oscura, e il suo sguardo si appuntò su di me.
Non mi aspettavo di trovarla di nuovo in America e non la vedevo dalla notte di Natale.«Harry,» disse, avvicinandosi con un passo deciso. «Non ti sembra che sia un po' tardi per trovarti in questa casa?» bisbigliò in modo che solo io potessi sentirla.
«Sono qui per Aleks.» risposi, mantenendo un tono freddo e calcolato.
Mi lasciò con un ultimo sguardo gelido, un misto di disprezzo e preoccupazione. La mia attrazione per Adelina era un fuoco che bruciava sotto la superficie, ma quella donna era fin troppo furba per i miei gusti.
Ricordai il modo in cui discusse con mia madre alla festa, mentre io e sua nipote eravamo nascosti in un bagno.Tornai a unirmi agli altri, il caos si era placato e la tensione si era dissolta in una risata nervosa. Ma il pensiero di Luljeta continuava a ronzare nella mia mente, come una mosca fastidiosa. Non potevo permettere che la mia attrazione per Adelina si trasformasse in un problema. Dovevo mantenere le distanze, ma il suo sguardo, la sua presenza, erano ormai catene invisibili che mi legavano in qualche strano modo a lei.
«Va tutto bene?» chiese Adelina, avvicinandosi a me con un'espressione pensierosa.
«Sì, certo. Ora che ho riportato Aleks sano e salvo posso andarmene.» risposi distaccato.
🚨➜ 🅐🅓🅔🅛🅘🅝🅐
Il momento in cui Harry si allontanò fu una giostra di emozioni trattenute. Ci salutammo con la nonchalance di due professionisti che si incontrano in un corridoio, ma c'era un'energia palpabile tra di noi, un magnetismo che brillava come una fiamma tanto intensa da rischiare di bruciare tutto. Lo guardai mentre si dirigeva verso la porta, il suo profilo scolpito in controluce, e un pensiero mi attraversò la mente: quanto avrei voluto che rimanesse, ma sapevo che era meglio così. Non potevamo permetterci di essere scoperti. Con un'ultima occhiata carica di promesse non dette, uscì dalla stanza. Il rumore della porta che si chiudeva dietro di lui mi riportò alla realtà.
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VENOM
Fanfiction(In fase di scrittura... 🖊) Se qualcuno ci avesse visti al di fuori, saremmo sicuramente stati due aure oscure della stessa identica tonalità di nero, che spiccavano in mezzo al candore bianco degli angeli, vagando in un paradiso che fingevamo ci a...