4. 𝘽𝙧𝙚𝙖𝙩𝙝𝙞𝙣𝙜 𝙞𝙣 𝙩𝙝𝙚 𝙙𝙖𝙧𝙠

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"Su di un cerchio ogni punto d'inizio
può anche essere un punto di fine.
- Eraclito"


Spazio autrice:

Ho deciso di mettere lo spazio autrice in alto questa volta, perché è molto importante per me che capiate che il personaggio di Adelina è molto altalenante in questo periodo della sua vita, combattuta su ciò che vuole e ciò che pensa. Ho voluto ricreare un personaggio il più realistico possibile, con i suoi dubbi, la sua impulsività e scelte che non sono sempre quelle giuste. Quante volte ci sentiamo come se fossimo sul filo del rasoio? O quante volte crediamo fermamente in qualcosa ma poi ci troviamo a fare l'esatto opposto?
🩵 Detto questo, buona lettura e spero che questo capitolo vi piaccia, attenzione agli indizi!
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Passai la notte a rigirarmi nel letto con un senso d'inquietudine ad attanagliarmi lo stomaco. Nella mia testa, sotto ad una base di cemento, i miei pensieri sottoforma di mattoni stavano già costruendo saldamente i peggiori scenari. Sapevo bene che il circolo vizioso era come un serpente che si mordeva la coda in continuazione, e solitamente io non ero il tipo di persona che stava a rimuginare troppo sulle cose: il mio temperamento artico non me lo permetteva. Eppure in quella situazione non potei farne a meno: c'era tutto da perdere.

Non feci nemmeno in tempo ad addormentarmi ad un orario decente che già potevo vedere le prime luci dell'alba fare capolino dalle finestre.

Harry Fottuto Impiccione Styles.

Non risposi alla domanda che mi sussurrò all'orecchio, lo stronzo mi aveva presa contropiede ed io ero stata a tanto così dal pregarlo in ginocchio, piagnucolando di non dirlo a nessuno.
Non ci sarebbe stato nulla di più sbagliato. Mi ritrovai a ringraziare mentalmente il mio sangue freddo... ma forse ringraziai un po' di più il ghiaccio a contatto con il mio viso mentre cercavo un rimedio d'urto alle mie occhiaie.
Il tutto alle sei di pomeriggio.
Lasciai uscire il pensiero di Harry fuori dalla mia testa perché non avrebbe avuto senso stare a rimuginare.

In due ore avrei dovuto riuscire a prepararmi per la festa di beneficenza.
Non avevo nemmeno fatto in tempo a comprare un abito nuovo ma non me ne curai più di tanto: la mia cabina armadio vantava di molti pezzi di alta sartoria.
Il dress code e il tema della serata sarebbero stati gli anni '20 e io avevo già individuato proprio l'abito che faceva al caso mio.

«Pronta?» mi sorrise Aleks.

Sapevo che qualcosa nei miei confronti lo turbasse, mi aveva detto che non ero più la stessa Adelina che era partita per l'università.
Aveva ragione, ma quell'Adelina era morta già da prima che partisse per l'università.
In silenzio e senza che nessuno se ne rendesse conto. Anche se avessi voluto non avrei potuto raccontargli qualcosa di cui non ero pronta a parlare nemmeno io.

Mi presi un piccolo istante per ammirarlo e pensai che fosse davvero una gioia per gli occhi e non solo quella sera fasciato dal suo completo fresco di sartoria.
Avrebbe potuto benissimo essere me in versione maschile in quanto esticamente ci assomigliavamo molto. I capelli biondi erano tirati di lato e fissati con il gel in un'acconciatura all'occhio sofisticata.

No, decisamente non potevo dirglielo.
Certe cose avrebbero dovuto riguardare soltanto me.

«Come no» sbuffai di rimando guardandomi attorno. Fino a quel momento non mi ero resa conto dell'adrenalina in circolo nel mio corpo.

Mi domandai se il riccio avrebbe potuto essere così stronzo da dire a mio fratello quello che evidentemente in qualche modo sapeva.
Quella cosa, volendo o non volendo, mi portava a camminare lungo un sentiero oscuro e tortuoso: ma per me camminare sul filo del rasoio era l'unica cosa che apparentemente mi faceva sentire viva.

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