13. 𝕯𝖊𝖒𝖔𝖓𝖘 𝖎𝖓 𝖍𝖊𝖗 𝖊𝖞𝖊𝖘

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"Bellezza fuggitiva dallo sguardo
che m'ha fatto subito rinascere,
ti rivedrò solo nell'eternità?
- Le fleur du mal."



La scienza dice che un evento che ci colpisce genera più ricordi e ripercorrendolo con la mente ci sembra più lungo. Quando ci sentiamo in pericolo il tempo da l'impressione di rallentare, tutto quello che c'é intorno viene visto dai nostri occhi come se venisse trasmesso in slow motion, e ogni istante diventa logorante ed eterno.

«Hai ancora voglia di parlare adesso, figlio di puttana?» lo derise Harry tenendo ben salda la pistola in una mano. «Abbassa l'arma subito, butta a terra quella cazzo di pistola o giuro che ti ammazzo. E fidati se ti dico che non avrai nemmeno il tempo di sparare.» strinse la mascella e lo guardò seriamente.

William sospirò divertito, alzò le mani, lasciando scivolare la pistola a terra e facendola schiantare contro l'asfalto.

«Siete proprio stupidi...» scosse la testa e mi fece cenno di guardare Harry. Quasi sbiancai quando notai una figura nera proprio alle sue spalle... con una pistola puntata verso la sua di testa. «Pensavate davvero che fossi venuto da solo? Siete voi che state giocando al mio gioco, sono stato io a insinuarvi dei dubbi... é per volere mio che voi due siete qui.» annunciò soddisfatto.

«Attento Harry!» esclamai con gli occhi spalancati facendolo voltare, trovandosi faccia a faccia con la pistola dell'altro. Harry continuava a tenere la sua puntata su William, ma dopo varie minacce l'abbassò, lasciandola cadere a terra anche lui.

«Molto bene, ora che abbiamo fatto tutti conoscenza, spero che vorrete essere più collaborativi.» ci guardò entrambi con un sorriso divertito, e io mi accorsi di essere ancora seduta sulle sue gambe. Feci un movimento per spostarmi, ma lui mi trattenne afferrandomi una coscia. «Tesoro, non ti ho detto di spostarti, non mi dispiace per niente averti sopra di me.» ghignò e sentii gli occhi di Harry su di me.

«Perché ti interessa così tanto Richard Jones?» gli domandai sperando di farla finita.

«Perché voglio il programma che aveva creato per tuo padre. Non hai la minima idea di quanti dollari valga e delle cose che ci sono dentro, e ora che Richard é morto l'unico a sapere la combinazione dei codici é lui.» confessò, facendo schioccare la lingua contro al palato.

«E tu lo sai perché-»

«Perché l'ha ucciso lui.» sputò Harry interrompendomi e guadagnandosi uno sguardo compiaciuto da parte del biondo.

Spalancai le labbra per la sorpresa, William aveva bluffato per tutto il tempo facendo domande su Richard... quando in realtà era stato lui ad ucciderlo.

«Dettagli. Non volevo ucciderlo, una mente così geniale non si trova tutti i giorni, ma lui non voleva darmi ciò che volevo... o meglio, ciò che lui voleva.»

«Lui chi?» replicai prontamente.

«Non lo saprai mai, o forse lo saprai quando vi incontrerete.» pronunciò in tono serio, guardandomi da sotto le ciglia lunghe.

«E l'uomo che era in casa mia, invece? É opera tua anche quella?» sbottai stringendo la mascella con rabbia.

«In verità no, ma avrei voluto che lo fosse. Non saresti stata poi così fortunata, io non avrei fallito.» mi assicurò guardandomi dritta negli occhi. «Ma l'uomo che é entrato in casa tua voleva la stessa cosa. Noi non siamo gli unici a volere quel programma e i suoi codici... e ora, con Richard fuori dai giochi, sei ufficialmente diventata più preziosa del rodio agli occhi di molte persone perché-»

«Perché lei é il punto debole di Ardjan.» finì la frase Harry pensieroso, scandendo lentamente ogni parola.

«Non mi avevano informato sul fatto che fossi così astuto, Styles.» arricciò le labbra in una smorfia.

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