1. Quella sera

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Quella sera di dicembre i ragazzi e i poliziotti erano stanchi, raffreddati e affamati.

Essendo stati costretti ad indagare in una bettola di campagna isolata da tutto e da tutti, niente riscaldamento e un solo computer, era più che comprensibile.

Senza contare l'illuminazione scadente delle lampadine, compensata da quella delle candele, i rumori degli insetti, il freddo pungente di pieno inverno, e le provviste ormai finite, perché L aveva mangiato quasi tutto lui.

Il grande grattacielo che era stato un tempo il quartier generale era stato infatti confiscato dal governo giapponese poiché quest'ultimo aveva ritenuto illegale svolgere le indagini sul caso Kira in proprio, e non si poteva occupare in così pochi un edificio con dimensioni del genere; così si erano tutti mossi con il Suv del sovrintendente Yagami (eccetto L, che aveva preferito viaggiare nella limousine di Watari coi vetri oscurati) verso la deserta campagna, in una casupola abbandonata, dove a nessuno sarebbe importato di loro.

Tornando a quella sera, nessuno aveva ancora cenato perchè non c'era più nulla da mangiare.

«Watari, vai a comprare da mangiare, non c'è più cibo. Ah, e non scordarti le liquirizie!» disse quindi L con la sua profonda voce, dopo essersi soffiato sulle mani per riscaldarsi un po'.

«Già, qui abbiamo fame e freddo! La nostra concentrazione ne risente!» brontolò Matsuda, che tremava nel suo cappotto.

«Io direi che sarebbe meglio se ci facessimo tutti una bella dormita, anche perchè in questi ultimi giorni abbiamo lavorato sodo!» intervenne anche Aizawa, con un'esclamazione di risentimento.

Essendo tutti quanti molto stanchi, vollero quindi seguire il consiglio di Aizawa. Tranne L, ovviamente.

Lui infatti non demordeva, la sua caparbietà era davvero stupefacente.

Già... Finchè non ne fosse uscito soddisfatto, avrebbe continuato a fare le notti in bianco.

Invece Misa Amane, ancora sotto sorveglianza, era costretta a starsene nella propria stanza, senza poter sapere nulla sulle indagini, e ora cercava di dormire senza successo.

"Che palle" pensava, "Già mi hanno legato le mani, e ora pure in questo postaccio mi tocca stare! E poi i miei fan si saranno davvero bevuti la storia che me sono andata per un po' in un centro di meditazione in Inghilterra? Mah...".

Purtroppo la casetta non aveva molte camere, e le persone che ci stavano erano ben otto, ovvero Light, L, Misa, Matsuda, Aizawa, Watari, il sovrintendente Yagami e Mogi, quindi nella camera di Misa ci dovevano stare anche Light e L (per quel poco che dormiva).

Invece Mogi, Aizawa, e Matsuda dormivano in un'altra camera, il sovrintendente Yagami dormiva sul divano del minuscolo salotto e Watari aveva la sua camera privata.

Dopo che Watari fu uscito, andarono tutti a dormire eccetto Light e L, che rimasero a indagare.

Light, da bravo finto complice di L, cercava di tenerselo stretto il più possibile come amico, visto che i sospetti su di lui stavano pian piano aumentando.

Dopo una buona mezz'oretta, Light si alzò con un sospiro.

«Ryuzaki, io andrei a farmi un bagno caldo. Qui si pela dal freddo»

«Fa' pure. Io resto qui ancora un po'» rispose L indifferente, con lo sguardo fisso sul pc.

In bagno, però, Light si addormentò inconsapevolmente nella vasca, poiché la sua stanchezza accumulata in tutti quei giorni alla fine lo aveva fatto crollare, così non riuscì nemmeno a svitare una mattonella del bagno vicino al lavabo per poter prendere il Death Note da lui abilmente nascosto.

Erano ormai le due, Watari era rincasato già da un pezzo ed era poi andato a dormire come gli altri, mentre L era ancora lì al pc, irremovibile.

Light se ne stava inerte nella vasca da più di un'ora, in preda a strani sogni, quando L finalmente dopo giorni di insonnia si convinse che poteva farsi una dormitina di almeno due o tre ore.

Entrando nella camera da letto, si notava senza dubbio la stranezza della disposizione: il letto di Misa al centro e il comodino pieno di cianfrusaglie, il letto di Light tutto sfatto vicino alla porta e quello di L ancora intatto vicino alla finestra, dalla parte opposta.

Essendo buio, senza fare caso a dove si stendesse, per ironia della sorte L cadde addormentato subito sul letto di Light e si mise a ronfare come un ghiro.

Misa, che sentì un tonfo piuttosto rumoroso provenire da quel punto, si alzò guardinga e al buio proseguì a tentoni verso il letto di Light.

«Light, che hai fatto? Sei talmente stanco che sei caduto nel sonno non appena ti sei accasciato sul letto! Eppure di solito ti rigiri sempre ore e ore prima di dormire!» sussurrò, e gli accarezzò affettuosamente i capelli.

Effettivamente capitava raramente che Light facesse rumore quando andava a dormire, e nemmeno russava.

Questa volta evidentemente era talmente stravolto che non ne poteva più e si era assopito immediatamente.

"Che strano, però... ha i capelli diversi dal solito, forse perché sono sporchi... mah, in ogni caso ne approfitto ora, o mai più!" pensò Misa, con un'idea già ben chiara in testa.

Infatti si avvicinò al suo viso e lo baciò appassionatamente, come non aveva mai potuto fare prima d'allora.

"Finalmente dopo tanto tempo possiamo stare un po' da soli insieme! Che bello!".

«Ma cosa... che cosa...?» sussurrò a quel punto L, che, sentendo una leggera pressione sulle labbra, si era lasciato sfuggire qualcosa nel sonno.

Misa, non avendo sentitolo farfugliare, continuò senza sosta a baciarlo, e il povero L, che era talmente tanto stanco e indolenzito, se ne rimase lì inconsapevole e addormentato, senza muovere un muscolo.

Dopodiché Misa senza esitazione si infilò sotto le coperte, e si addormentò fra le braccia di colui che lei credeva fosse Light.

Crack || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora