7. Cioccolata

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Light ed L erano bloccati sotto lo stipite della porta, accovacciati da ormai un'ora.

«Merda! E adesso?!» aveva imprecato Light non appena erano riusciti a salvarsi sotto lo stipite.

«Ora Light siamo bloccati qui. E penso proprio che Matsuda non possa nemmeno chiamare aiuto: ricorda che siamo in questa casupola clandestinamente. Non dovremmo proprio trovarci qui. Se qualcuno venisse a sapere che stavamo continuando le indagini in proprio, potrebbe anche arrestarci. Dobbiamo riuscire a cavarcela da soli» ragionò L ad alta voce, riuscendo a restare lucido.

«E come pensi di farlo, Ryuzaki?! Qui intorno è tutta una maceria! Siamo bloccati qua da un'ora, e non è arrivato ancora nessuno» si innervosì Light, guardandolo preoccupato.

«Arriveranno, Light. Arriveranno. Confido negli altri. Matsuda probabilmente ora si starà dando da fare con Misa per liberarci tutti.» lo tranquillizzò L.

Nel frattempo, infatti, Matsuda era riuscito a rianimare Misa, e quest'ultima, in preda all'agitazione, si era messa a tirare pugni alle macerie della casa, strillando e imprecando.

«Light! Light! Mi senti?! Stai bene?!» piagnucolava come una bambina piccola.

Matsuda si avvicinò a quella che dal di fuori riconosceva essere la finestra della sala, e urlò: «Sovrintendente! Aizawa! Mogi! Mi sentite?! State bene?!»

«Matsuda!» esclamò in risposta il sovrintendente Yagami.

«Matsuda, noi qui siamo al riparo sotto un tavolo e stiamo bene, però bisogna che chiami Watari per farci venire a salvare!» brontolò Aizawa, ricordandosi che Watari fosse uscito poco prima.

«Matsuda, ascoltami» iniziò il sovrintendente al di là delle macerie che li separavano dagli altri. «Chiama Watari, so che lui ha delle conoscenze all'ospedale, e chiedi se può far venire qualcuno qui a salvarci, senza che però nessuno sappia che stavamo lavorando illegalmente»

«Sì, sovrintendente, ma il mio cellulare non prende, qui!» rispose Matsuda, preoccupato.

«Allora prova con quello di Amane!» disse il sovrintendente, spazientito.

«Scemo di un Matsuda...» bofonchiò invece Aizawa a nome di tutti.

«Sissignore!» esclamò allora Matsuda, con rinnovata speranza.

Poi si rivolse a Misa, tutto emozionato: «Misa-Misa, Watari potrebbe salvarli! Ora lo chiamiamo dal tuo cellulare!»

Era un tipo ottimista, quindi trasmise un po' della sua speranza anche a Misa, che lo guardò incredula.

«D-dici davvero, Matsu?! Oh, come sono felice!» squittì quest'ultima, per poi abbracciarlo forte.

Matsuda arrossì come un peperone, poi dopo essersi ripreso rispose: «Già! Watari chiamerà una squadra di soccorso in segreto e ci salverà tutti!»

Dopodiché chiamarono il cellulare di Watari, che per loro fortuna rispose subito.

«Pronto, parla Watari»

«Watari, sono io, Matsuda. Non so se anche lei lo ha sentito, ma qui c'è stato un terremoto mentre io portavo Amane a fare un giro. Gli altri erano in casa e sono rimasti intrappolati dentro, fra le macerie. Il sovrintendente mi ha detto di dirle che lei ha delle conoscenze in campo ospedaliero, e che questi potrebbero venirci in soccorso facendo però finta di nulla se scoprissero qualcosa riguardo le indagini» disse Matsuda tutto d'un fiato, per poi riprendere aria con un ampio respiro.

«D'accordo, farò come mi hai detto. Fra un'ora massimo sarò lì con una squadra di uomini» concluse Watari, interrompendo la comunicazione.

Un'ora dopo, Watari arrivò finalmente alla casetta isolata in campagna con una squadra di dieci uomini fidati che con dei macchinari si misero a liberare le macerie dall'ingresso.

Crack || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora