14. Cinquanta per cento

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Con l'inesorabile passare dei giorni, Ryuzaki stava riacquistando a poco a poco la memoria, e aveva imparato di nuovo a leggere e scrivere, anche se aveva ancora grandi difficoltà.

Light Yagami, nel frattempo, frustrato e con un enorme peso sul cuore, aveva smesso di uccidere col Death Note. Già, perché ora la sua priorità era un'altra.

«Ryuk, tieni, non mi serve più» aveva detto, porgendo il quaderno omicida allo shinigami.

«Light, tu... rinunci al quaderno così?» aveva domandato Ryuk, perplesso.

«No, solo... tienilo tu al posto mio. Non so dove metterlo, e ora come ora mi è inutile» aveva semplicemente risposto Light.

Lo aveva usato per tre anni, tre lunghi anni, e ora poteva anche bastare.

Per tre anni aveva ucciso killer, rapinatori, deliquenti, e tutti i tipi più vari di gente malvagia, aiutato anche da Misa Amane.

Ma dopo che Light aveva visto che il (non ancora) suo Ryuzaki si era ridotto in quello stato, si sentiva totalmente perso.

"Chissenefrega del Death Note. Ormai ho ucciso tanta di quella gente. Ryuzaki è molto più importante. Ryuzaki... ormai ne sono sicuro. Io ti amo, e nessun Death Note può importarmi più di te. Niente al mondo ora come ora vale più di te. Io, Light Yagami, ero così retto, pacato e insensibile... e tu, Ryuzaki, mi hai fatto diventare così. Mi hai fatto diventare un coglione sensibile e piagnucolone. È colpa tua, accidenti" pensava Light, mentre vedeva L fare progressi con la memoria.

La riabilitazione di Ryuzaki era stata affidata a un medico di prima qualità, che lo faceva avanzare con evidenti progressi di giorno in giorno, a passo di gigante.

Il dottore aveva detto alla squadra investigativa che Ryuzaki in due settimane aveva recuperato il cinquanta per cento dei dati e dei ricordi persi dei suoi 25 anni di vita.

«È un record, non ho mai visto una persona che ha perso la memoria riapprendere tutto in così poco tempo» disse il dottore alla squadra, con un sorriso.

I membri del quartier generale si guardarono stupefatti.

«Sovrintendente, questo vuol dire che forse un giorno potremmo continuare le indagini?» chiese Matsuda sottovoce al sovrintendente Yagami.

«Matsuda, piano. Facciamo il passo secondo la gamba. Anche se ha recuperato il 50% dei ricordi e sa di nuovo leggere e scrivere, Ryuzaki è ancora in alto mare» gli ricordò il sovrintendente Yagami, senza fare troppi castelli in aria.

«E poi ha imparato anche grazie a Light! Quindi è merito anche suo» intervenne Misa, forzando un sorriso.

Si ricordava ancora la scena in ascensore di due settimane prima, e ogni volta che ci pensava le scendevano le lacrime.

Quell'abbraccio...

Ormai del non essere ricambiata in amore da Light se n'era fatta una ragione, ma continuava ancora a soffrire: da lontano vedeva Light apparentemente sereno e spensierato, ma sapeva che nel suo cuore si stava scatenando un putiferio.

E anche questa volta, Misa aveva messo Light prima di se stessa. Volendolo vedere insieme a L, si preoccupava più della felicità di Light che della propria.

Light, dal canto suo, era stato accanto a Ryuzaki per due settimane... due interminabili settimane.

Lo aveva aiutato, lo aveva supportato, gli aveva raccontato delle storie e Ryuzaki a sua volta gliene aveva raccontate altre, di sera.

Lo accudiva come un figlio.

Light aveva dormito nel letto affianco a Ryuzaki, che tutte le mattine ritrovava avvinghiato a lui, e questo lo faceva arrossire.

Crack || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora