13. Cuore debole

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Light Yagami era sempre sembrato dal di fuori un ragazzo insensibile, un playboy di prima categoria. E così effettivamente era stato... già, era stato.

Infatti, pian piano, dentro di lui, il suo cuore stava diventando debole. Sempre più debole.

Si sentiva strano.

Non ci capiva più niente.

Più pensava, più si confondeva.

Pensava di essersi completamente rimbecillito, ad essersi preso una cotta per Ryuzaki. Un Ryuzaki senza più memoria, così ignaro ed indifeso...

Gli faceva quasi pena, dopo tutto quello che lui gli aveva fatto e dopo tutto quello che era successo fra loro, eppure...

Eppure si sentiva... innamorato.

Ma non voleva ammetterlo a se stesso.

Sarebbe stato un colpo troppo duro per il suo orgoglio. Ammettendolo, avrebbe mostrato il suo lato debole, e non poteva assolutamente permettersi di farlo.

Lui era Light Yagami, cavolo.

«Light, esci un po' con Amane. È tutt'oggi che chiede di te» disse Aizawa, irritato, interrompendo le sue riflessioni.

«Già, Misa ha bisogno di un po' d'aria, e di parlare con qualcuno... altrimenti impazzirà» aggiunse il sovrintendente Yagami.

«D'accordo» si affrettò a rispondere Light, infilandosi un cappotto e uscendo svelto con Misa.

In ascensore l'atmosfera era assai tesa ed imbarazzante. Anche Misa, infatti, sentiva che c'era qualcosa che non andava.

Anche se era terribilmente ingenua, se lo sentiva dentro.

«Light... qualcosa non va?» chiese quindi, preoccupata.

Light deglutì, non aspettandosi la domanda.

Di solito Misa era abbastanza immatura, ed era una solo coccole e smancerie. Già... non gli aveva mai chiesto realmente dei suoi problemi.

Eppure, adesso...

"Cosa sta succedendo a tutti, qui? Sono io che sto impazzendo, o tutto intorno a me sembra più strano del solito?!" pensò Light, nervoso.

Le mani iniziavano a sudargli.

«N-no, va tutto alla grande» rispose poi, imperturbabile, le braccia rigide lungo i fianchi. Ma la sua balbuzie lo tradì.

«Light, si vede lontano un miglio che qualcosa ti turba. Avanti, con me puoi parlarne» cercò di tranquillizzarlo Misa, mettendogli una mano dietro la schiena.

Light, quasi schifato, si scostò immediatamente.

"Ma che cacchio sto facendo?" pensò poi, in preda a sentimenti contrastanti.

Light non si sentiva più se stesso.

«Light...» fu tutto quello che riuscì a dire Misa, sospirando.

Era abituata ad essere rifiutata da Light con questi comportamenti piuttosto rozzi, ma questa volta era diverso.

Light era strano. Troppo strano.

Si vedeva che aveva qualcosa.

"Già, ma cosa? Light, amore mio, ho visto dalla tua espressione che c'era qualcosa che non andava, e ho cercato di consolarti, ma tu non mi vuoi. Light... starai bene? E perché sei diventato così strano da un giorno all'altro? Prima facevi tutto il duro ed eri sicuro di te, mentre adesso..." pensava Misa, senza sapere che pesci pigliare.

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