6. Catastrofe

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Quando L rientrò in casa, tutti si voltarono simultaneamente verso di lui.

«Ryuzaki! Dov'eri finito? È quasi un'ora che ti aspettiamo» esordì Aizawa, a nome di tutti.

«Light era venuto a cercarti, ma... dov'è?» chiese invece il sovrintendente, sorpreso.

«Non lo so» rispose L, facendo spallucce. «Io comunque sto poco bene, ho un gran mal di gola. Sarà meglio che vada a riposarmi.»

«Ma Ryuzaki! Non puoi lasciarci così senza indicazioni! Dicci almeno come dobbiamo gestirci per le indagini!» brontolò Aizawa.

«Noi siamo solo poliziotti che ti stanno aiutando; qui il vero detective, la pietra portante delle indagini, sei tu!» aggiunse poi, un po' troppo infervorato.

«So che siete in gamba, quindi ve la caverete benissimo anche senza di me. Ora io vado di là» concluse L irritato, e, dopo essere entrato in camera, vi si chiuse a chiave.

Tutto il corpo delle indagini era rimasto spiazzato da questo suo strano comportamento.

Ryuzaki si buttò per la prima volta nel suo vero letto, e iniziò a riflettere in pace.

Non ci capiva più nulla. Lui amava veramente Misa? E Light amava veramente lui? Che razza di casino.

"Perché tutto d'un tratto, non appena mi sono confidato a Light, lui mi ha detto una cosa del genere? Continuo a non crederci. E se fosse tutto un bluff? Magari per farmi confondere?"

Pensava e pensava, senza riuscire a giungere a una conclusione.

"Se fosse tutta una finta da parte di Light, giustamente lui dovrebbe ritenersi schifato dopo avermi baciato, no? Devo stare attento alle sue prossime mosse: tanto, fingere o meno di essere innamorati di qualcuno richiede costanza, quindi ho ragione a pensare che Light quasi certamente continuerà a dirsi innamorato di me ancora per un po' di tempo. Non credo proprio che sia il tipo di persona che arriva il giorno dopo da me e mi dice che era tutto uno scherzo. Non avrebbe senso".

Poi si alzò dal letto e corse verso il cassetto del comodino di Light per un esame più attento.

Ovviamente sapeva che non avrebbe trovato niente di che, ma lo faceva più per curiosità personale che per un motivo vero e proprio.

Così si mise a frugare tra le sue cose. Aprì il primo cassetto: boxer, canottiere, e nient'altro di particolare.

Secondo cassetto: cambi di vestiti, pantaloni, magliette, tutto regolare...

Esaminò allora la lampada sul comodino: normalissima. Non c'era niente nascosto né sotto né dentro.

"Come pensavo, niente di insolito" concluse L. O almeno era apparentemente così.

Poco dopo udì dei passi provenire dalle altre stanze e la voce inconfondibile di Light.

«Sono tornato»

E fu allora che L ebbe la sua idea.

"Ci sono! L'unico motivo per capire se veramente è serio, è fare il suo stesso gioco.
Basta che io assecondi la sua proposta, e poi potrò finalmente capire le sue vere intenzioni. Se è lui a propormisi, non sarò certo io a tirarmi indietro".

Un attimo dopo sentì bussare alla porta.

«Ryuzaki, sei lì?» chiese Light dall'altra parte.

«Sì» rispose conciso L.

«Potrei entrare un attimo solo? Devo prendere una cosa» domandò ancora Light, avendo notato la porta chiusa a chiave.

«Fa' pure, adesso ti apro»

«Grazie»

Quando L aprì la porta, si trovò davanti il solito Light di sempre.

Sembrava tutta un'altra persona rispetto a pochi minuti prima, quando si era messo a piagere come un bambino.

L non si era accorto di essersi un attimo incantato ad osservarlo sulla porta bloccandogli il passaggio, così Light gli scansò leggermente il braccio per far sì che lo facesse passare.

L si ritirò di scatto, come se avesse preso la scossa.

«Tranquillo, Ryuzaki, non ti faccio mica niente» sussurrò Light, ridacchiando.

Ryuzaki non rispose e si distese di nuovo sul suo letto.

Osservò Light armeggiare coi cassetti. Poi lo guardò mentre si toglieva la maglia e se ne metteva un'altra.

No, proprio non provava attrazione amorosa nei suoi confronti, eppure c'era qualcosa in lui che lo incuriosiva. Ma ora doveva esporgli le sue intenzioni.

«Light, ho pensato che...» iniziò quindi a dire, alzandosi in piedi e avvicinandosi cautamente a lui. Aveva già in mente un piano.

Ma non fece in tempo a finire la frase.

Di colpo, infatti, sentì tremare tutto sotto i piedi.

Vide che la lampadina di Light oscillava pericolosamente.

L lo guardò, con gli occhi spalancati.

Light si girò e lo guardò a sua volta.

Avevano entrambi lo sguardo terrorizzato ed erano immobili.

Un pezzo di soffitto tutto crepato sarebbe di lì a poco caduto, colpendo Light alla testa, se solo Ryuzaki non l'avesse strattonato al braccio, trascinandolo con lui verso lo sgabuzzino esterno.

Ma la via di uscita era già stata sbarrata dai mattoni e dal cemento che erano caduti a causa della scossa.

E loro due non potevano fare nulla. Erano rimasti bloccati lì dentro. Ed erano in serio pericolo.

Ryuzaki allora tornò con difficoltà verso la camera, sempre con Light appresso, ed entrambi si fermarono sotto lo stipite della porta, uno di fronte all'altro.

Poi cominciarono a cadere dei pezzi di muro anche da quella stanza.

Dalle altre stanze si sentivano voci impaurite e agitate.

«Attenzione, sovrintendente!»

«Tutti qua sotto il tavolo, presto!»

«Che Dio ci salvi!»

Matsuda e Misa, ancora fuori casa, sentirono anche loro la terribile scossa di terremoto e corsero tutti preoccupati verso la casetta.

Ogni via di entrata e uscita era ormai caduta a pezzi, e il cellulare per chiamare i soccorsi non prendeva perché in aperta campagna non c'era campo.

Matsuda era nel panico. Misa svenne, e Matsuda si ritrovò a dover gestire da solo quella situazione d'emergenza.

«Merda! E adesso cosa devo fare? Misa-Misa! Mi senti?!» urlò, scuotendola con disperazione.

"Questa proprio non ci voleva" pensarono invece Ryuzaki e Light in contemporanea, appoggiati in piedi uno di fronte all'altro allo stipite della porta, distanti soltanto pochi centimetri l'uno dall'altro a causa della ristrettezza del luogo.

"Proprio quando volevo mettere in atto il mio piano... Sembra proprio che il destino mi remi contro..."

Crack || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora