12. Arresi

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«Perfetto! Ora Ryuzaki non sa più nemmeno leggere e scrivere!» sbraitò Aizawa ad alta voce, non appena saputa la notizia.

«Già, e questo è proprio un bel problema... come faremo a continuare senza L?!» chiese Misa con voce stridula.

«Non continueremo, infatti»

Tutti si girarono sorpresi verso il sovrintendente Yagami, seduto a capo tavola.

«Co-come ha detto, sovrintendente? Ahah, sta scherzando, vero?» gli domandò Matsuda, allarmato.

«No, non scherzo affatto. Non continueremo più. Non c'è nessun caso Kira senza L, e senza la sua spiccata intelligenza e abilità di svolgere le indagini non ci ritroviamo in mano nemmeno un pugno di mosche. Non ha più senso continuare» sentenziò, serio più che mai.

D'altronde non aveva nemmeno tutti i torti, contando che le loro scoperte fatte grazie alle indagini erano sempre state merito di L.

Senza di lui, ormai, nessun altro sarebbe stato capace di aiutarli.

Qualche giorno dopo, vedendo che la situazione continuava a restare in stallo, nessuno sapeva più che altro fare.

Tutti i membri del quartier generale se ne stavano lì, sulle poltrone dell'ospedale, con la testa fra le mani.

«Non c'è più speranza per Ryuzaki. Direi che è arrivato il momento di dire addio alle indagini per il caso Kira e tornare ognuno a casa propria» affermò convinto il sovrintendente, riconfermando ciò che aveva detto qualche giorno prima.

«Già, ormai è l'unica soluzione» disse Mogi, arreso. Non parlava mai, e l'unico momento in cui lo fece fu soltanto per confermare un'idea che a quanto pare gli sembrava la più giusta da adottare in quel caso.

«Aizawa, Matsuda. Andate dal dottore e fate ritirare Ryuzaki dall'ospedale. Lo porteremo a casa con noi» disse il sovrintendente Yagami, deciso.

I due fecero come era stato loro ordinato, e L venne fortunatamente dimesso senza tante storie, com'era stato loro promesso.

Dentro all'automobile di Watari regnava il silenzio più assoluto.

«Ma... dove stiamo andando?» chiese L spaesato, guardandosi attorno e grattandosi la testa, gesto diventato ormai un'abitudine.

«A casa, Ryuzaki, a casa» lo rassicurò Light, dandogli una pacca amichevole sulla schiena.

"Ryuzaki... mi fa quasi pena vederti così. Io ti odiavo... anzi, no, che dico? Io DEVO odiarti, e invece perché sto iniziando a preoccuparmi così tanto per te? Che cosa diavolo mi prende? Non sono solito provare simili sensazioni... non capisco proprio cosa mi stia succedendo, ma soprattutto perché mi stia succedendo." si chiedeva Light, assorto nelle proprie riflessioni.

Dopo un tempo che sembrò interminabile, arrivarono finalmente a casa di Watari.

«Accomodatevi, prego» disse Watari, facendo loro segno di sedersi sul divano.

«Forza, tutti dentro» esclamò il sovrintendente, come se fosse a casa sua.

«Che... ma che bella casa...» disse L, affascinato, poi si fermò in piedi, con lo sguardo perso nel vuoto, a contemplare una casa in cui aveva vissuto per anni ma di cui non ricordava nemmeno un particolare.

«Ryuzaki, vai a dormire, su. Sei stanco» disse Light, poggiandogli una mano sulla spalla.

«Dormire... io voglio dormire... con Light» sussurrò inaspettatamente L, facendo trasalire tutti i presenti.

«Eh?! Ma che ti prende, cosa hai appena detto?» chiese spiegazioni Light, sgranando gli occhi.

«Sì, Light, io voglio... voglio dormire con te. Non so perché, ma stranamente...» farfugliò, poi si mise un dito in bocca. «Quando sono solo... non riesco ad addormentarmi. Ho bisogno che venga anche tu» concluse, con voce flebile.

«Avanti, Light, vai con Ryuzaki» disse allora il sovrintendente, con aria rassegnata.

«Ehi, ma-!» stava per ribattere Misa, ma Aizawa la interruppe prontamente.

«Oh, fai poche storie, Amane! L ha perso la memoria, non penserai mica male!» urlò, poi si mise la testa fra le mani. «Cazzarola! Che nervi! Ho lasciato il lavoro per seguirvi nelle indagini sul caso Kira, e ora lui perde la memoria! Ma è mai possibile?!» sbraitò, su tutte le furie. Era sempre stato un tipo irascibile, figuriamoci in una situazione del genere.

«Aizawa... credi forse di essere l'unico? Guarda che anche noi ci troviamo nella tua stessa situazione» disse Matsuda, cercando di calmarlo.

Nel frattempo, Light aveva portato L in quella che per anni era stata la sua camera, e lo aveva fatto stendere sopra il letto.

«L-Light... ho freddo...» si lamentò Ryuzaki, tremando.

«E ci credo, sempre vestito così leggero come sei!» ribattè Light, alludendo alla sua solita maglia bianca.

«V-vieni vicino a me...» gli disse L, facendogli segno di mettersi a letto affianco a lui.

«Ryuzaki...? Perché?» chiese Light, confuso.

«T-ti devo... dire una cosa» rispose L, evasivo.

Allora Light si avvicinò al letto e si stese affianco a Ryuzaki, con le mani dietro la testa, guardando il soffitto.

«Che cosa devi dirmi, Ryuzaki?» domandò con un sospiro.

«Io... ecco...»

Light vide L alzarsi seduto, e avvicinarglisi lentamente, abbassando il viso sempre più verso di lui.

"Cosa... ma cosa cavolo sta facendo? E perché io non riesco a reagire? Perché?!" pensò Light, alquanto turbato.

Ma non fece in tempo a darsi una risposta, dato che delle labbra calde, fin troppo familiari, si avventarono all'improvviso sulle sue.

Ormai non c'era più ragione per inscenare quella farsa, quindi Light avrebbe dovuto distaccarsi subito, ma non lo fece. Questa volta... questa volta era diverso.

Questa volta Light sentiva qualcosa di diverso, nel suo cuore.

Non ne capiva il motivo, ma sentiva di voler continuare il bacio il più a lungo possibile.

Da un lato, però, la parte razionale di Light si opponeva con tutte le forze, ma dall'altra la ebbe vinta il suo cuore... che cedette alla provocazione di Ryuzaki.

Dopo qualche secondo, L si staccò improvvisamente.

«Light, mi sento come se... questo fosse già accaduto» disse poi, confuso.

"Già, Ryuzaki, pensi bene. È già accaduto, ma questa volta per me è diverso. Tu sei più... sei diverso. È cambiato tutto. Questo non è il Ryuzaki che mi piaceva provocare. Non è il mio peggior nemico da battere a tutti i costi. È solo... una persona indifesa che ha perso la memoria. E nonostante tutto... il mio cuore batte a mille. Perché, Ryuzaki, perché?!" si domandava Light, ancor più confuso di L, chiedendosi se si sarebbe mai riuscito a dare una risposta.

Crack || Death NoteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora