L'agognata risposta «Nossignore, non ricordo nulla» aveva lasciato tutti di stucco.
Così vennero subito fatti alcuni accertamenti e analisi più sicure, e i medici giunsero alla conclusione che Ryuzaki aveva perso la memoria.
Era perfettamente capace di formulare pensieri, parlare e camminare; la sua intelligenza e capacità di ragionamento erano rimaste pressocchè identiche a prima, solo che non ricordava nulla di ciò che gli era successo nei suoi 25 anni di vita, e questi vuoti lo confondevano terribilmente.
Ovviamente la squadra aveva già capito che non avrebbero potuto più contare sull'aiuto di L per un po', anche perché non ricordava nemmeno come si chiamasse.
Venne però stabilito da un competente medico che forse L avrebbe recuperato stralci di ricordi qua e là, col passare del tempo.
«È molto importante che fra qualche giorno gli raccontiate delle esperienze vissute insieme e gli mostriate qualche foto di lui insieme a voi per provargli che state dicendo la verità. Bene, ora vi lascio stare un po' col paziente» aveva poi detto loro il dottor Yamamoto, prima di lasciare la stanza.
Tutti si guardarono tra loro, con aria rassegnata. Stavano pensando la stessa cosa: non c'erano foto di Ryuzaki in giro, nemmeno di quando era piccolo, figuriamoci se si era poi mai fatto fare un selfie con la squadra investigativa. Dunque non avrebbero potuto provare a L di essere suoi alleati finché lui non ci avesse creduto di sua spontanea volontà.
Era ormai notte fonda, e i membri della squadra erano tutti molto stanchi.
Light se ne accorse, così disse: «Papà, Matsuda, e tutti gli altri... voi andate pure. Non serve che stiate qui, anzi, al povero Ryuzaki farete ancora più confusione. Resto qui io con lui»
«Ma Light...» lo interruppe suo padre, titubante. «Non hai nemmeno mangiato nulla, sei a digiuno da stamattina»
«Non ho fame, papà, non preoccuparti. Al massimo vado a prendere qualcosa poi ad un distributore» rispose Light con un sorrisetto.
«Bene, allora noi andiamo. Ci vediamo domani, Light» lo salutò il sovrintendente, e gli altri fecero lo stesso.
L'ultima cosa che Light vide prima che sparissero dal suo campo visivo fu l'espressione dispiaciuta di Misa.
"Però... che buffa cosa, eh? Stamattina Ryuzaki mi confida che Misa lo ha baciato ieri e che gli ha fatto un succhiotto. Allora mi viene la brillante idea di confonderlo ancora di più, fingendomi innamorato di lui. Poi c'è una forte scossa che ci distrugge il rifugio, io e lui ci baciamo, per mia iniziativa, poi alle terme gli faccio un massaggio. E ora lui si trova qui disteso a letto senza ricordarsi nulla. Il destino mi vuole male: ho fatto tutto questo per niente. Incredibile quante cose ho pensato di fare in un solo giorno, e una semplice scivolata in piscina ha rovinato radicalmente i miei piani! Però continuo a chiedermi... perché mi è venuto il forte impulso di salvare L? Perché mi importa così tanto di lui? Eppure... adesso è qui, steso su un letto, indifeso, e non si ricorda neppure di che cosa sia il caso Kira e tutte le indagini legate a quest'ultimo! Dovrei provare quasi sollievo e invece... mi viene voglia di abbracciarlo e consolarlo. Cosa mi sta succedendo?'
In preda a questi pensieri turbati, Light si addormentò appoggiando la testa su un lato del letto in cui era steso Ryuzaki.
La mattina dopo, Light aprì gli occhi che già il sole era alto.
Alzò la testa e trovò un paio di occhi color nero pece a fissarlo.
«T-tu... di nuovo tu?» cominciò a dire L, tutto spaesato.
«D-dove... dove mi trovo?» continuò poi, guardandosi intorno.
Light si mise dritto sulla sedia e si ricompose, imbarazzato.
«Ascolta, Ryuzaki: ieri ti sentivi male così ti abbiamo portato qui in ospedale. Non devi aver paura di niente, ci sono io qui a sorvegliarti. Purtroppo hai dato una forte botta alla testa e non ricordi più nulla, ma non temere: col passare del tempo recupererai alcuni ricordi» disse tutto d'un fiato, quasi spazientito.
«D-dunque io...» balbettò L, e fece una pausa indicandosi lentamente. «Io... avrei perso la memoria? Ma n-non ricordo nulla...». Poi si grattò la testa guardando altrove.
«Ryuzaki, è normale che ora tu ti senta spaesato. Però devi cercare di stare calmo. Ci sono io qui con te e ti aiuterò a chiarire ogni tuo dubbio.»
«Quindi... io mi chiamo Ryuzaki?» domandò L.
«Sì, eri un famoso detective conosciuto in tutto il mondo. Eravamo amici noi, sai?» gli rispose Light, sorridendo.
«A-amici...? Io e te? Mmm... effettivamente al primo impatto mi hai dato l'idea di essere uno abbastanza scaltro. Quindi sì, probabilmente sì... ti credo» riflettè L ad alta voce, con sguardo vacuo.
Light stava per rispondergli, ma i due vennero di colpo interrotti dall'entrata di un'infermiera.
«Scusate l'interruzione, ci sono visite per il signor Ryuzaki» disse, dopo aver piegato leggermente il capo.
Subito dopo fecero la loro comparsa in stanza il sovrintendente e Matsuda, con aria sollevata.
«Light... Ryuzaki verrà dimesso fra pochi giorni, ci hanno appena detto che i medici hanno stabilito che può tornare a casa tranquillamente» lo informò, sollevato.
«Io... ho una casa?» domandò L, indicandosi di nuovo.
«Ehi, Ryuzaki, credevi forse che per 25 anni avessi vissuto sotto un ponte?» ironizzò Light, ridendo, ma si ricompose subito con un colpo di tosse, dopo l'occhiataccia ricevuta da suo padre.
«In ogni caso, Ryuzaki...» cominciò a dire Matsuda. «Ora ti faremo vedere delle cose che forse ti aiuteranno a riacquistare qualche ricordo»
Detto ciò, tirò fuori dalla tasca dei fogli stroppicciati, quasi illeggibili, e li aprì sotto lo sguardo curioso di L.
«Ecco, Ryuzaki, vedi... tu eri un detective molto famoso, il più famoso del mondo, direi, e nessuno conosceva la tua vera identità tranne noi. Per tutto questo tempo hai collaborato con la squadra investigativa in incognito, indagando tramite un computer connesso ad internet. Mentre indagavi prendevi degli appunti, e io sono riuscito a rintracciare questi dopo il terremoto... Ah già, non te l'ho detto, c'è stato un terremoto ieri mattina ma, alla fine ci siamo salvati tutti, e...»
«Matsuda, vacci piano, gli stai dicendo troppe cose in una volta sola» gli fece presente il sovrintendente Yagami.
«Sì, mi scusi, sovrintendente. Comunque Ryuzaki, ecco... questi fogli sono stati interamente scritti da te. Ricordi di aver preso questi appunti?» chiese Matsuda in tono cauto. Gli sudava la faccia, era agitato, pur sapendo già che difficilmente Ryuzaki avrebbe ricordato qualcosa. Ma erano le uniche cose che gli potessero far vedere, non avendo foto di lui o altro.
Ryuzaki prese i fogli con attenzione, e li avvicinò agli occhi il più possibile.
Dopo qualche secondo, voltò pagina ed esaminò gli altri fogli in meno di un minuto.
Light e gli altri si guardavano con aria interrogativa, dopodiché Ryuzaki parlò: «Ma cosa c'è scritto qui? Vedo solo strani simboli...»
Fu così che Light, con un atto molto scenico, sbattè il palmo della mano contro la fronte, gridando: «Oh, no, accidenti!»
Doveva fingersi preoccupato, ed in effetti un po' lo era sul serio, ma non gli avrebbe fatto male esagerare per mostrarsi veramente empatico.
Invece il sovrintendente Yagami e Matsuda assunsero un'aria tremendamente avvilita, guardandosi senza ormai alcuna speranza.
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Crack || Death Note
FanfictionI personaggi di Death Note, in seguito a cause di forza maggiore, sono costretti ad andare a vivere in una casa di campagna e a continuare le loro indagini di nascosto. Che cosa succederà ai nostri protagonisti in un paesino di campagna sperduto, lo...