-sotto il cielo nuovo-

22 6 3
                                    

Gli anni passarono e mi ritrovai ad avere diciassette anni. Ormai la mia vita era completa, anche se un vuoto rimaneva. Non avevo notizie di mia madre, non sapevo che fine avesse fatto. Mi chiedevo spesso se pensasse a me, ma ogni giorno che passava senza una sua notizia faceva affievolire quella speranza.

Il mio rapporto con Haru era rimasto lo stesso, caratterizzato da un silenzio imbarazzante e una distanza che sembrava incolmabile. Ho sperato per tanto tempo in un cambiamento, ma tutto è rimasto uguale. Tranne il mio rapporto con Tina; eravamo diventate inseparabili. Con il suo amore incondizionato, aveva facilmente sostituito la presenza di mia madre nella mia vita. Ogni volta che ridevamo insieme, il suo sorriso illuminava le mie giornate, rendendole più leggere. Ma adesso, Tina lavorava di più e spesso stava giorni fuori casa. La casa, che un tempo era un rifugio di calore, a volte sembrava vuota e silenziosa senza di lei.

Mi ritrovai spesso chiusa in casa da sola con Haru, ma era come se fossi del tutto sola. Le sue occupazioni lo tenevano lontano, e il suo mondo sembrava non includermi. Guardavo fuori dalla finestra, osservando le foglie d’autunno cadere, dipingendo il terreno con sfumature di arancione e rosso. La bellezza del cambiamento delle stagioni mi ricordava che anche io stavo crescendo, ma il peso della solitudine si faceva sentire più forte.

Adesso, sto bene. Le cicatrici nel mio cuore sono rimaste, ma sono state risanate, un segno delle battaglie che ho combattuto. Vivo felice, ma a volte gli incubi mi tormentano. Ogni notte, ripenso spesso a lei e alla sua figura sfocata, il suo profumo familiare che sembrava svanire. Sognavo di lei come un’ombra lontana, una parte di me che non riuscivo a lasciar andare.

Domani sarà il mio primo giorno di college. Il pensiero mi riempiva di emozione e paura allo stesso tempo. Sarà il mio primo anno; per Haru, invece, il secondo. La notte prima dell'inizio delle lezioni, mi ritrovai a fissare il soffitto, le stelle visibili dalla mia finestra illuminavano la stanza con una luce blu. L’adrenalina scorreva nelle mie vene mentre immaginavo le nuove avventure che mi aspettavano. Non sapevo come andrà; spero di farmi delle amicizie, di vivere una vita come quella delle liceali dei film e, perché no, trovare magari un amore adolescenziale.

Quando il sole finalmente sorse, la luce dorata riempì la mia stanza. Mi alzai con un misto di nervosismo e determinazione. Indossai un vestito semplice, ma che mi faceva sentire bene. I colori brillanti della mia maglietta si riflettevano nel mio stato d'animo, mentre le scarpe nuove mi facevano sentire pronta a conquistare il mondo.

Al college, l’aria era vibrante di eccitazione. Gli studenti si muovevano come un fiume in piena, parlando e ridendo. Le pareti dei corridoi erano decorate con poster dai colori vivaci che annunciavano eventi e attività. Durante la prima lezione, mi sedetti in fondo all’aula, cercando di non farmi notare. Ma quando il professore iniziò a parlare, la sua voce calda e appassionata mi catturò, e cominciai a perdere la mia ansia.

A metà mattina, decisi di prendermi una pausa e mi sedetti su una panchina nel cortile, circondata da alberi che si vestivano di verde brillante. Le chiacchiere degli studenti si mescolavano con il suono delle foglie mosse dal vento. Proprio in quel momento, una ragazza dai capelli ricci e luminosi si avvicinò a me. "Ciao! Posso sedermi?" chiese con un sorriso radioso.

Quella semplice domanda aprì la porta a una conversazione, e il mio cuore si riempì di speranza. Parlammo delle nostre passioni e dei nostri sogni. Iniziai a sentire una connessione, come se un nuovo capitolo della mia vita stesse prendendo forma.

Mentre il sole tramontava, dipingendo il cielo di sfumature rosa e arancioni, capii che la mia nuova vita stava appena iniziando. Le cicatrici, sebbene visibili, facevano parte di me, e ora avevo l’opportunità di scrivere la mia storia, piena di colori, emozioni e nuove avventure.
Ecco la versione con la modifica richiesta:

---

Ma la chiacchierata fu interrotta dalla presenza di Haru. Era lontano, ma riuscii a catturare la mia attenzione, distratta dalla piacevole conversazione. Lo vedevo accerchiato da ragazzi alti e muscolosi, il suo atteggiamento spavaldo si faceva notare. Due ragazze lo circondavano, ma una in particolare si avvicinava a lui in modo intimo, ridendo a crepapelle. La visione di quella scena mi fece intuire che forse fosse la sua ragazza, un pensiero che mi colpì come una freccia.

Haru, fuori casa, mostrava un atteggiamento più ribelle, quasi come se fosse un cattivo ragazzo. I suoi capelli scuri erano disordinati, incorniciando un viso che esprimeva sicurezza. Ma davanti a Tina, si mostrava come un dolce angioletto, una maschera che indossava con facilità. Sapevo bene che di angelico nel suo carattere non c’era nulla. Eppure, non conoscevo i suoi lati scuri, quel mistero che avvolgeva il suo mondo di amicizie.

Mentre osservavo, la mia mente vagava, domandandomi chi fossero quei ragazzi; le loro risate risuonavano nell’aria come un canto di sirene. In tutti quegli anni, non avevo mai visto i suoi amici, una parte della sua vita che sembrava estranea alla mia.

“Ehi, ci sei?” disse la ragazza ridendo, strappandomi dai miei pensieri.

“Scusami… mi sono… distratta,” risposi, forzando un sorriso per mascherare l’imbarazzo.

“Non mi dire che ti piace uno di quei ragazzi,” disse, inclinando la testa con un’espressione divertita. “Fidati, lascia perdere, sono tutti uno peggio dell'altro. Ma tra tutti, quello dai lineamenti asiatici è il peggiore.” La sua voce era un misto di avvertimento e scherno.

Un brivido mi percorse alla sua affermazione. Bene, chi gli dice che quello vive nella mia stessa casa? pensai ironicamente. Ma non doveva sapere nessuno della mia parentela; non volevo essere associata a lui, al suo mondo di ribellione e disobbedienza.

Guardai di nuovo verso Haru, il suo sorriso sicuro e quel modo di gesticolare mentre parlava mi faceva sentire confusa. La sua figura sembrava brillare sotto la luce calda del sole, creando un contrasto con il grigiore della mia insicurezza. Eppure, in quel momento, provai a nascondere il tumulto che si agitava dentro di me. Era strano come una sola persona potesse suscitare così tante emozioni contrastanti.

“Ehi, torniamo a parlare di noi?” la mia amica interruppe i miei pensieri, ma le parole mi arrivavano come un’eco lontana, mentre il mio sguardo rimaneva fisso su Haru e sulla sua vita che si svolgeva lontano da me.

the eclipseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora