CAPITOLO 16 Festa di metà estate.

10 3 0
                                    


Louis
«Ragazzi, ci verrete alla festa di metà estate che hanno organizzato Abigail e Flora?»
«Sì.» confermai, mentre sorseggiavo il caffè. 
«Voi con chi ci andrete?» chiese Carl.
«Io con Aleandro.» annunciò Gennaro.
«No, io intendo di ragazza.» specificò Carl.
Lui non sapeva che Gennaro era omosessuale.
Ma aspetta non dirmi che...
«Io e Aleandro stiamo insieme.» annunciò.
Non riuscii a trattenere un sorriso.
Ero davvero felice per i miei migliori amici.
«Dai ragazzi, sono davvero entusiasta. E tu, Louis, porti Daphne?»
«No, la faccio andare con Kiish così ci farà da talpa.» spiegai.
Presi un altro sorso dal caffè, sperando che nessuno mi fece domande per ieri notte.
«Che hai fatto ieri con Daphne?» ruppe il silenzio Aleandro.
Porca puttana.
«L'ho portata sulla Tour Eiffelle.» raccontai brevemente, senza lasciar spazio ai dettagli.
«E...»
«E le è piaciuta.» cercai di deviare il discorso perché sapevo dove voleva arrivare.
«Eh, mannagg'.» esclamò Gennaro nel suo dialetto che ormai avevo imparato a conoscere. «Vuole sapere i dettagli piccanti, 'sto bricconcello!» spiegò.
Già lo sapevo, Gennaro. Grazie del tuo bellissimo e utilissimo intervento!
Sbuffai. «L'ho fatta venire con le dita.» Carl assunse una smorfia di disgusto come se fosse un prete ad ascoltare queste parole. «Due volte.» precisai.
«Assafà!» esclamò Gennaro, sempre in dialetto. «Grazie, Louis. Hai reso il bimbo felice.» mi ringraziò, rivolgendosi ad Aleandro.
«Io lo sapevo!» esultò quest'ultimo.
Trattenni un sorriso mordendomi la guancia.
Il solo ricordo mi faceva sorridere come un coglione.
«Louis, andiamoci a preparare che dobbiamo fare le prove dei protagonisti di Bayadère.» mi ricordò Gennaro.

Daphne
«Daphne, cosa. Cazzo. È. Successo. Ieri. Notte?» mi chiesero le mie amiche.
«Ehm... io... oh, accidenti! Si è fatto tardi. Devo andare alle prove dei protagonisti. Ciao.» scappai.
«Ma almeno avete...?» chiese Noemi, facendo un gesto volgare.
«Più o meno.» dissi di sfuggita, mentre scappavo a gambe levate dalla mensa per due motivi.
Il primo era che ero in ritardo.
Il secondo era che non volevo raccontare nulla di ciò che era accaduto questa notte. 
Perché ogni volta che ci pensavo mi batteva forte il cuore?
Perché avrei voluto rifarlo, a patto che fosse sempre stato Louis a toccarmi?
Ne parlerò con Gennaro. Lui ha sempre la soluzione.

POCO DOPO...
«Gennaro, so che non è il momento, ma dobbiamo parlare.»
«Okay, dimmi tutto.» disse pacificamente il mio amico.
«Ultimamente io... sono più strana in presenza di Louis. Mi lascio troppo andare. E a me non è mai capitato.» riassunsi.
«È perché ti piace.» affermò.
Diventai paonazza all'istante.
«Non è vero.» smentii, con scarsi risultati perché non mi credevo nemmeno io.
«Ti faresti mettere la mano di Kiish Kaur tra le gambe?»
Trasalii. «Assolutamente no, non mi piace.»
«Allora ti piace Louis.»
«Ma cosa c'entra?»
«Perché Louis la mano fra le tue gambe la mette: e tu lo lasci fare.» disse con saccenza.
Quel bastardo ha parlato...
«Sei diventata rossa.» constatò tra una risata soffocata e l'altra.
«Lo so.» pronunciai, imbronciata.
«Daphne. Vieni a provare con Louis.» ordinò madame Dubois.
Io e Louis iniziammo la coreografia. Ero rigida come un tronco.
«Rilassati.» mi sussurrò invisibilmente all'orecchio.
Un brivido percorse la mia colonna vertebrale come se fosse un'auto da corsa un una pista.
Deglutii.
«Ecco, così. Bravissima.»
Il suo timbro graffiante mi fece venire la pelle d'oca ma comunque mi sciolse.
«Stasera, raccogli un po' di informazioni di Kiish e poi fai il piglia e porta.» mi consigliò.
«Sì lo so.» sibilai.
«Vorrei baciarti.» ammise.
Gli scoccai un'occhiaccia.

Louis
Oggi ho imparato una lezione: quando sono in presenza di Daphne devo chiudermi questa cazzo di bocca. 
Ogni giorno che passava diventavo sempre più un cretino e non potevo proprio farmi venire un'erezione con la calzamaglia di danza classica.
«Per quanto, mi costi ammetterlo, anche io vorrei baciarti.» abbassò per pochi secondi lo sguardo.
Devo rimanere lucido.
Non posso baciarla mentre balliamo.
«Ottima performance, ragazzi. Voi due potete andare.»
Grazie a Dio!
Con un gesto galante aprii la porta alla ragazza di cui ero perdutamente innamorato.
La bloccai spalle al muro contro la prima parete che incontrammo.
«Volevi baciarmi?» le domandai.
Mi premetti contro di lei e nonostante fossi più alto, i nostri corpi aderirono perfettamente.
«Se non sbaglio il primo che lo aveva annunciato sei stato tu.»
Ma quanto la adoro quando fa la finta esperta!?
Invece non sa proprio un cazzo... in tutti i sensi.
«Giusto.»
Avvicinai le labbra alle sue ma il cigolio della porta mi fece trasalire.
«Accipicchia Daphne, guarda cosa avevi tra i capelli! Bene te l'ho tolto. Ciao.» inventai la prima scusa che avevo sulla punta della lingua e scappai come un codardo in camerino prima che gli altri scoprissero ciò che stavo per fare.
Ma poi... accipicchia? Chi cazzo l'ha mai usato accipicchia?

ORE DOPO...
Daphne
«Daphne! Hanno suonato. È Kiish!» annunciarono Noemi e Jasmine.
«No!» esclamai.
Noemi mi si avvicinò. «Kiish è un figo della madonna. Di cosa ti lamenti?» disse con il trucco ancora informe.
«È che a me piace da impazzire Louis Clark!» sputai troppo velocemente.
Le mie conoscenti, che poco a poco stavano diventando amiche, accorsero come se avessi detto la cosa più colossale che potessi mai pronunciare in vita mia.
«Sei seria?»
«Sì, perché non dovrei esserlo?»
Noemi e Jasmine lanciarono un gridolino di gioia.
«Io lo sapevo fin dall'inizio!» si vantò Jasmine agitando i ricci castano scuro.
«Okay, Daphne. Ora vai da Kiish stai lì un po' e poi potrai andare dal tuo amato.» mi consigliò Noemi.
Credeva che fossi in un film?
«Okay, d'accordo.»
Aprii la porta e vidi Kiish Kaur con una rosa rossa.
Era per me.
«Sei bellissima stasera.» disse, fissando la scollatura del mio top arancio.
Non mi ha nemmeno guardata in faccia.
«Che ne pensi se parliamo un po' di te? Voglio conoscerti.» lo invitai a raccontare.
«Sì. Comunque ho preso questa per te.»
«Oh, bellissima.» mentii.
In stanza l'avrei sicuramente buttata.

UN'ORA DOPO...
È un ora che Kiish Kaur mi parla dei suoi successi nell'ambito di danza.
«E, sentiamo, hai fratelli? Ti sta simpatico Louis Clark?»
In un modo o nell'altro dovevo far partire il piano.
«Sì, ho una sorella in India malata di cancro e non abbiamo i soldi per le cure. Io vorrei essere il ballerino migliore per avere fama e ricevere i soldi. Ne necessito.» spiegò con gli occhi lucidi. «E non sopporto Louis Clark perché tutti gli puntano gli occhi addosso e noi, comuni mortali, veniamo messi da parte.»
Bingo!
«Lo trovo giusto ma... Kiish, se tua sorella si trova in queste condizioni, non può bastarti lo stipendio da ballerino che ancora non prendi perché non sei professionista.» mi finsi empatica ma non me fregava nulla, in realtà.
«E tu sei l'unica che ti sei mai interessata davvero, quindi...»
Avvicinò le labbra alle mie.
Cercai di scostarmi ma con violenza mi bloccò i polsi.
Tutti i ballerini erano distratti ed io ero costretta a baciarlo.
Quando le sue labbra furono ad un centimetro dalle mie, un pugno violento gli segnò la faccia.
«Non provarci mai più.» Louis. «Se provi solo a sfiorarla un'altra volta, cazzo, ti faccio nero. Anzi, già lo sei. Giuro che non potrai mai più ballare.» lo minacciò. «E ora fuori dalla mia vista.»
Due ragazze fecero capolino.
Una aveva i capelli lisci e neri e un'altra i capelli mossi di un color ciliegia scuro. «E anche dalla nostra festa.» a quanto pare erano Abigail e Flora.
Louis mi prese per mano.
«Andiamocene. La festa per noi è conclusa.»
Louis mi accompagnò in camera sua.
«Io ho paura di andare in camera da sola. Jasmine e Noemi torneranno tardi...» ammisi.
«Ti ho per caso chiesto di andare via? Se ti ho portata in camera mia ci sarà un motivo. Dormiamo insieme, se ti va.»
«Louis, io non ho mai dormito con un ragazzo... poi... ecco io e te non siamo...»
«Fidanzati?» mi spronò.
«Sì, ecco.»
«Vorrei che lo fossimo. Svegliarmi sempre con il tuo profumo tra le lenzuola, andare oltre i baci che ci scambiamo... me lo immagino proprio. Ma tanto tu lo hai esplicitamente detto. Non vuoi cose serie perché sei venuta qui per studiare danza, non per farti una vita quindi, bhe, ti capisco.»
«Louis.» lo interruppi. «Tu mi piaci da impazzire.»

POCO DOPO...
Ero nel letto di un ragazzo per la prima volta.
Ma non un ragazzo qualunque.
Il ragazzo in questione era Louis Clark.
«Mi piaci con i miei vestiti addosso.» constatò, mentre si sdraiava affianco a me.
«In realtà ti preferisco senza vestiti, ma quello è un dato di fatto.»
Stavo andando a fuoco.
«Louis...» biascicai.
«E mi piace anche quando mi chiami così.» aggiunse, mettendosi sopra di me.
«Che c'è? Stanotte ti senti più romantico?» lo presi in giro.
«Non hai visto ancora nulla. Non sai quanto io possa essere romantico.» si pavoneggiò.
«Mhh... tipo?» lo provocai, sporgendo le labbra in fuori.
«Vuoi sapere troppo in una sola volta, ragazzina. Però, se vuoi potrei darti un piccolo assaggio...» rifletté un secondo. «In tutti i sensi.»
Gli diedi uno schiaffetto delicato sul bicipite. «Non fare il cretino, Clark!» lo ammonii.
«Allora, ragazzina? Le infrangiamo queste regole?»
Mi chiese con gli occhi oro e marroni che luccicarono dal desiderio.
Non poteva fare così, però!
Poi passavo io per l'incoerente!
«Louis...» puntò quelle iridi striate nelle mie. «Sono tua
Non avrei mai pensato di dire queste parole a qualcuno.
Arrivò all'altezza delle mie labbra e mi baciò con una delicatezza che non ci apparteneva.
Poi, con il viso perfetto tra le mie cosce esili, iniziò a baciare zone molto differenti dalle mie labbra e in quel momento pensai che non ci sarebbe stato nulla di meglio di noi due insieme.
Daphne e Louis.
Per sempre.

A Un Passo Dalle StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora