CAPITOLO 6 Conoscenze poco puacevoli.

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Come una cretina stavo seguendo i tre ragazzi della prima divisione che sembravano conoscermi ma che io non avevo visto affatto.
Al posto di passare del tempo con la mia madrina o le mie compagne di stanza ero obbligata a seguirli senza un motivo specifico.
Svoltammo in diversi corridoi fino a trovarci nei meandri della scuola di danza.
Mi fecero entrare in una stanza.
Accesero la luce e mi ritrovai davanti Louis Clark.
Oh, cazzo.
«Oh, oh! Abbiamo qui Daphne Brown... ma che piacere.» disse, calcando quella parola.
«Perché mi hai fatta portare qui?» chiesi, arrabbiata.
«Calmati, ragazzina.» disse con tono pacato. «Mettiamo in chiaro delle cosette: se io lancio frecciatine, nessuno può rispondere. Questo è il mio ultimo anno da allievo e se mi andrà bene entrerò nel corpo di ballo. Vedi di non intossicarmelo.»
«Louis, non esagerare.» lo ammonì il ragazzo dagli occhi color oceano che a quanto ho sentito si chiamava Carl e veniva da New York.
«Zitto, Carl.»
«Intanto, quello che l'ha baciata sei tu. Se io, Carl e Aleandro diciamo che stai esagerando, tu la smetti. Sono le regole di questo gruppo e le hai stabilite tu:"la maggioranza vince".»
Sospirò, esausto. «Va bene.» poi spostò lo sguardo su di me. «Fatti raccontare dalle tue amichette come ci si comporta con me... e non solo a letto, visto che lo sanno più che bene.» aggiunse facendomi l'occhiolino.
«Ma che schifo!» commentai.
Gennaro e Aleandro mi presero per gli avambracci e mi allontanarono qualche metro da lui e Carl gli si mise davanti.
«Allora non hai capito un cazzo?» mi chiese arrabbiato Louis.
«Calmati, Louis, è una ragazza!» gli fece presente Carl.
«Okay, ciao a tutti io me ne vado.» annunciai, esausta di quelle liti.
«Ma dove vai che non sapresti tornare in camera tua nemmeno con il navigatore!» alluse Louis. «Accompagnatela.» intimò ai suoi amici.
Gennaro e Aleandro mi scortarono in camera mentre Carl stava parlando con Louis Clark di qualcosa che non riuscii ad intuire.
«Che fate stasera?» chiesi per smorzare la tensione anche se non mi interessava.
Aleandro mi rispose. «Andiamo io, Gennaro, Carl e Louis a...»
«A fare una passeggiata per di qua... attorno alla scuola, giusto per uscire un po'.» prese la parola Gennaro.
«Esattamente.» confermò Aleandro ma naturalmente c'era sotto qualcosa.
Quando arrivammo davanti alla porta della mia camera, li salutai e per fortuna ora c'erano le due ore libere dei ballerini.
Dopo la cena, dalle nove e mezza di sera alle undici e mezza di sera, i ballerini potevano andare e fare ciò che volevano. Peccato che questa cosa si svolgeva solo il sabato e la domenica...
Io naturalmente nelle due ore libere resterò in camera e mi dedicherò al mio fisico quindi farò un po' di addominali e qualche esercizio di sbarra per i piedi.
Vidi Noemi e Jasmine che si truccavano.
«Ehi ragazze, dove andate?»
«Naturalmente usciamo... andiamo a fare una passeggiata vicino la Torre Eifelle. Non ti abbiamo invitata solo perché non eri presente, altrimenti te l'avremmo detto!» spiegò Jasmine.
«Okay, non preoccupatevi. Non sarei voluta venire comunque.»
Le salutai e feci le mie solite serie di addominali.

"Non ti mantieni sulle punte perché sei troppo grassa!"

I ricordi di quella voce mi fecero venire il voltastomaco e cercai di distrarmi.
Quando casualmente mi affacciai alla finestra vidi qualcosa di inspiegabile: Louis Clark e i suoi amici stavano parlando sul retro dell'Opéra, esattamente dove affaccia la mia camera, con una persona incappucciata. Sembrava si scambiassero del denaro o qualcosa del genere.
E allora le mie conclusioni furono affrettate.
Quei ragazzi vengono rispettati perché hanno a che fare con della roba che non mi piace affatto. Sono venuta qui per portare avanti il mio futuro e non per socializzare con dei ballerini poco affidabili che si comportano in modo infantile.
Visto che ero stanca di quella situazione, videochiamai i gemelli per vedere come proseguiva la vita a Los Angeles.
«Ciao Mathias, ciao Thomas. Tutto bene lì da voi?»
«Sì. Siamo appena tornati da una festa e abbiamo rimorchiato un botto di tipe!»
Scoppiai a ridere.
Ero consapevole che i miei fratelli più piccoli erano dei bei ragazzi ma che rimorchiassero così tante ragazze data la loro stupidità la vedevo una cosa un po' impossibile.
«Ma avete quindici anni, chi dovete rimorchiare scusate?» chiesi ironica.
«Ehi, guarda che le ragazze ci vengono a presso come non mai in questo periodo!» mi informò Mathias. «Thomas ha fatto colpo su una biondina riccia niente male, io invece ne ho presa una mora con delle cazzo di curve!»
«Mathias, non sono un maschio. Non sono interessata alle vostre conquiste né al genere femminile quindi delle donne parlaci con tuo fratello gemello. Ragazzi, salutatemi mamma e papà. Ciao ciao!» li salutai.
«A mai più.» scherzarono loro, prima di chiudere la chiamata.
Appena posai il cellulare ricevetti una chiamata da Noemi.
«Noemi, tutto bene?»
«No che non va bene, io e Jasmine abbiamo trovato fuori la porta dell'Opéra un messaggio cartaceo inviato per Louis Clark. Diceva "Louis Clark, pian piano ti farò cedere, anche se ho accettato il tuo bel gruzzoletto, non rispetterò il patto. E dimmi un po', chi è quella ragazzina bionda che ho visto per la prima volta?" Daphne, la "ragazzina bionda" sei tu, cazzo.»
Oddio, sono in un bel guaio.
E non ho la benché minima idea di come tirarmi fuori.

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