Louis
Avete presente quando vuoi che accada qualcosa in un preciso istante, poi accade, ma nel momento sbagliato?
Ecco. È quello che è successo a me.
Per carità, avevo intenzione di avere un figlio da Daphne, ma nel momento giusto.
Ora avevamo il balletto della Bayadère, la mia festa del passaggio al Corpo di Ballo e Daphne aveva ancora tutto il percorso da allieva prima di entrare a farne parte.
Mi decisi a parlare.
«Sei proprio sicura di aver preso la pillola, quella volta?» le chiesi.
«Sì, Louis. Lo giuro.» disse tra le lacrime. Mi faceva tenerezza così.
Era così fragile...
Ma era anche molto brava a non farlo vedere.
«A che farmacia sei andata?»
«Quella vicino al nostro Hotel.» rispose lentamente.
Osservai lo squarcio che le aveva procurato il proiettile coperto da un cerotto.
Almeno stava bene!
«Andrò ad informarmi.» risposi in tono serio per due motivi.
Il primo era perché lo ero davvero.
Il secondo era perché a lei piaceva da impazzire quando lo facevo.
Mi stavo per alzare quando lei mi trattenne una mano.
«Louis... tu lo volevi, un figlio?» mi chiese con gli occhi lucidi.
«Certo, Daphne...» sospirai. «Solo che questo... ecco... non era uno dei momenti migliori.»
«Non abortirò.» decretò, seria.
«Non ti ho chiesto di farlo. Era anche responsabilità mia. Potevo metterlo, il preservativo.»
La baciai in modo casto sulle labbra.
Questo mi sembrava il momento giusto.
L'avevo messa incinta, cavolo.
«Ti...»
Alla porta bussarono.
«Ragazzi, posso entrare?»
Era la madre di Daphne, Ashly.
Ma vaffanculo!
«...voglio bene.» conclusi.
«Anche io ti voglio bene, Louis. Tanto, tanto bene.»IN FARMACIA...
Che cazzo mi toccava fare!
A primo impatto mi sembrava una farmacia comune.
Ma ad un certo punto, notai una farmacista con una faccia conosciuta.
I tratti asiatici ed i capelli scuri. L'ho già vista da qualche parte, ne sono certo.
I suoi occhiali avevano una montatura familiare.
Solo che quella coda bassa... era quella che mi distraeva.
Se l'avesse sciolta, magari mi sarebbe venuto in mente a chi somigliava o magari chi fosse. «Mi scusi, potete darmi...»ALL'HOTEL...
Ciò che mi aveva dato la farmacista mi sembravano delle comuni pillole anticoncezionali.
Le avevo comprate per metterle a confronto con quelle che aveva acquistato Daphne per vedere se erano uguali o meno.
In un cassetto trovai delle pillole.
Eccole.
Erano contenute in un piccolo barattolino in vetro e ce n'erano solo quattro.
Erano media grandezza per esssere delle compresse.
Aprii il pacchetto e la misi a confronto con una di quelle della farmacista.
Effettivamente... erano leggermente differenti!
Maledetti bastardi!
Era stato decisamente qualcuno che lavorava alla farmacia ad aver fatto quel torto alla mia ragazzina.
Non hanno ancora capito con chi si sono messi contro...
Qualche ora dopo le avevo già portate ad analizzare.
Le pastiglie che aveva preso Daphne non erano anticoncezionali, bensì per abbassare la pressione; e se Daphne soffriva già di suo di pressione bassa, poi mangiava poco e in più aveva ingerito questa pillola, aveva avuto un calo di zuccheri che l'aveva fatta svenire, come aveva detto il medico.
Ma se queste erano compresse per far abbassare la pressione, qualcuno le avrà scambiate apposta perché conosceva Daphne e perché sapeva che era la prima volta che le assumeva e che non era in grado di distinguerle perché non le aveva mai prese, per l'appunto.
E se a capo di tutto questo ci fosse Kiish Kaur?
Perché quella stessa mattina avevamo ricevuto quel bigliettino...
Sono certo che Kiish Kaur c'entrava qualcosa.
Lui c'entrava sempre qualcosa.
Possedeva un'indole crudele e spietata, capace di far del male a chiunque, senza fregarsene un minimo delle vite altrui.
Per questo la pagherà.
Per questo, da oggi quello stronzo, avrà la guerra, così come desidera.
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A Un Passo Dalle Stelle
ChickLitUn amore che va oltre i confini della vita... Daphne Brown e Louis Clark si sono conosciuti da piccoli, grazie ai loro genitori che erano migliori amici (Libro MADAME, non ne è necessaria la lettura prima di iniziare questo libro ma vi consiglio com...