Crepa(il)cuore

69. Volatile crepe

Sono come una lapide, fredda, costruita, grigia, incisa di lettere che riportano un nome senza nome, emozione, tatto alcuno. Una data insignificante. Una natura morta, colorazioni spente, viscida di pioggia. Accumulo di terra, sacrificata al luogo. Accesa da una candela ormai spenta, lungo il viale dei ricordi, nostalgia, canaglia di animo umano, imperfetto nella sua iraconda condizione d'essere. Esprimere uno stato d'animo incomunicabile. Mi sento volatile, nel cielo nuvoloso. In attesa di tempesta. Impaurita dal temporale. A caccia di parole che ancora non conosco. Vicissitudini di vita che non so spiegare, dialoghi interiori che voglio strapparmi di dosso. Cercare. Essere. Persona migliore, per te, per meritarti, meritarmi, un sorriso, un mal di pancia, farfalle impazzite che ormai morte, si adagiano indisposte nelle mie budella. Non credo nel potere catartico della parola, io ne sono succube. Vittima ignara e ignorante. Sorrido dei miei mali, mancanze, vittimismi. Galleggio tra una vita che vorrei e quella che ho. Mi incolpo, ti incolpo. Non ho nessuna pretesa di ascolto,  non sono qui per rimanere, sono qui per cicatrizzare crepe. Smettere di credere al buio, lasciarmi invadere dalla luce. A volte ci riesce sai? Altre cadiamo luogo di noi stessi, dei passi decisi a non esser compiuti. Il capitano non abbandona la nave e la nave galleggia impetuosa, orgogliosa, acciaccata. Che tanto di noi, rimarrà una lapide incisa di lettere che tenteranno invano di esprimere anima, spirito, carattere, personalità, indole, natura, temperamento, sensibilità, psiche, disposizione, intenzione, pensiero, mente, coraggio, valore, audacia, ardimento incomunicabile, volatile.