Xavier è tornato. Dopo un anno in riformatorio, il ragazzo più temuto della scuola è di nuovo in città, e con lui il suo gruppo di amici.
Addie, una ragazza con un passato difficile che ha imparato a mascherare la sua fragilità. Il passato però, è u...
Gli amori impossibili non finiscono mai, sono quelli che durano per sempre -Ferzan Özpetek
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Adeline's pov
Ovunque vada, sembra che ci sia una parola sussurrata con timore: Xavier. Il solo suono di quella parola mi provoca una scia di brividi lungo la schiena, e i ricordi ogni volta iniziano a riaffiorare.
Mentre camminavo nel corridoio, gli studenti mi lanciavano sguardi rapidi; posso notare nei loro occhi paura, e persino i professori sembrano essere preoccupati. Mi sembra quasi di soffocare tra le mura di questi corridoi affollati.
L'unico mio desiderio era non incontrare lui.
"Ehy, Addie!" Una voce gentile femminile mi riscuote dai pensieri; mi volto verso di essa e noto Vanessa, un'altra delle mie migliori amiche.
"Vanessa, ciao! Dov'eri prima? Ti aspettavamo alla panchina!" dissi, camminando insieme a lei; almeno sarebbe stata una distrazione dai miei pensieri.
"Oh, lo so, mi dispiace, oggi ho fatto ritardo e per ques... Oh mio Dio! Devo andare a lezione, sono in ritardo! Ci vediamo dopo, Ad." Le parole uscirono dalla sua bocca così velocemente che, prima che potessi capire ciò che aveva detto, lei già stava correndo verso la sua classe. Ridacchiai; Era sempre così maldestra e soprattutto ritardataria, infatti la sua vita era una vera e propria corsa.
Con passo veloce entrai nella mia classe, mi guardai intorno e l'unico posto vuoto era vicino a Max, all'ultimo banco; tutti, e intendo tutti gli anni, io e Max siamo vicini di banco nella classe di biologia. Andai in fondo all'aula prendendo posto accanto a lui.
"E anche quest'anno siamo compagni di banco," disse lui con un sorrisetto compiaciuto, come se la mia presenza fosse più che gradita. "Già... La tradizione continua."
"Hai sentito chi è tornato?" Annuii semplicemente; parlare di lui non mi piace. Neanche un po'. Così stetti zitta e feci finta di prendere appunti per distrarmi.
Ma l'ombra del passato tornò di nuovo in mente, più forte...
Un anno fa
"È tutta colpa tua! Perché li hai chiamati?!" La sua voce non era la solita, era aggressiva, fredda nei miei confronti come non mai.
Le lacrime scorrevano sulle mie guance, il senso di colpa mi stava mangiando seppure so di non avere colpe. "Io non ho fatto nulla, ti giu-"
Prima che potessi finire la frase, lui mi fermò. "C'eri solo tu. È tutta colpa tua se adesso sono qui, e pensare che l'ho fatto per te! Non voglio più vederti!"