11. 𝑴𝒐𝒓𝒆 𝒕𝒉𝒂𝒏 𝒇𝒓𝒊𝒆𝒏𝒅𝒔

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Friends, friends, friends
I know that we're more than

More than friends - Isabel LaRosa

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Charlotte's pov

Mi sentivo un po' in disparte, poggiata al bancone della cucina stando ad osservare il caos della festa ma senza farne parte, senza farmi notare. Era come se non avessi a che fare con loro. Avevo un bicchiere di vetro tra le mani, ma non lo stavo bevendo.

Che schifo l'alcol.

Volevo solo liberarmi dai pensieri nella mia testa questa sera, ma sto facendo l'esatto contrario. Mi sento in colpa per non averlo avvisato, ma allo stesso tempo sono impaurita di ciò che avrebbe potuto fare.

Il telefono vibrò nella mia mano segnando una notifica. Tutto il mio corpo divenne teso all'istante. Anche senza guardarlo, sapevo chi era. Eppure non riuscivo a resistere. Alzai il telefono e il mio sguardo scivolò sullo schermo. Un messaggio da parte di Connor.

C: Dove diamine sei Charlotte? Mi sto incazzando. A casa non ci sei.

Lo sapevo, cazzo. Mi si formò subito un nodo in gola, come un peso. Il mio cuore prese a battere forte e la paura mi paralizzava, quando è incazzato niente lo ferma. Che stupida che sono stata, avrei dovuto avvisarlo anche se non mi avrebbe mai lasciato venire qui.

Con le mani tremanti decisi di rispondergli, è l'unica cosa che posso fare.

Me: Sono a una festa, amore. Scusa, non ti preoccupare torno presto. Ti amo.

Speravo che ciò potesse calmarlo almeno un po', placare la sua rabbia. So che è colpa mia ma non capisco perchè non si fidi di me, dopotutto lui per me è l' unico, come lo è sempre stato. Pochi secondi dopo, il telefono vibrò di nuovo. Avevo persino più ansia di prima ma comunque aprii il messaggio.

C: Non dire che mi ami se non lo pensi e esci senza dirmelo. Torna a casa adesso, o ti giuro, ne pagherai le conseguenze, puttana.

Il battito accellerato del mio cuore rimbombava nelle orecchie, ad ogni parola,ogni lettera potevo sentire la sua rabbia bruciare.

Sentii gli occhi pizzicare, le lacrime minacciavano di uscire, non posso piangere, non qui e non ora. Chiusi il telefono senza rispondere. La paura avvolgeva ogni fibra del mio essere, la frustazione di non potermi sentire libera.

Il messaggio di Connor mi stava ancora stringendo il petto quando un'ondata di ricordi mi travolse. Mi trovavo di nuovo nella sua stanza, un ricordo che avevo cercato di seppellire ma che adesso si ripresentava con addirittura più forza. La luce fioca della lampada, il silenzio rotto solo dai nostri respiri affannosi. E poi, le sue parole.

"Non sei capace di stare senza di me, Charlotte." mi aveva detto con quella voce calma, ma minacciosa, mentre mi teneva stretta, come se volesse farmi capire che avevo bisogno di lui, che non avrei mai trovato un altro che mi volesse così tanto. E io, stupida, avevo creduto in quelle parole e lo faccio tutt'oggi.

Beneath The Scars Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora