Xavier è tornato. Dopo un anno in riformatorio, il ragazzo più temuto della scuola è di nuovo in città, e con lui il suo gruppo di amici.
Addie, una ragazza con un passato difficile che ha imparato a mascherare la sua fragilità. Il passato però, è u...
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Adeline's pov
Oggi, 15 novembre, è il mio compleanno.
Finalmente la festa tanto attesa è arrivata. Finalmente, o magari sfortunatamente, compio diciotto anni.
Mi svegliai prima del solito, un evento raro per me. L'eccitazione mi aveva tenuta sveglia per gran parte della notte, ma nonostante ciò, non mi sentivo stanca. Anzi, il mio cuore batteva con quell'adrenalina tipica delle giornate speciali.
Mi stiracchiai,il pensiero della festa mi fece sorridere. Non vedevo l'ora di trascorrere la serata con tutti i miei amici. Avevo bisogno di una giornata così, una che fosse solo mia, lontana dai pensieri pesanti che a volte si insinuavano senza invito.
Diciotto anni.
Sospirai piano, poi, incapace di restare ferma a causa dell'eccitazione , mi alzai dal letto
Era il mio giorno. E oggi, almeno per oggi, sarebbe andato tutto bene.
Iniziai a vagare per la stanza cercando tutto ciò che mi serviva per prepararmi ad andare a scuola.
Poi qualcosa catturò il mio sguardo.
Sulla mia scrivania, posata con una cura quasi innaturale, c'era una rosa rossa.
Mi bloccai.
Il fiore sembrava un po' stropicciato, come se fosse stato tenuto in mano troppo a lungo. I petali erano ancora morbidi, ma alcuni avevano delle leggere pieghe, piccoli segni che qualcosa o qualcuno, li aveva sfiorati più del dovuto. Accanto ad esso, un piccolo biglietto piegato a metà.
Mi avvicinai lentamente, quasi con esitazione. Chi l'aveva messa lì? Quando? Ieri sera non c'era... ne ero certa.
Qualcuno è entrato in camera mia? Mentre dormivo?!
Con un leggero brivido lungo la schiena, allungai una mano e presi il biglietto. Lo aprii con delicatezza, trattenendo il respiro.
"Buon compleanno."
Due parole, niente di più. Senza nome, senza firma.
Il cuore mi batteva più forte di quanto avrei voluto ammettere.
Fu allora che la notai.
Una busta bianca, appoggiata poco più in là, con il mio nome scritto sopra in un inchiostro scuro.
Una lettera.
La presi tra le dita, sentendo la carta spessa sotto i polpastrelli.
Deglutii, trattenendo il fiato.
Mi feci coraggio e aprii la lettera, il cuore che mi martellava nel petto. Quando estrassi il foglio, notai subito la calligrafia. C'era qualcosa di familiare in quei tratti, come se li avessi già visti da qualche parte...