Adeline Evans, una ragazza con un passato difficile, ormai ha imparato a sopravvivere, mascherando le sue fragilità.
Tutto cio che le rimane è la mamma e suo fratello, Kai, insieme al loro gruppo di amici.
Tutti loro, sono legati da passati complic...
Trova ciò che ami e Lascia che ti uccida -Charles Bukowski
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Adeline's pov
Un lieve bussare alla porta disturbò il mio sonno tranquillo. "Svegliati tesoro, è ora di alzarsi," disse la voce di mia mamma, dolce ma ferma, mentre apriva la tenda, lasciando che la luce entrasse nella stanza e mi arrivasse esattamente sul viso. La voce della mamma era già stanca di prima mattina, e io ero stanca di sentire lei così distrutta. Lei deve occuparsi di tutto, un po' mi sento in colpa, dovrei essere una figlia migliore, soprattutto perché mio padre ci ha abbandonati, rimanendo lei con un peso enorme sulle spalle. Ma era meglio così, almeno non mi ritrovo ogni giorno con lividi diversi, almeno non mi ritrovo tutte le sere a pregare affinché mio padre e mia madre finiscano di litigare.
Ormai tutto era passato, da anni, era questo che mi continuo a ripetere. Ma dopotutto non riesco a smettere di pensare a lui. La mancanza di un padre, di una protezione di una persona da chiamare eroe.
Ma il mio di padre, era tutto tranne che un eroe.
Mi rigirai nel letto cercando di evitare il sole. "Mmh, altri cinque minuti," dissi con voce assonnata, affondando il viso nel cuscino.
"Non hai cinque minuti, tesoro, è il primo giorno di scuola, sbrigati, vado a preparare la colazione." A quelle parole, mi venne voglia di sotterrarmi.
Il primo giorno di scuola è sempre un vero e proprio trauma, fino a 48 ore fa, di mattina l'unico pensiero era quello di andare al mare.
Mi lasciai scappare un piccolo sospiro e mi alzai dal letto quasi come uno zombie.
Appena mi vidi allo specchio quasi mi spaventai del mio stesso riflesso. Avevo dei cerchi neri sotto gli occhi, questa notte non ho dormito molto, e si poteva ben notare.
Maledetti incubi.
Andai in bagno e, come ogni mattina, impiegai tantissimo per prepararmi, occupando il bagno mentre mio fratello Kai bussava disperato per poter entrare e, come al solito, lo ignorai.
"Se non ti sbrighi a uscire da questo dannato bagno, ti giuro che spacco la porta e dopo ti amm-" Aprii la porta nel preciso istante in cui lui stava per finire la frase e roteai gli occhi.
"Non lamentarti troppo, non ci ho messo tanto stamattina," dissi sapendo che in realtà ero stata in bagno un'eternità. Mi lanciò un'occhiataccia come se volesse uccidermi all'istante, stava per ribattere, ma sapendo che sarebbe stato del tutto inutile, prese il mio polso scaraventandomi fuori dal bagno.
Questo è puro amore fraterno, direi.
Scesi velocemente le scale, trovando mia mamma che poggiava i piatti per la colazione sul bancone, per me e mio fratello, dei pancake.