Capitolo 9:un pomeriggio diverso

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Victoria si svegliò presto la mattina seguente, il sole di Torino che filtrava timidamente attraverso le persiane della sua camera. Ripensò al momento in cui, la sera prima, si era allontanata dalla stanza di Kenan, il cuore che le batteva forte. La decisione di uscire era stata impulsiva, ma necessaria: non si sentiva pronta a lasciarsi andare completamente, non ancora.

Mentre si preparava per la giornata, il telefono vibrò sul comodino. Un messaggio da Kenan:

"Ti va ancora di uscire oggi? Ho pensato a un posto speciale."

Victoria sorrise e digitò una risposta rapida: "Sì, a che ora?".

Poche ore dopo, si ritrovarono in un piccolo parco poco fuori città, un luogo nascosto dove la natura sembrava avere il sopravvento sul caos urbano. Kenan la stava aspettando, appoggiato alla sua jeep , con un'espressione rilassata sul volto. Il pomeriggio era fresco, e il profumo dei pini e del muschio riempiva l'aria.

"Non sapevo ti piacesse la tranquillità," disse Victoria, avvicinandosi.

Kenan sorrise, inclinando la testa. "C'è molto che non sai di me, ma pensavo fosse ora di mostrartene un po'."

Si sedettero su una panchina di legno, con la vista che si apriva su un piccolo lago, dove i riflessi del sole danzavano sulla superficie increspata. Per un po', rimasero in silenzio, godendosi il suono del vento e degli uccelli. Poi Kenan si voltò verso di lei, il suo sguardo più serio.

"Volevo dirti che mi dispiace per la serata in hotel. Non volevo metterti a disagio," confessò, la voce morbida.

Victoria scosse la testa. "Non devi scusarti. È solo che... a volte ho bisogno di più tempo per fidarmi delle mie emozioni, tutto qui."

Le parole rimasero sospese tra loro, ma questa volta erano un ponte, non un muro. Kenan fece un cenno di comprensione, e un lieve sorriso curvò le sue labbra. "Capisco. Non c'è fretta, Victoria."

Il pomeriggio passò in un mix di risate e racconti personali. Kenan le parlò della sua infanzia in Turchia, dei sogni di diventare un calciatore e delle sfide affrontate per arrivare dov'era. Lei, a sua volta, raccontò aneddoti sulla sua passione per la musica, dei primi concerti fatti in locali minuscoli e di come si sentisse più a casa sul palco che altrove.

Il sole iniziò a calare, tingendo il cielo di sfumature rosa e arancio. Kenan si alzò per primo e le porse la mano. "Pronta a tornare?"

Victoria lo guardò negli occhi e, questa volta, senza esitazione, accettò la sua mano. "Sì, sono pronta."

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Danza sotto le stelle ~kenan Yildiz~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora