Quel giorno non era mai stato pensato come un giorno decisivo. Non l'avevo pianificato, non l'avevo programmato. Ma la vita, a volte, ti mette davanti a scelte che non puoi evitare, a momenti che definiscono la tua esistenza senza che tu abbia avuto la possibilità di prepararti.
Era una giornata come tante altre. Uscì di casa di nascosto, per comprare le sigarette per mia madre, una delle solite richieste che mi venivano fatte, ma che ormai avevo imparato a fare senza fare troppe domande. Appena fuori dalla porta di casa, il mondo sembrava diverso, più grande, più distante dalla mia realtà familiare. Feci pochi passi, ma invece di dirigermi verso il negozio, mi trovai a camminare verso la casa dei miei amici. Non sapevo nemmeno perché, ma in quel momento avevo bisogno di sentirli, di essere lontano da casa, lontano dalle grida e dalle minacce. Avevo bisogno di sentirti libero, anche solo per un attimo.
Quando arrivai, la situazione non era come me l'aspettavo. C'era un piccolo problema in casa loro, un disguido con qualcosa che non andava. Era una di quelle cose che a prima vista sembrano banali, ma che ti portano a fare cose che non avevi previsto. Senza pensarci troppo, mi misi a dare una mano. Mi sentivo utile, in un posto dove finalmente le mie azioni avevano un senso, dove non venivo giudicato per ogni piccolo errore. Ma mentre aiutavo, il tempo passava senza che me ne accorgessi. Il sole cominciò a calare, e con esso anche la consapevolezza che mi stavo perdendo nel loro mondo, un mondo che, per quanto disordinato, mi dava un senso di appartenenza che non avevo mai avuto.
Quando guardai l'orologio, mi resi conto che era tardi. Un'ondata di agitazione mi pervase. Sapevo che, tornando a casa, mi aspettavano solo più urla, rimproveri, e punizioni. Sapevo che se fossi tornato indietro, sarebbe stato come affrontare la solita guerra. Non avevo il coraggio di farlo. Non volevo più vivere così.
E fu allora che uno dei fratelli, guardandomi negli occhi con un'espressione seria ma comprensiva, mi disse: "Stai da noi. Ti ospitiamo noi." Non c'era esitazione nelle sue parole, solo una certezza che mi fece sentire per la prima volta che forse c'era una via d'uscita. Non mi importava più delle conseguenze, non mi importava di come sarei stato visto. In quel momento, l'unica cosa che volevo era scappare, allontanarmi da tutto ciò che mi aveva schiacciato fino a quel momento.
Confuso, agitato, ma sollevato, presi la palla al volo. Non avevo dubbi, non avevo paura. Quella frase, quella promessa di un posto dove poter stare senza essere giudicato, mi dava una forza che non pensavo di avere. Non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro, ma per la prima volta da molto tempo, avevo l'impressione che qualcosa stesse finalmente cambiando.
Poco dopo, il padre dei miei amici entrò nella stanza. Guardò me, guardò i suoi figli, poi disse con calma: "Fai come vuoi. Se vuoi restare qui, per noi non c'è problema." Quelle parole mi colpirono come un raggio di sole che si fa largo tra le nuvole grigie. Non c'era giudizio, non c'era condanna, solo accoglienza, solo un senso di normalità che mi aveva sempre mancato.
E così, senza guardarmi indietro, decisi che non sarei più tornato a casa. Non quel giorno, e non mai più. Avevo trovato un rifugio, un posto dove non ero solo Marco, il figlio problematico, ma Marco, l'amico che veniva accolto senza pregiudizi. Avevo fatto la mia scelta. Non sarebbe stato facile, ma almeno avevo trovato il coraggio di dire basta, di dire che volevo una vita diversa, una vita che mi rispettasse.
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la luce nel buio
Pertualangan"La luce nel buio" narra la vita di Marco, un ragazzo che cresce in un ambiente difficile, segnato da maltrattamenti e solitudine. La sua vita sembra priva di speranza finché, un giorno, incontra un gruppo di amici che gli offrono il supporto e l'af...