Dopo aver deciso di rimanere a casa dei miei amici, c'era una parte di me che ancora sentiva il bisogno di fare sapere a mia madre dove fossi, o almeno di avvertirla che non sarei tornato. Ma dentro di me, sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta. Non avevo idea di quando sarei tornato a casa, o se mai ci sarei tornato. La decisione di rimanere lì, in quel posto che mi offriva almeno un po' di pace, mi sembrava la sola cosa sensata da fare.
Mi allontanai, cercando di rimanere calmo. Mi trovai davanti a una cabina telefonica, uno dei pochi posti dove sapevo che avrei avuto la possibilità di chiamarla senza essere seguito. La mia mano tremava un po' mentre componevo il numero, ma cercai di non pensarci troppo. Mi serviva solo un minuto, un minuto per dire che non sarei tornato, per prendere il controllo di quella parte di vita che mi aveva fatto sentire prigioniero così tanto tempo.
Quando rispose, il suo tono mi fece subito capire che la situazione sarebbe stata difficile. "Dove sei? Dove ti trovi?" chiese, ma la sua voce era un mix di preoccupazione e rabbia, come se avesse sentito che qualcosa stava cambiando. Io risposi, cercando di mantenere un tono calmo, ma il cuore mi batteva forte. "Ciao, oggi non vengo a casa. Anzi, non so quando ritorno." Non potevo dirle altro, non potevo spiegare completamente tutto quello che stava succedendo dentro di me. Mi bastava quel messaggio per farle capire che avevo preso una decisione, una decisione che non si poteva tornare indietro.
Il silenzio dall'altro capo della linea fu inquietante, ma poi la sua voce tornò, questa volta più alta, più arrabbiata. "Dove sei? Perché non mi rispondi?" Mi chiese ancora, come se volesse strapparmi una verità che non volevo dire. Io, però, non avevo intenzione di tornare a casa, non volevo essere più lì. Così, in modo semplice, dissi: "Mi trovo lontano. Lontano da casa." Non era un posto preciso, ma lo dicevo sperando che non mi cercasse, che non volesse venire a cercarmi.
E con quelle parole, la conversazione si concluse. Non riuscivo a dire altro, e sentivo che era meglio così. Ogni parola che avrei aggiunto non avrebbe fatto altro che complicare le cose. In quel momento, mi sentivo più leggero, ma anche più solo. Avevo fatto il mio passo. Il passo che mi avrebbe portato a una vita che, pur incerta, sentivo più mia. Avevo deciso che non sarei tornato a casa, che avrei scelto di vivere altrove, almeno per un po'. E quella chiamata, breve e glaciale, segnò la fine di un capitolo della mia vita, ma anche l'inizio di un altro.
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la luce nel buio
Pertualangan"La luce nel buio" narra la vita di Marco, un ragazzo che cresce in un ambiente difficile, segnato da maltrattamenti e solitudine. La sua vita sembra priva di speranza finché, un giorno, incontra un gruppo di amici che gli offrono il supporto e l'af...