-Fire-

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La mattina seguente, non appena aprii gli occhi, mi ritrovai mia madre seduta sul letto all'altezza della mia pancia mentre mi accarezzava teneramente i capelli.

-"Scusa tesoro non volevo svegliarti" sussurró togliendo la mano.

-"Cosa stai facendo?" chiesi guardandola con stupore.

-"Nulla, delle semplici carezze tesoro" disse - "Ieri sera hai pianto? Hai tutto il cuscino sporco di mascara" continuò

Sollevai la testa per vedere se ciò che diceva era vero; in effetti avevo chiazzato il cuscino con il mio costosissimo mascara, dato che, la sera precedente, mi ero pure dimenticata di struccarmi.

Grandissima Alexis, davvero.

-"Si lo butteró a lavare, tranquilla mamma" conclusi per poi ributtarmi su di esso.

-"Per quanto mi piaccia vederti dormire, devi andare a scuola tesoro" disse alzandosi dal letto -"preparo i pancakes stamattina! Fossi in te mi sbrigherei a prepararmi, Sam se li mangerà tutti altrimenti!" finì, per poi chiudere la porta di camera mia alle sue spalle.

Ero distrutta, riuscivo a malapena ad aprire le palpebre, figuriamoci se sarei stata in grado di prepararmi e di affrontare un altro estenuante giorno di scuola, senza Matt poi, ancora peggio.

***
-"Mamma posso stare a casa oggi?" chiesi grattandomi la testa e sedendomi su uno degli sgambelli che contornavano la cucina.

-"Non se ne parla" -rispose- "Sam! È pronta la colazione!"

-"Ehi sorellina come ti va la vita? Ti vedo un po' giù" chiese Sam sedendosi accanto a me.

-"Una merda" risposi prendendo la mia porzione di pancakes e tornando in camera.

-"Andatevene tutti a fanculo, vita del cazzo" sussurai tra me e me sbuffando tra una parolaccia e l'altra.
Il ciclo stava arrivando, ne ero certa, ero troppo nervosa.

Non sapendo cosa fare, fui costretta a prepararmi e ad andare a scuola.

***
-"Alexis!" urlò Lia sorridendo e sbracciandosi per farmi cenno di raggiungerla.

-"Ehi Lia..." dissi aprendo il mio armadietto, nel frattempo continuavo a tenere la testa bassa.

-"E-rhm, rhm, ho sentito di Matt...mi dispiace, vedrai che riuscirai ad andare avanti" disse mettendomi una mano sulla spalla.

Chi era? Mio padre?
Oh andiamo Lia.

Non la degnai minimamente di una risposta e andai in classe.

Passai tutte e cinque le ore appoggiata su un braccio solo, nella direzione della finestra a guardare fuori.

***
-"Ehi!....Ehi Alexis!"- Nash mi riportó alla realtà schioccandomi le dita davanti agli occhi.

-"Oh Nash...s-si scusa, mi ero distratta" risposi mettendo i libri dentro lo zaino.

-"Volevo chiederti scusa per ieri, non so cosa mi sia preso, mi spiace..."

-"Tranquillo, acqua passata, ho altro a cui pensare attualmente" dissi uscendo dalla classe.

-"E mi spiace anche per Matt" quasi urlò prima che uscissi dalla stanza.

Non lo badai e mi fiondai fuori da quel manicomio che tutti chiamano "scuola";
ormai non riuscivo più ad andarci, la notte dormivo sempre meno e durante le lezioni non stavo affatto attenta, ero rimasta indietro col programma e tutto per colpa di quel biondino, quel Matt; e adesso che non c'era più mi sarei rimboccata le maniche per recuperare il tempo perso.

Ashtrays and Heartbreaks - Matthew EspinosaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora