XI

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Zayn si risveglia indolenzito e malconcio sul pavimento di quella che, ne é sicuro, é una cella. Delle ultime ore si ricorda solo di aver girovagato per Doncaster in cerca del numero 12 di Oxford street e dopo averlo trovato, il nulla.

Il moro cerca di alzarsi in piedi ma le botte che teme di aver preso glielo impediscono. Gli gira la testa e sente un dolore lancinante al ginocchio destro.

"Cazzo!" impreca e la voce rimbomba tra quelle pareti strette.

É solo, pensa, e non conosce nemmeno il motivo per cui é lì.

Dopo qualche minuto Zayn sente dei rumori di passi e grida provenire dal corridoio davanti alla porta della sua cella. Il moro rimane immobile seduto per terra con la schiena appoggiata al muro freddo di pietra convinto che quelle voci lo stiano per venire a prendere.

Ma non é così, un uomo sulla trentina sbraita qualche parola sconnessa per poi aprire di scatto la cella e scaraventare Liam al suo interno.

"Stronzo! Fammi uscire di qui!" urla Liam tirando pugni contro la porta ormai chiusa. Liam, dopo qualche tentativo di scasso andato male, sospira appoggiando la testa alla porta. Zayn lo guarda in silenzio aspettando che si accorga di lui.

Liam scivola con la schiena sulla pesante porta di metallo arrivando a sedersi per terra. Apre gli occhi di scatto e quello che vede é Zayn.

"Zayn oddio!" esclama preoccupato alzandosi e andando contro il moro.

Zayn si alza a sua volta e apre le braccia, Liam lo abbraccia appoggiando la testa alla sua spalla per poi baciarlo dolcemente sulle labbra.

Zayn per la prima volta in vita sua é felice di vedere un essere umano.

Il bacio di Liam lo ha fatto sorridere più del dovuto.

"Zayn? Che cazzo ti hanno fatto?!" Liam prende tra le mani il viso di Zayn ispezionandolo in lungo e in largo, il moro aveva un lungo taglio lungo il sopracciglio destro e lividi rossastri sulla mascella.

A Liam si mozza il fiato in gola.

"Non lo so, non ricordo." dice il moro strizzando gli occhi.

"Come ci sei arrivato qui?" chiede di nuovo Liam.

"Da solo, mi sono sentito quasi... costretto a camminare fin qui." risponde Zayn grattandosi le tempie pensoso, come se non credesse lui stesso a quello che stava dicendo.

Liam, ammutolito, si allontana leggermente dalla presa del moro sui suoi fianchi. Fa qualche passo all'indietro e si porta una mano alla bocca spalancata. Liam deglutisce e "No, non é possibile." farfuglia a bassa voce.

"Cosa?" chiede il moro stranito.

Liam aveva inconsapevolmente spinto Zayn nelle grinfie delle persone che lo volevano morto e il senso di colpa lo stava divorando.

"Scusami. Scusami, scusami." ripete esasperato Liam tentando di ricacciare indietro le lacrime che, lentamente, gli si stanno accumulando ai lati degli occhi scuri.

"Per cosa? Liam, non capisco." Zayn si avvicina di nuovo all'altro che, come risposta, scappa indietro di nuovo andando a sbattere contro la pesante porta di metallo.

"Sono, sono stato io. Ho detto io a loro dove trovarti, non volevo ma l'ho fatto." confessa Liam con gli occhi ludici, grondanti di lacrime e il viso paonazzo.

Zayn odia avvicinarsi alle persone. Ama avere qualcuno da coccolare ma odia quella sensazione di responsabilità nei confronti dell'altra persona. Con Liam aveva mal pensato di passare sopra a quel fatto, perché Liam gli piaceva, lo faceva sorridere, lo faceva arrossire.

Zayn odia essere tradito, tradisce ma odia essere tradito. Insomma, non si può dire che il moro sia una persona molto coerente in realtà.

Zayn si sente tradito e "Oh." dice con il cuore spezzato e le mani tremanti.

"Scusami." ripete Liam, la schiena schiacciata contro la porta e le mani sudate che cercano un appiglio a cui agganciarsi senza però trovarlo.

Zayn digrigna i denti ed estrae i canini.

"Eri perfetto- comincia Zayn stringendo i pugni -litigavamo sempre e mi piaceva, sei bello, dolce, riuscivi a tenermi a bada anche quando temevo di perdere le staffe. Sei stato il primo con cui ho davvero pensato che, forse, avrebbe funzionato sul serio. Eri perfetto. Perfetto." conclude il moro senza più rabbia nel cuore, solo vuoto e disperazione.

"No, non capisci. Io non sapevo che stessero cercando te!" Liam cerca di rimediare ma Zayn ha già smesso di ascoltarlo.

Rimane immobile in un angolo della cella in un muto silenzio che strazia l'anima di Liam più di mille parole. Lo sguardo vuoto é fisso sul pavimento e nella testa solo le immagini di quegli ultimi mesi insieme a Liam.

Zayn é deciso a cancellarne ogni singolo ricordo.

We should live until we dieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora