Capitolo 23

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Milano... in viaggio verso il lago di Como…

Mentre il sole esitava a lasciare spazio alla luna, e i giovani affollavano le piazze di Milano, Ignazio si metteva in viaggio con la sua Mini color puffo comprata appena qualche giorno prima per dirigersi verso casa di Bianca.
Parcheggiò sul marciapiede proprio accanto al portone; prima di scendere si diede un'ultima occhiata dallo specchietto retrovisore sistemandosi la cravatta, poi si schiarì la voce e canticchiando uscì dalla macchina. Nell'aria non c'era più l'afa dei giorni precedenti, di tanto in tanto il vento soffiava fresco scompigliando il suo ciuffo arruffato, rendendolo ancora più bello.
Era la giornata perfetta per invitarla a cena fuori, pensò Ignazio dandosi un'ultima schiarita alla voce. Suonò il campanello; dopo qualche secondo di attesa Bianca scese dalle scale lasciandosi ammirare. Aveva lasciato i suoi biondi capelli sciolti, fluenti, leggermente ondulati. Aveva indossato il vestito più elegante che aveva: blu, con le maniche di pizzo e lo scollo a cuore; aveva messo un tacco nero alto per mettere in evidenzia le sue belle gambe, abbinato alla pochette con le paillettes blu.
Ignazio vedendola rimase a bocca aperta, e se Bianca non lo avesse baciato, gli sarebbe di sicuro entrata qualche mosca.
"Sei stupenda" le sussurrò sfiorandole la guancia e facendola sussultare. Il respiro di Ignazio sul suo collo le dava sempre quella stessa bellissima sensazione, proprio come la prima volta al ristorante quando l'aveva conosciuto.
Si diressero verso l'auto e lui le aprì la portiera dicendo: "signorina" e facendo cenno con la mano di entrare.
"Grazie signore" disse Bianca sorridendo.
Ignazio dietro a quel suo fare scherzoso a cui aveva abituato il pubblico in realtà sapeva essere molto dolce e galante, ma preferiva nascondere quella dolcezza e quella galanteria. Voleva riservarla soltanto alla persona giusta e adesso quella persona era Bianca.
Erano diretti al lago di Como; il tragitto fu un po lungo, ma rilassante: gli occhi luccicanti, una mano sul volante e l'altra intrecciata alla sua, lo sguardo diviso tra la strada e lei, il corpo e l'anima completamente distanti, perché nei pensieri lui si trovava a Bologna, nel ristretto spazio della doccia, i loro corpi abbracciati, e mille emozioni invadevano i loro cuori.
Era stata la volta più bella della sua vita, forse, perché per la prima volta c'era la persona giusta al suo fianco.
Da sottofondo, a basso volume, a fare da cornice a quel quadro, You and I di Stevie Wonder.
Parcheggiarono davanti al ristorante proprio vicino al lago di Como, uno dei posti più romantici. Restarono qualche minuto ad osservare dalla macchina ciò che c'era davanti.
La luna rifletteva la sua luce rubata dal sole in quel lago, illuminandolo insieme alle stelle. A circondare quelle acque calme, in lontananza, mille finestre accese brillavano insieme ai lampioni formando un universo stellato sulla terra. Al centro sorgeva alto un campanile con una luce più luminosa delle altre rubando la scena; dietro di loro le montagne facevano da padrone a quel paradiso terrestre.
"È molto bello qui. Mi sembra di stare in uno di quei film in cui alla fine dopo mille difficoltà, i protagonisti riescono a vivere finalmente felici" disse Bianca appoggiando la testa sul suo petto.
"Adesso siamo noi quei protagonisti, con la differenza che questo è tutto vero".
"Io a volte ho paura che tutto questo finisca, soprattutto quando siamo lontani" disse lei sospirando.
"Bianca io con te mi sento realizzato e poi la vita va vissuta giorno per giorno". Si baciarono.

La struttura del rostorante era molto elegante: l'interno era illuminato da soffuse luci arancioni quasi gialle, simile al colore del tramonto; i tavoli erano disposti ad una distanza giusta fra loro: non molto lontani da farti sentire isolato, ma distanti quanto basta per garantire la riservatezza.
Ignazio aveva preferito prenotare un tavolo all'aperto e si era fatto riservare il terrazzo solo per loro due. Il posto che aveva scelto affacciava dirittamente sul lago: probabilmente era quello il panorama più affascinante dell'intera Lombardia.
Cenarono tranquilli, innamorati, scherzando, sempre con le mani intrecciate come se avessero paura a lasciarsi anche solo per un secondo. Brindarono al loro amore, poi una volta finito, si affacciarono su quel terrazzo e si lasciarono andare a un tenero abbraccio. Mentre si godevano la bella vista,di sotto, vicino al muretto che affaciava sul lago di Como, un uomo povero seduto in terra su uno straccio sporco con il suo carrettino, suonava una musica triste, malinconica e chiedeva l'elemosina ai passanti.
Bianca era lì tra le sue braccia, con gli occhi lucenti di una persona innamorata, contenta per la bella serata, ma la sua espressione non era serena. Prese il suo viso tra le mani, la guardò con gli occhi ancorati ai suoi perché proprio come un barca aveva gettato la sua ancora in quell'azzurro, così profondo, così immenso: lei era la sua immensità. In quel colore limpido, sfumato di grigio, lui si specchiava e ci vedeva il mondo, ma non riusciva a trovare la via d'uscita a quella paura. Paura perché quello stavano vivendo era un sogno e come tutti i sogni, anche quello sarebbe finito. Infatti lui a breve sarebbe ripartito, e l'ultima volta che l'aveva fatto non gli aveva lasciato un bel ricordo.
"Hai paura?" chiese Ignazio.
"C...cosa?", rispose Bianca sorpresa di essere stata letta, capita, compresa.
"Hai paura?" ripeté lui.
"Un po"
"Vieni" disse Ignazio staccandosi da quell'abbraccio e tendendole la mano.
"Dove?"
"Fidati…vieni".
Scesero.
Ignazio la fece accomodare su una panchina e gli ordinò di aspettare. Si allontanò da lei e si avvicinò a quell'uomo con il carrettino che prima stavano guardando dalla terrazza. Bisbigliò qualcosa al suo orecchio, gli diede dei soldi poi la musica triste e malinconica che stava suonando s'interruppe.
Ignazio fece cenno all'uomo di essere pronto e un'altra musica, più familiare, più piacevole cominciò a suonare.
Lui avanzava verso di lei sorridendo e più bello che mai, facendo sorridere anche lei e facendola rilassare.
"Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento. Un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto poi si schiarisce la voce e rincomincia il canto.
Te voglio bene assaj ma tanto, tanto bene sai è una catena ormai che scioglie il sangue din't e vene sai. Vide le luci in mezzo al mare, pensò alle notti là in America, ma erano solo le lampare e la bianca scia di un'elica… ".
Ignazio cantava questa canzone per lei, la stessa che le aveva cantato la prima volta che si erano baciati, e lo faceva incurante delle persone che si fermavano stupiti ad ascoltarlo in questo flashmob improvviso.
Si avvicinò, la fece alzare dalla panchina, l'abbraccio' ancora cantando. Il suo respiro sul suo collo le provocava gli ennesimi brividi, e la sua barba pizzicava dolcemente la sua guancia, facendole increspare la pelle, sempre troppo sensibile ai suoi tocchi.
Le loro bocche si schiusero l'una sull'altra fino a diventare una cosa sola, mentre il vento aleggiava fresco sui loro volti accaldati, rendendoli meno rossi, più discreti e scompigliando i lunghi capelli di Bianca che nascondevano quel bacio davanti a tanti inaspettati testimoni del loro amore. La gente applaudiva e urlava fino a coprire la musica.
"Adesso tutti sapranno che sono tuo" sussurrò Ignazio.
"Ti amo sempre di più".

Ecco terminato questo romanticissimo capitolo? Vi è piaciuto? Siete riusciti a immaginate il posto attraverso la descrizione?
PS: adoro quella canzone soprattutto cantata da lui :)

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