Bologna
Bianca appena fuori dall'aeroporto, prese un taxi, e diede al tassista l'indirizzo che Gianluca le aveva segnato su un foglietto di carta e che lei aveva riposto accuratamente nella tasca dei jeans scuri che indossava.
L'auto si fermò proprio davanti all'abitazione di Ignazio. Quando scese con il suo trolley grigio non stava in piedi per l'emozione. Sapeva che lui non c'era a quell'ora perché Gianluca le aveva detto che andava a vedere una nuova macchina: erano la sua passione dopo la musica e lo sport.
Si avvicinò al cancello: era davvero una bella villetta a due piani. Si sentiva quasi una ladra ad entrare in casa sua senza permesso, ma sapeva che a Ignazio non sarebbe dispiaciuto se a farlo era lei, e poi non poteva tornare indietro, dopo la pazzia che aveva fatto: era andata fino a Marsala a prendere le chiavi e aveva fatto perdere tempo a Piero.
Dopo aver sbagliato un paio di volte ad inserire la chiave nella serratura entrò. Superato il cancello si entrava in un ampio giardino, ben curato e con una vasta specie di fiori piantati tutti intorno al muro che circondava l'abitazione separandola dalle altre. Al centro c'era una piscina, non molto grande, ma abbastanza per divertirsi. Sulla destra, invece c'era un dondolo all'ombra di un albero di limoni e un divanetto con le sedie. Alla sinistra della piscina, addirittura c'era una porta per giocare a calcio con le traverse decorate con i colori della Juventus. L'interno della casa era arredato in stile classico, e in un angolo del salone c'era un pianoforte con un mucchio di spartiti sparsi a casaccio.
Non guardò tutte le altre stanze, ci avrebbe pensato Ignazio dopo.
Cominciò a preparare la sorpresa: aveva pensato di ricreare la stessa atmosfera che lui aveva preparato per lei in quel locale a Milano.
Aprì il trolley, e tirò fuori tutto il materiale. Dopo un'ora era già tutto pronto e si era anche cambiata.
Si accomodò sul divano di pelle bianco mentre attendeva, poi ad un certo punto sentì la porta che si apriva: eccolo era arrivato.
Ignazio tolse le chiavi dalla serratura e lasciò sbattere la porta dietro di sé un po confuso perché avvertiva qualcosa di strano:
"Chi ha chiuso le finestre?"si chiese preoccupato.
Mentre attraversava l'entrata si rese conto che il parquet colore wenge' era cosparso di petali, e nell'aria di sentiva il profumo di una candela all'aroma di ginseng. Seguì la scia di petali, che lo condusse fino al salone.
Il divano era stato spostato all'angolo di una parete vicino al pianoforte, e al suo posto c'era una coperta con tanti cuscini a forma di cuore, e una candela accesa che illuminava dei petali che stavolta non erano sparsi a casaccio: LOVE ME c'era scritto.
Ignazio riconosceva quell'atmosfera e soprattutto riconosceva quella scritta: era la stessa del braccialetto. Si mise una mano sulla testa e l'altra sotto al mento, incredulo: "Bianca" chiamò con tono confuso.
È uno scherzo pensò, ma non era uno scherzo. Davanti a lui c'era davvero Bianca, ed era bellissima. Indossava un lungo vestito rosso con lo spacco, e suoi lunghi capelli dorati erano avvolti in un morbido torchon e tenuti su con una rosa rossa. Era sbalordito, incredulo, gli brillavano gli occhi ed anche a lei. Si abbracciarono e si baciarono con forza, con desiderio, con passione.
"Mi sei mancata, non sai quanto ho sognato questo bacio"
" TI AMO Ignazio"
"non mi basta" disse lui indicando il bracciale. "Love me Live me Follow me".
"For ever" rispose lei.
Non vi seguirono altre parole, solo un'infinita serie di baci. Non avevano bisogno di parole, loro si amavano.
Si lasciarono cadere sulla coperta, parlarono, scherzarono, si coccolarono e si abbracciarono.
Bianca stava osservando il soffitto quando si accorse che Iui la stava guardando in modo buffo. Non ebbe il tempo di dire una parola, che il suo sospetto stava diventando realtà: gli voleva fare il solletico.
"No no no no ti prego, lo sai che lo soffro tantissimo".
Troppo tardi, la sua pelle era così sensibile che bastava sfiorarla, e lei era già a terra a ridere e senza forze per scappare. Cercò di divincolarsi dalla sua presa, ma fu inutile. Solo un baciò lo fermò.
"Te l'ho fatta"disse lei scappando.
Cominciarono a rincorrersi per la casa, ma la sua "sfortuna", se la si può definire così, era stata quella di non conoscere le stanze. Ne apri una a caso, ma era il bagno.
Là non c'era scampo, e tornare indietro era peggio. L'unica via d'uscita era la doccia.
Entrò, ma anche lì, Ignazio riuscì a trovarla. Si trovarono tutti e due in uno spazio così piccolo:
"Non hai scampo"
"L'avevo capito... mi arrendo" disse lei col fiatone.
"Adesso però devi pagare pegno".
Bianca indietreggiò, lui avanzò verso di lei. Indietreggiò ancora, ma incontrò il fresco delle piastrelle. Non poteva e non voleva scappare. Lui era sempre più vicino.
Il suo respiro sul suo collo ancora una volta le provocava brividi lungo tutta la schiena; i loro visi, riuscivano a sfiorarsi col naso. Il cuore aveva preso a batterle come mai prima d'ora.
Quando Ignazio poggiò una mano sul suo fianco sinistro, lei si sentì vibrare come se fosse stata colpita da una scarica elettrica. Si appoggiò da qualche parte, dimenticando che quella era una doccia, e qualunque cosa aveva a che fare con l'acqua. Una pioggia fresca cominciò a bagnare i loro volti accaldati. Adesso il suo vestito rosso e aderente, era diventato ancora più rosso e ancora più aderente, mostrando i suoi seni rigidi. Lui con un delicato movimento della mano le sciolse i capelli e li annuso', stringendola al petto.
A quella distanza era possibile sentire sulla sua pelle che era abbastanza eccitato, e di certo non sarebbe bastato qualche bacio a placare la sua voglia, e nemmeno a lei.
Lasciarono che le loro labbra s'incontrassero. Le loro lingue si inseguivano in un lento passionale, si muovevano dolcemente e lentamente per assaporare ogni secondo di quel piacere, di quella voglia.
L'acqua continuava a scivolare fredda sui loro corpi, aumentando i brividi, increspando la pelle e facendo fuoriuscire gemiti di piacere.
Si disfarono dei vestiti bagnati e andarono in camera da letto.
L'uno sull'altro si cercavano, si amavano, si desideravano, si stringevano. I loro corpi si toccarono più volte, fermandosi solo per riprendere fiato.
Il contatto fisico che stavano avendo era qualcosa di stellare, qualcosa che forse entrambi non avevano mai provato.Ciao a tutti. Spero che questo capitolo non vi sembri esagerato, perché vi anticipo che non sarà l'unico. Lasciate un commento per farmi sapere la vostra opinione.
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Il Volo: Love me Live me Follow me
FanficLa storia che sto per raccontare è puramente casuale ed è frutto della mia immaginazione. Ho adattato le vite di questi tre meravigliosi ragazzi a quello che più mi ispiravano. Spero di non deludere nessuno. Tutto ha inizio a Milano, città...