Cinque giorni dopo....
Il sole scottava, l'autostrada era deserta, il sedile della Maserati sembrava scomodo quel giorno. Ignazio continuava a muoversi e a girarsi per cercare una posizione più comoda: ogni tentativo fu vano.
Non sapeva perché lo faceva, eppure guidare lo distraeva, lo faceva sentire meglio, libero e padrone della sua libertà, era a suo agio e inoltre lo aiutava a riflettere.
Da quando aveva litigato con Bianca, la sua vita aveva ripreso a scorrere come sempre. Prima di conoscerla gli sembrava perfetta, ma adesso no, a quel puzzle perfetto, brillante, ricco di successi e soddisfazioni mancava un pezzo, e quel pezzo era lei. Adesso che l'aveva conosciuta non poteva farne a meno, perché quando hai conosciuto il piacere di essere innamorato dopo non puoi vivere senza. Adesso che aveva conosciuto il sapore dolce delle sue labbra, con il retrogusto salato della sua saliva non poteva rinunciarci.
I quei cinque giorni che sembravano non finire mai a causa di impegni, lui l'aveva chiamata, messaggiata, ma lei non ne voleva sapere, così adesso il tempo libero lo trascorreva lì, su quel l'autostrada e la sua corsa finiva sempre nello stesso punto: Bologna, casa sua.Ore 19:30, Ginevra aveva appena finito di preparare la cena, e a momenti sarebbe arrivato Gianluca.
La cucina era tutta in disordine e lei era un vero disastro: i capelli puzzavano di frittura di pesce, i vestiti erano sporchi e aveva tutto il viso infarinato.
Non sapeva da dove iniziare, ma decise di fare prima una doccia, d'altronde lei non era abituata a restare in quelle conduzioni.Fece una doccia, indossò un vestito aderente, color silver, che le arrivava appena sopra le ginocchia; aveva una profonda scollatura sulla schiena, e le fasciava la vita, mettendo in risalto il suo seno perfetto. Indossò delle decolté nere della Prada, abbinate agli orecchini con neri con delle perle grigie.
Il trucco era semplice: matita, eyeliner, mascara, ombretto naturale, fard color mattone che s'intonava con il suo incarnato medio-chiaro, un velo di rossetto rosso per evidenziare le sue labbra carnose, ed infine spruzzò infinite gocce del suo profumo preferito: Roberto Cavalli.Impiegò così tanto a prepararsi che non fece in tempo a riordinare la cucina, e il campanello stava già suonando.
Si diede un'ultima occhiata allo specchio, sciolse i lunghi capelli, e li lasciò ondulati sulle spalle
Apri la porta e si ritrovò di fronte a un grande mazzo di rose rosse."Sorpresa" fece Gianluca spostando i fiori dalla faccia.
Restarono alcuni secondi, impalati a fissarsi.
"Che facciamo qui imbambolati sulla porta... vieni ti faccio vedere la casa"
Prese il mazzo di fiori e lo ripose in un vasi sul mobiletto dell'entrata. Lì stavano proprio bene, si sposavano alla perfezione con il rosso Tiziano della parete. La casa era ben arredata in stile etnico, ma lei gli aveva saputo dare quel tocco di eleganza.
"Non spaventarti quando entri in cucina, non ho ancora messo in ordine"
Aprì la porta, e gli sembrò di stare su una pista sciabile: il pavimento era tutto bianco e il piano da lavoro sembrava una montagna di neve, in poche parole c'era farina dappertutto.
"Spero che tu sia più brava a cucinare che a riordinare"
"Ah ah ah divertente... stai tranquillo, ammetto di essere un po pasticciona, ma quello che preparo mi viene piuttosto bene, altrimenti non ti avrei invitato a cena qui.
La mia intenzione non è farti scappare... anzi" disse Ginevra mentre avvolgeva le braccia intorno al suo collo."Stai tranquilla, non scapperei nemmeno se sarei condannato a mangiare surgelati per il resto della mia vita" la rassicurò Gianluca avvicinandosi alle suo viso per baciarla, ma lei lo interruppe.
"Mmh bene... ma potresti sempre cucinare tu"
"Si potrei" rispose lui proprio mentre sfiorava le sue labbra, ma lei lo fermò ancora una volta.
"Ah si! Ma se non sai neanche scaldare il latte"
"Ah e chi te l'ha detto questo?!"
"Ignazio"
"Mmh e da quando parlate di me... dovrei essere geloso?"
"Si dovresti" gli rispose avvicinandosi al suo viso, e stavolta fu lei a baciarlo.
Le loro lingue si inseguivano e si rincorrevano in sintonia, si muovendosi con passione, mentre le mani di Gianluca arrivarono nel suo vestito."Ah no, ho capito dove vuoi arrivare... ma dovrai aspettare... mi devi prima aiutare a mettere a posto la cucina".
Lui non potette fare altro che ritrarre le mani, sfoggiando un sorriso a dir poco malizioso, e la aiutò a rimettere ordine.Erano al dolce quando lui smise di mangiare e cominciò a fissarla con i suoi occhi languidi e profondi. Poggiò i gomiti sul tavolo, si portò le mani sotto al meno, si spose in avanti, vicino alla candela.
La luce metteva in risalto il suo volto perfetto, stavolta un po arrossato, forse per il vino, forse per il calore che emanava la fiamma accesa della candela, o forse per quello che stava pensando; ma il suo sguardo era profondo più del normale e aveva uno strano luccichio negli occhi."Che c'è non ti piace il mio tiramisù"
"Sai che ti dico? Ha ragione Ignazio... io non sono bravo in cucina e non so scaldare nemmeno il latte... ma sono più bravo a fare altre cose"
"Tipo?"
"Tipo questo" rispose con voce roca, alzandosi e avanzando verso di lei.
La fece alzare e la baciò con tutta la passione di cui era capace, la prese in braccio e la portò in camera da letto.
Iniziarono a spogliarsi senza mai smettere di baciarsi.
Pelle contro pelle, bocca contro bocca, battito contro battito; i loro respiri caldi uno contro l'altro, riscaldarono l'aria: la stanza sembrava incendiare.
Furono una cosa sola fino all'alba, in cui stanchi e sazi si addormentarono l'uno nelle braccia dell'altro.
Per la prima volta in vita loro, non fecero sesso, ma solo e soltanto l'amore.La sveglia di Ginevra furono i baci di Gianluca e la sua voce, mentre cantava una canzone di Bruno Marx: talking to the moon.
Come era dolce svegliarsi in quel modo."Amore svegliati, è quasi mezzogiorno"
"Mmh... aspetta ancora un po"
Lui sorrise, era perfetta anche appena sveglia, per non parlare del buon profumo che emanava la sua pelle.
Si piegò su di lei, la baciò sul collo, e cominciò a sciogliere il nodo della vestaglia sexy che indossava.
Pian piano salì, baciandole la fronte, poi scese fino ad incontrare le sue labbra, e stavolta era lei a baciarlo."Sapevo che ti saresti svegliata solo così"
"Dovrai svegliarmi sempre così"
"Mmh... va bene basta che cucini come ieri"
"Ah si ed io che ci guadagnerei?"
"Il dopocena" rispose lui malizioso.
Risero, si abbracciarono, si baciarono, fecero ancora l'amore, poi si alzarono.
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Il Volo: Love me Live me Follow me
Fiksi PenggemarLa storia che sto per raccontare è puramente casuale ed è frutto della mia immaginazione. Ho adattato le vite di questi tre meravigliosi ragazzi a quello che più mi ispiravano. Spero di non deludere nessuno. Tutto ha inizio a Milano, città...