Capitolo 9

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Erano le cinque del mattino e Gianluca non era riuscito a chiudere occhio tutta la notte. Andò sul terrazzo, da lì era possibile vedere il Duomo. Il panorama era fantastico, si affacciò. A quell'ora era possibile respirare un'aria più pulita. Cominciò a volare con i suoi pensieri nei posti più lontani, pensando a Ginevra. Era la prima volta che qualcuno lo rifiutava, voleva una spiegazione. Per quanto si sforzasse, lui non riusciva a trovarla, non la capiva, eppure era stata lei a fare il primo passo. Voleva togliersi solo uno sfizio o era qualcos'altro? Il pezzo della canzone che cantava aveva proprio ragione:
Passeranno primavere, giorni freddi stupidi da ricordare, maledette notti perse a non dormire...
Si erano fatte ormai le sette, Ignazio e Piero si alzarono e scesero per fare colazione ma Gianluca non c'era ancora, così Piero andò a cercarlo nella sua stanza. Quando entrò il letto era intatto, il pigiama ancora piegato sulla poltroncina e lui non c'era. Notò che la finestra che portava al terrazzo era aperta e uscì fuori.
"Ehi Gianlu che ci fai qui a quest'ora?"
ohi Piero buongiorno, veramente non ho dormito proprio"
"Ginevra?"
"Purtroppo si"
"Senti forse non sono io il più adatto a darti consigli, ma secondo me l'amore ti deve far stare bene e se non lo fa si vede che non è amore. Lasciala stare, il mondo è pieno di ragazze che ti stanno aspettando qua fuori e tu ti incaponisci proprio con lei! We are young come direbbe Ignazio NOH!?"
Piero era riuscito a fargli spuntare un sorriso ma non lo aveva convinto. "Hai ragione, ma non posso chiudere senza una spiegazione, nom posso mi capisci?"
"Va bene io ci ho provato. Adesso però andiamo a fare colazione che ho fame" disse Piero per sollevargli il morale.
Scesero giù, Ignazio aveva già prenotato. "Buongiorno Gianluca, ma dove stavi?"
"Ero andato a prendere una boccata d'aria sul terrazzo"
"Va bene mi accontento di questa spiegazione, ma si vede che non hai dormito. Ah Piero io comunque non vengo a correre oggi, sai ESCO con Bianca!"
"Eh deve essere una cosa seria per non correre eh!? Ma vabbene tanto mi fa compagnia Gianluca"
"Nono stamattina non vengo neanche io"
"Ma perché tu non devi uscire con Bian" rispose Piero scherzando
" NOH" rispose Gianluca con un lieve sorriso, "però ho una cosa importante da fare" concluse serio. Piero non aggiunse altro, non ce n'era bisogna, forse sapeva a cosa si riferiva: "vabbene meglio così chiedo a Mia se vuol venire lei" si limitò a rispondere.
Detto fatto. L'ora dopo si ritrovarono in un parco situato nei dintorni dell'albergo. Lei indossava dei leggins neri aderenti che non lasciavano nulla all'immaginazione. Stavano correndo quando lui rimase indietro e per guardarla non vide il palo della luce e ci andò a sbattere contro. "Ahi" urlò all'improvviso. Mia si voltò di scatto e preoccupata corse verso di lui. Aveva preso una bella botta in fronte, non era il caso di continuare la corsa, cosi tornarono indietro. Appena entrati nella sua camera d'albergo, lo fece accomodare sul divano e gli mise del ghiaccio, poi gli ordinò di aspettare e di non muoversi mentre lei usciva a prendere una pomata. Mentre Piero aspettava, pensava che aveva fatto proprio una bella figuraccia, voleva fare lo stupido!? Beh adesso se lo meritava proprio. Dopo qualche minuto di commiserazione lei arrivò, si sedette accanto a lui, gli tolse delicatamente gli occhiali che per miracolo non si erano rotti, e cominciò a spalmare la pomata sul punto dolente. L'odore non era un granché ma l'effetto fu quasi immediato. "Fa male?" disse Mia premurosa
"no non fa mai male se lo fai tu".
Lei sorrise e lui la fissò soffermandosi sulle due pieghette agli angoli della bocca che si formavano ogni volta che sorrideva. Lei si fermò:"che c'è ho qualcosa in faccia?"
"No e solo che... sei bellissima". Lui le accarezzò i capelli, si avvicinò con gli occhi intorcigliati ai suoi, le loro labbra sempre più vicine.si baciarono. Le loro mani si muovevano spontaneamente su ogni lembo di pelle, non riuscivano più a controllarle. I loro cervelli avevano smesso di inviare segnali, adesso era il cuore a comandare e quindi c'era da preoccuparsi. Improvvisamente erano l'uno sull'altro: i respiri affannati, i capelli scompigliati, la camicia di lei sbottonata, le mani CHE vagavano ansimanti alla ricerca di pelle da toccare. "Sono sei anni che aspetto questo momento" disse Piero con voce roca di desiderio mentre la baciava e sentì le labbra di Mia sulle sue disposte a formare un sorriso. "Che c'è ti piace l'idea che io abbia sofferto in tua assenza!?"
"Certo che no" rispose lei mordendogli dolcemente il labbro inferiore. Il divano era troppo stretto per due persone così caddero. Si spellicarono dalle risate solo che lui era ridotto maluccio: adesso aveva un morso e ben due bernoccoli sulla fronte e non sapeva se a stordirlo erano i bernoccoli o i suoi baci. Ma una cosa era certa: quando stava con lei gli accadevano sempre cose strane.

Sicuramente troverete dei piccoli errori che non sono riuscita a correggere perché questa App fa i capricci. Scusate, anche perché il capitolo forse è un po noiso, ma vi prometto che il prossimo sarà più interessante. Comunque faccio un grandissimo grazie a quelle persone che fanno mi piace ad ogni capitolo.

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