Capitolo 29

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Due giorni dopo… casa Sorrentini

Erano le tre del mattino e Bianca non riusciva a dormire.
Dalla finestra della sua camera, attraverso il tessuto leggero della tenda color panna, si vedeva una falce di luna crescente, che spuntava nell'ombra blu della notte serena, ma senza stelle.

Aveva visto quel spicchio di luna milioni di volte nella sua vita, ma quella volta ebbe un significato diverso per lei. Quella forma sottile, le sembrava un piccolo germoglio, che notte dopo notte, seguendo le sue fasi lunari, si sarebbe trasformato in una barca, fino a diventare un cerchio luminoso: quella volta le parve di vedere la figlia della notte.
La notte aveva fatto l'amore col sole, che baciandola al tramonto aveva generato una vita: la luna.
In quel momento, lei si sentiva la notte, ed Ignazio il suo sole.

La sua mente volava anni luce, con pensieri che forse non avevano senso; ma sapere che una nuova vita nasceva dentro di sé, la portava a pensare al principio delle cose, a come erano nate.

Accanto a lei c'era Ignazio, che dormiva beato e stanco dopo il viaggio in aereo: era arrivato nove ore prima dalla Svizzera.
Appena era venuto a casa sua, avevano dato la notizia della gravidanza ai genitori di Bianca. Inizialmente, erano un po confusi, non se l'aspettavano, insomma si erano appena dichiarati ufficialmente fidanzati e non pensavano che ci fosse anche dell'altro.
Credevano di non aver capito bene, ma poi, quando avevano messo a fuoco tutta la vicenda, non avevano potuto fare altro che complimentarsi.
Ovviamente, i suoi avevano messo subito in chiaro che lei non doveva abbandonare l'Università, dato che i risultati che aveva ottenuto finora, erano più che gratificanti.
Di preciso era stato Ignazio a dare la notizia, dopo essersi presentato come fidanzato ufficiale.
Lo aveva fatto di fronte a un buon bicchiere di vino e degli ottimi pasticcini, che lui stesso si era preoccupato di portatare.
Le aveva tenuto la mano tutto il tempo per rassicurarla: era stato delicato, presciso, paziente, in una sola parola, perfetto.
I suoi genitori dopo la cena, gli avevano detto che se voleva, poteva restare a dormire li; lui era appena tornato da un faticoso viaggio e non era il caso di guidare fino a Bologna. Gli avevano anche fatto preparare la stanza degli ospiti dalla loro donna di servizio, ma lui aveva preferito dormire in camera con Bianca.
Avevano parlato di come si sentivano.

Ignazio le aveva confessato che all'inizio era un po spaventato, ma che più passavano i minuti e più ci pensava, si sentiva pronto ad affrontare la situazione: lui padre.

Aveva sempre immaginato che un giorno lo sarebbe diventato, ma pensare che quel giorno era più vicino di quanto si aspettasse lo spaventava, ma non per lui. Lui amava Bianca e stava già iniziando ad amare quell'esserino che stava crescendo dentro di lei. Già si vedeva con una piccola creatura in braccio, già si vedeva insieme a Bianca e al bambino, mentre lo aiutavano a spegnere la candelina al suo primo compleanno, già si vedeva mentre lo accompagnava al primo giorno di scuola e gli insegnava tutte le cose che aveva imparato dalla vita. Già si immaginava quando avrebbe portato lui e sua madre in giro per il mondo ai suoi concerti, già s'immaginava mentre gli insegnava a suonare il pianoforte, e tutti gli altri strumenti che aveva suo padre. Pensava addirittura al fatto che Bianca si sarebbe potuta trasferire a casa sua a Bologna, e avrebbero potuto vivere lì, così quando lui tornava dall'estero non avrebbe fatto avanti e indietro con la macchina.
Nel pomeriggio aveva anche chiamato la sorella Nina, e non era riuscito a trattenere la notizia di diventare padre. Anche lei all'inizio era un po sconvolta, ma poi si era entusiasmata all'idea di diventare zia. Gianluca e Piero erano felici per la notizia, e si erano già offerti come possibili padrini per il battesimo, nel caso in cui fosse nato un maschietto.
L'unica cosa che lo preoccupava era il suo stile di vita, al novanta percento incompatibilie con il fatto di diventare padre; ma lui si aggrappava con tutte le sue forze a quel dieci per cento.

Dopo aver parlato, si sdraiò sul letto e abbracciò Bianca con tutta la tenerezza che aveva invaso il suo corpo, poi si addormentò con una mano che gli accarezzava la pancia, come per voler toccare suo figlio.

I minuti passavano e Bianca era ancora sveglia. Aveva un leggero fastidio alla pancia; non ne aveva parlato con Ignazio, ma aveva già prenotato una visita dal ginecologo per le 16:00 del pomeriggio, per farsi visitare. Aveva avuto anche una perdita nella mattinata, era un po preoccupata. Sapeva che nei primi mesi era naturale, ma per sicurezza aveva fatto delle ricerche su internet, che avevano confermato quello che si aspettava, ma per quanto riguarda quei piccoli dolori che di tanto in tanto tornavano a tormentarla, non aveva trovato nulla.

Decise di alzarsi per prepararsi una camomilla: le serviva per prendere sonno e soprattutto per calmarla, si sentiva troppo agitata.
Alzò delicatamente la mano di Ignazio dalla sua pancia e l'appoggiò sul suo fianco.
Si fermò qualche istante ad osservarlo, mentre lui allungava l'altra mano alla sua ricerca, tutto addormentato, e si fermò soltanto quando constatò che lei era lì, vicino a lui.
Lo baciò sulle labbra, lui sembrò accorgersene e nel sonno bisbiglio qualcosa di incomprensibile, ma doveva essere qualcosa di bello, perché lei stava per alzarsi ma lui la trattenne con la testa sul suo petto, accarezzandole i capelli.
Restò per qualche secondo ad ascoltare il battito regolare del suo cuore, assaporando l'odore della sua pelle mischiato a quello del profumo Rocco Barocco. La sua testa si muoveva su e giù entrando in sintonia con il suo petto, che si gonfiava e si sgonfiava per respirare.
Si sentiva fiera di lui, fiera di essersi innamorata di un'uomo come lui, fiera di come si stava comportando di fronte a quell'inaspettata notizia, fiera di averlo accanto.
Liberandosi piano dalla sua stretta si alzò.
Fece appena due passi, arrivò vicino alla porta quando quel dolore tornò di nuovo, ma non era come le altre volte, stavolte era più forte, più intenso.
Una fitta la colpiva sotto la pancia, fino a sfumarsi in tutta la zona.
Si appoggiò alla maniglia per non cadere a terra, ma poi quel male ebbe la meglio su di lei.
Si accovacciò sul pavimento, contorcendosi dal dolore.
"Ignazio" riuscì appena a chiamare con la voce interrotta dal dolore.
Lui si svegliò e si alzò di scatto dal letto; preoccupato corse verso di lei.
L'aiutò a sollevarsi e a farla accomodare sul letto.
"Qualcosa non va" urlava Bianca, ormai con le lacrime agli occhi.
"Non voglio perderlo" continuò con la voce che era diventata ormai un sussurro, e con le mani si teneva la pancia come per voler contenere il dolore.
"Non lo perderemo. È nostro figlio... non lo perderemo" cercava di rassicurarla Ignazio, ma poi i suoi occhi furono attratti da qualcosa di scuro e denso che segnava una sottile scia sul pavimento e sulle lenzuola, colorandole di un rosso profondo.
Il terrore trovò spazio nei suoi occhi.

"B... BIANCA TI PORTO IN OSPEDALE... STAI SANGUINANDO" urlava disperato, annaspando alla ricerca di ossigeno e mentre si affrettava a prenderla in braccio per portarla subito via da lì.

Ciao a tutti!!! Cosa pensate di questo capitolo? Cosa succedera al bambino?
Comunque vi avviso che la storia finisce tra poco e mi piacerebbe che le persone che l'hanno letta mi lasciassero un commento per sapere se è piaciuta o non e se avrebbero cambiato qualcosa.

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