Capitolo diciannove.

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Michael's POV

Solo tre giorni fa i ragazzi avrebbero fatto di tutto per avermi, ma adesso farebbero di tutto per evitarmi. Persino Luke ha mantenuto le distanze. Era strano; la solitudine non era qualcosa che provavo spesso. E non mi piaceva.

C'è stato una questione senza pausa sui social media su come io sia "solo un ragazzo adolescente", o "ho bisogno di correggere il mio atteggiamento". Anche Ashton era coinvolto: le persone lo incolpavano delle mie azioni perché loro erano ancora completamente all'oscuro di cosa aveva fatto. Pettegolezzi della nostra relazione viaggiavano in giro poiché Ashton aveva menzionato qualcosa su di noi a letto, cosa di cui non ero al corrente dato il mio umore a quel tempo, e ciò non era per nulla buono. Dopo tutto ciò che è successo dal litigio, non volevo che i miei fatti segreti divenissero pubblici.

Non lasciai la mia camera da letto da quando ero tornato dalla centrale di polizia, non volevo vedere nessuno. Non che loro volessero vedere me. Ero da solo con i miei pensieri, replicando tutti i ricordi che avevo con i tre ragazzi a cui davvero piacevo prima che rovinassi tutto. Realizzai cosa mi mancava davvero di loro: le coccole di Calum, il sorriso di Luke e la lealtà di Ashton.

Una lacrima calda sfuggì lungo la mia guancia al pensiero che probabilmente non riavrò mai più quelle cose.

"Non pensavo che tu avessi delle emozioni." Una voce disse ai piedi della porta della mia camera da letto. Alzai lo sguardo per vedere un Ashton sorridente.

Mi asciugai frettolosamente la lacrima prima di guardarlo, non importandomene più del mio aspetto distrutto davanti al ragazzo."Cosa vuoi?"

"Non sei autorizzato ad essere scortese con me." Ashton sussultò sarcasticamente, facendosi strada più in dentro la mia stanza disordinata. Si appollaiò sul bordo del mio letto, abbastanza vicino da poter parlare in un sussurro, ma abbastanza lontano così che non potesse sentire il mio odore. Chi ha bisogno di una doccia quando tutti quanti sono contro di te comunque? "Stai una merda."

"Grazie."

"I ragazzi ed io ci stavamo chiedendo se uscirai mai di qui," disse Ashton, ammirando la camera disordinata che ho chiamato casa per due giorni.

"Perché importa?"

"Nel caso non ne fossi a conoscenza, le persone hanno davvero roba da fare quando sono in una band." Gli occhi di Ashton erano di nuovo focalizzati su di me adesso, ovviamente godendosi quanto apparivo terribile, Sbuffai, raccogliendo la mia coperta e tirandola più in alto verso il mio petto. "Non te lo stavo chiedendo, devi uscire di qui prima o poi tra adesso e la prossima ora."

Sconfitto ancora una volta, annuii. Così era probabilmente come ogni conversazione sarebbe andata per un bel po' di tempo - e non mi piaceva. Una volta che Ashton si era alzato per andarsene, afferrai il suo braccio e lo tirai di nuovo indietro. "Aspetta."

"Non stai provando a ferirmi di nuovo, vero?" La nonchalance nel tono di Ashton mi fece quasi arrabbiare, ma lasciai andare.

"Voglio solo parlare."

"Parla, allora." Ashton tirò via il suo braccio dalla mia presa con disgusto.

"Mi..."abbassai lo sguardo, tirando ancora più in alto la coperta per confortarmi, "mi dispiace di averti ferito."

"Fisicamente o emozionalmente?"

Mi fermai, non sapendo davvero la risposta. Anche se una parte di me rivoleva Ashton, non ero pentito di averlo tradito. "Fisicamente."

Lui annuì, sorridendo. "Scuse non accettate. Ma hey, stai andando da qualche parte per lo meno." Ashton si mosse verso la porta di nuovo.

"Aspetta," Uscii dal letto per la prima volta in ciò che sembravano anni, a parte per usare il gabinetto ovviamente, e mi sbilanciai al primo passo. Era come se le mie gambe avessero dimenticato come camminare. Il sangue affluì alla testa e mi sentii improvvisamente stordito, macchie nere affollarono la mia vista. Caddi sul pavimento, battendola testa nel farlo.

"Merda, stai bene?"

Ci vollero più di un paio di secondi per riavere la mia vista, ma quando lo feci, la prima cosa che vidi fu Ashton: l'odio nei suoi occhi era sparito. Era pieno di compassione per una volta, qualcosa che avevo visto raramente da quando aveva scoperto il mio tradimento. "No."

"Cosa fa male?"

"I miei..." abbassai lo sguardo, le lacrime ancora una volta che minacciavano di fuoriuscire, ma io le fermai. "I miei sentimenti. Mi manchi, Ashton, cazzo." Le parole scivolarono dalla mia bocca ed io mi pentii istantaneamente di cosa avevo detto.

Ashton si irrigidì al mio fianco, probabilmente a corto di parole. Quando parlò, le sue parole furono una sorpresa: "Mi manchi anche tu."

Alzai lo sguardo, adesso con il mal di testa, e con occhi speranzosi."Davvero?"

Lui sospirò, tirandosi in basso così che potesse sedersi accanto a me. Era coraggioso, considerando che io probabilmente puzzavo terribilmente.

"Sì, mi manca il vecchio te. Quello di cui pensavo di sapere tutto. Quello con cui non mi sarebbe dispiaciuto passare il resto della mia vita."

Guardai in su, scioccato dalle sue parole. "Cosa-"

"Zitto." Ashton mi interruppe, ovviamente non avendo finito. "Ma poi ho scoperto il vero te: l'egoista, disgustoso stronzo." Annuii, senza negare la verità. "Ma ciò non mi ferma dal volere di nuovo il vecchio Michael."

Vedendola mia chance, io sorrisi. "Quello non significa che il vecchio Michael se n'è andato, io sono ancora qui." Diedi una gomitata ad Ashton, la sicurezza che finalmente ritornava.

"Sì, adesso con precedenti penali."

Mi sporsi in avanti, combattendo con il mio mal di testa, e diedi un bacio sulla guancia di Ashton. "Ancora non significa che il vecchio Michael se n'è andato."

Ashton arrossì, guardando in basso. Non voleva che gioissi di questo. "E'qui adesso?"

"Se tu vuoi che ci sia." Baciai di nuovo la sua guancia.

"Lo voglio-" Ashton cominciò, ma fu interrotto dalle mie labbra che vennero in contatto con le sue: nonostante il tempo separate, le nostre labbra si modellarono perfettamente di nuovo, affamate di riprendere da dove avevamo lasciato. Ashton fu quello a chiedere di assaporare di più della mia bocca con la sua lingua, a cui accettai. Le sue labbra erano più ruvide di quello che ricordavo, cosa che apprezzai. Fu solo uno shock quando si tirò indietro. "Io... devo andare."

Guardai Ashton correre fuori dalla camera e sbattere la porta dietro di lui, lasciandomi da solo di nuovo.

***

Dopo aver fatto una doccia ed aver messo qualcosa che non fosse un pigiama, era l'ora di affrontare il resto della band. Sarebbe stato ancora più imbarazzante dopo aver baciato Ashton.

Tenni la testa bassa, puntando alla cucina in cerca di cibo che non fossero biscotti avanzati nella mia valigia. Vivere di quelli e acqua del rubinetto per due giorni aveva finalmente raggiunto la fine ed io bramavo qualcosa di salutare per una volta. Dopo aver trovato il recipiente della frutta, presi quante più mele possibili potessero entrare nella tasca del mio giubbotto, che finirono per essere cinque. Diedi un morso, quasi gemendo per il piacere.

"Non hai mangiato per tutto il tempo che sei stato lì dentro?" Calum disse, ridendo alla scena davanti a lui.

"No." Risposi, continuando a distruggere la mia mela.

Calum rise crudelmente di nuovo, andando via. "Raggiungici nel taxi. Abbiamo uno spettacolo stasera."

Accettando che anche Calum probabilmente mi odia, annuii. "Okay."

"Oh, e prova a non baciare di nuovo Ashton per strada."

***

HO FATTO LA TINTA VIOLA, NON SONO STUPENDI?
A parte i miei fatti personali di cui non interessa a nessuno, how r u all? Io bene ma il mio telefono sta raggiungendo l'altro mondo il che mi sta creando non pochi problemi.
Passando oltre, cosa ne pensate del capitolo di oggi? Michael ha baciato Ashton omg. Ve lo aspettavate? Dehe. D'ora in poi le cose si fanno più... Piccanti? Piccanti.
Okay, i lub u all, che le vostre vite siano gioiose e felici.
xx Claudia.

Torn in three | Malum/Mashton/Muke - italian translation.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora