I ricordi

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Ero seduta a terra affianco al mio corpo mentre diversi uomini del pronto soccorso correvano da tutte le parti per prestare aiuto,ad un certo punto uno di quelli si avvicinò a me,mi prese in braccio e mi portò sull'ambulanza,mi alzai da terra e,seguendo l'uomo con il mio corpo,salii anch'io sull'ambulanza...era un uomo abbastanza anziano,sulla sessantina,aveva occhi azzurri come il ghiaccio e i capelli grigi e bianchi,il suo volto era coperto da numerose rughe ma in fondo la sua faccia emanava qualcosa di dolce e famigliare.

«Resisti Margò..resisti!»disse portandomi la mascherina per aiutarmi a respirare sulla bocca.

«Sono qui,e ti aiuterò!!te lo prometto bambina mia»

Come conosceva il mio nome?!...mi avvicinai a lui per studiarlo attentamente quando lo riconobbi,era mio zio..zio Josh...è da tanto che non lo vedevo,passarono 5 anni dall'ultima volta..mi mancavano i suoi abbracci e le sue parole dolci....zio Josh visse con noi per tanto tempo dopo la morte della sua compagna,una donna bellissima e gentilissima che aveva conquistato il suo cuore dopo il divorzio da mia zia..era distrutto e io cercavo di passare più tempo possibile con lui perché non volevo che restasse da solo per poi essere soffocato dalla tristezza,mi ricordo che passato il primo giorno di superiori tornai a casa e trovai un bigliettino attaccato ad una collana con all'interno la nostra foto con su scritto.."bambina mia,sicuramente avrai già capito chi sono,già lo zio Josh...questi anni con te sono stati semplicemente magnifici,non sapevo che una nipote potessero essere così speciale come lo sei te,so che questa notizia ti spezzerà il cuore ma se ti ho lasciato questa lettera è perché non potrò più stare da voi,infatti ho trovato casa in Italia e mi trasferisco li..sai che non sono bravo con le parole e quindi mi riamane solo questo da dirti...ti ho delusa lo so ma anche se lontani ti giuro che rimarrai sempre nel mio cuore..tu,la nipote più speciale,rimarrai sempre nei miei pensieri.ti voglio bene bambina mia.

Zio Josh» da quel giorno un vuoto invase il mio cuore,pensavo che non avrei mai potuto vivere la mia vita come la vivevo prima con una persona che per me era un grande punto di riferimento.

E ora vedere quella persona,quella che da piccola mi raccontava le storie prima di dormire;quella che mi comprava le caramelle,quella a cui rivelavo ogni mio segreto o dubbio;quella che riusciva sempre a mettermi di buono umore;davanti a me,mi rese felice,come se quei 5 anni separati non fossero nulla.

Mi stava controllando i battiti,avevo paura..sopratutto mi faceva paura vedere tutto in live.

La sua faccia mi fece capire tutto,ero in pericolo..mi attaccò subito dei fili che alloro volta erano collegati a delle macchine e mi fece una trasfusine di sangue perché ne avevo perso tanto,era preoccupato,e questo non mi piaceva.il viaggio durò un eternità fino a quando finalmente arrivammo in ospedale.

«Portatela subito in sala di rianimazione!!!!»urlò zio Josh...sala di rianimazione?!...il mio cuore aveva smesso di battere?!

Due ragazzi del pronto soccorso si diressero con la barella dove era steso il mio corpo verso la destinazione mentre io gli correvo dietro cercando di attirare l'attenzione delle persone.."Margò nessuno può sentirti..rassegnati!!!".

«Un-due-tre scarica!»sentivo urlare costantemente in quella sala.

«Un-due-tre scarica!»e il mio corpo a quella scarica elettrica si alzava come se fossi attaccata a dei fili che un burattinaio comandava dall'alto.

«Un-due-tre scarica!»queste parole rimbombavano nella mia testa..basta!!..ma loro continuavano..basta!..ma niente,sempre più forti erano le urla e sempre più intense le scariche...non mi restò altro che accasciarmi a terra mettendo la testa tra le gambe tirandomi i capelli...basta!,basta!

Dopo svariati tentativi riuscirono a rianimarmi e il mio cuore iniziò a battere normalmente,mi portarono in una camera,la "121",e li mi lasciarono attaccata sempre a diverse macchine,non sapevo che pericoli stavo correndo,ma ero sicura di essere in coma,un infermiera di colore dallo sguardo rassicurante si avvicinò al mio letto dove giaceva il mio corpo e accarezzandomi i capelli mi sussurrò queste parole: «Ok Margò,domani dovremmo operarti e dopo tutto dipenderà da te,dalla volontà che hai per sopravvivere,sei te che deciderai il tuo destino»e se ne andò chiudendo la porta lasciandomi sola con me stessa.

Dovrò operarmi?!...a cosa?!...perché?!..non voglio morire,non ora!!!

Ad un tratto dal corridoio sentii urlare.

«Presto dobbiamo portarla in sala operatoria,emorragia celebrale..PRESTO!»a quelle parole mi alzai di scatto ed uscii dalla mia camera quando vidi sulla barella ricoperta di sangue la mia migliore amica,Emily.

Mi tappai la bocca per bloccare un grido,ma tanto nessuno poteva sentirmi quindi tanto valeva sfogarsi.

«Emily!!!!»urlai avvicinandomi alla barella.

«Che gli è successo,rispondete!!!!»gridai.

«Vi prego ditemelo!!!!»ma gli infermieri continuarono a gridare cose che non capivo e la portarono il sala operatoria,dove io non osai entrare..cadi di nuovo in un pianto terribile,non per la tristezza ma per il pentimento..era tutta colpa mia!!..avevo proposto io di prendere quella strada!!..avevo provocato io l'incidente!!..dovevo pagare io per tutti questo,non loro!!!.

Mi diressi a testa bassa nel salone d'aspetto quando vidi precipitare dentro l'ospedale i miei genitori in lacrime.

«Dov'è mia figlia?!...dov'e Margò!!!!»urlò mia madre alla donna seduta dietro il bancone.

«Chi è lei?»chiese la donna.

«Sono Elisabet Collins,madre di Margò Collins»ripose mamma.

«ah si...sua figlia dopo l'icidente è stata portata in sala rianimazione e ora si trova nella camera "121"»ripose guardando il computer.

«Dobbiamo vederla!!»disse mio padre.

«No mi dispiace ma la ragazza è in coma e nessuno ora può disturbarla»

«In coma?»chiese mia madre aggrappandosi a papà per non cadere.

«Si e ora siete pregati di sedervi e aspettare le risposte del dottore che la sta visitando»

«Mia figlia è in coma capisce?!...in coma!! E lei mi dice di mettermi comoda e aspettare?!..ma vaffanculo!»urlò alla donna attirando l'attenzione di tutti.

«Cara calmati,facciamo quello che dice,andiamo a sederci»disse mio padre portandola su una sedia,mi sedetti anche io al loro fianco stringendo il braccio di mio padre,quando sentii mamma scoppiare in un pianto..«non piangere»..«tranquilla mamma»...«starò bene comunque vada,non piangere»gli dissi asciugandole le lacrime e cercando di frenare le mie...quando ad un tratto un dottore si avvicinò ai miei genitori.

«Siete i signor Collins?»chiese con uno sguardo che non emanava nessuna emozione.

«S-si»rispose mia madre ancora scossa.

«Vostra figlia Margò,è in coma.Il suo corpo è coperto da molte ferite,alcune anche molto gravi come per esempio quelle della gamba destra e alle braccia..abbiamo anche riscontrato un emorragia celebrare,quindi domani la opereremo.»disse in modo calmo e freddo.

«Come la opererete?!»chiese mamma.

«Ci sono possibilità che la mia bambina non si svegli?»chiese a testa bassa papà,a quelle parole mia madre scoppiò e andandosi nuovamente a sedere ricominciò a piangere.

«Vorrei tanto dirle di no,ma sarebbe una bugia»ripose il medico lasciandoci soli tra mille pensieri...non sapevo veramente che fare,ripensai alle parole dell'infermiera.."dopo tutto dipenderà da te","sei te che deciderai il tuo destino"...ripetevo e ripetevo queste parole...fino a quando tormentata dal pentimento,dalla tristezza e dalla rabbia mi addormentai per terra.

Non Lasciarmi.Mai.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora