Cap 35

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Incredibilmente, trovo la porta aperta.
Non è chiusa a chiave.
Forse le guardie erano fra gli uomini che ho ucciso, che sono accorsi appena hanno sentito l'allarme senza aver tempo di chiudere la cella.
Oppure, il prigioniero è così malmesso che non viene neanche considerato in grado di scappare.
Rabbrividisco, e con una spinta apro la porta. Non sono preparata a quello che troverò dentro.
Nella mia testa Dow è un guerriero, forte, solare. È il ragazzo che mi ha cresciuta con il sorriso sulle labbra, senza mai vacillare.
Entro. E per la prima volta nella mia vita, per qualche lungo secondo non riconosco mio fratello.
L'uomo nella cella è completamente nudo. I capelli neri gli ricadono sul volto, unti e aggrovigliati. I muscoli ci sono ancora, ma è molto più magro e con la pelle scavata, ricoperta di ferite.
È tenuto in piedi contro il muro da due catene.
-Dow!- questa volta non perdo neanche tempo a cercare la chiave. Due colpi di spada e mio fratello cade in avanti, dritto fra le mie braccia.
-Dow- ripeto, mentre le lacrime mi sgorgano dagli occhi, questa volta senza controllo. Non posso vederlo così. -Dow.. Fratellone.. Ti prego apri gli occhi...-
Sotto le gocce che cadono dal mio viso sul suo, pian piano inizia a muoversi.
Apre un occhio piano, e per un istante vedo un'ombra di terrore, così insolita in lui che stento a crederci. Poi mi riconosce e passa, e gli occhi tornano a essere semplicemente quelli di mio fratello. Di mio fratello che mi protegge e mi consola, mi aiuta e mi vuole bene.
-Lux..- mormora ancora disorientato, e il suo primo gesto è alzare una mano per asciugarmi le lacrime.
Poi sembra realizzare dove siamo e si solleva di scatto, con un gemito di dolore, guardandosi intorno febbrile.
-Piccola cosa ci fai tu qui?- domanda prendendomi le spalle. Con delicatezza, poso le mie mani sulle tue. -Anche tu per me saresti venuto- dico solo, dolcemente.
Lui mi guarda dritto negli occhi, con quei pozzi blu notte colmi di un così poco familiare terrore. Ma anche della sua dolcezza e fierezza, della preoccupazione e dell'orgoglio che prova nei miei confronti. E mi abbraccia, tremando.
Non l'ho mai sentito tremare per qualcosa diverso da una risata. Ricambio l'abbraccio, cercando di trasmettergli calore e tutto il bene che gli voglio. Come lui ha sempre fatto abbracciando me.
-Sei una sorellina pazza lo sai?- mi chiede, commosso ma allo stesso tempo inaspettatamente divertito -Non avresti dovuto fare una cosa del genere da sola-
-Non è che sono esattamente da sola..- mi blocco. -Oddio Dow, dobbiamo risalire in fretta! Jeis, Ashton ed Alexander stanno combattendo contro i soldati per permettermi di portarti fuori!-
-Jeis?- chiede lui, mentre una nuova urgenza si fa strada nel suo sguardo. Si alza di scatto, ma subito barcolla ed è costretto ad appoggiarsi al muro per stare in piedi.
-Piano, piano- lo placo io afferrandolo per un braccio, notando quando sembri debole. -Prima prendi questi va bene?-
Faccio un fischio a Nive, che è rimasta di guardia alla porta finora, e lei subito si avvicina.
Mi metto a frugare nelle bisacce che ha legate sul dorso.
Dow la sta guardando, incuriosito. -È la tua partner?- chiede, divertito.
-Già- sorrido e la accarezzo sulla testa. -Lei è Nive. Nive, questo è Dow, il mio fratellone-
Lei gli da una leccata sulla mano per salutarlo, e mio fratello sorride. Non è il sorriso smagliante che avrebbe fatto se la avesse conosciuto in altre circostanze, ma sorride.
-Qualcuno vorrà la tua testa per averla portata- ironizza -Già la vorranno perchè sei venuta tu ignorando tutti i divieti.-
-Chi ti dice che me l'hanno vietato?- domando, continuando a trovare in una bisaccia.
Lui scrolla le spalle. -Conosco bene il sistema. E conosco te-
Sorrido. È vero.
Finalmente, trovo le cose che stavo cercando.
-Ecco, tieni- dico, porgendo a Dow una bottiglietta -È un medicinale che ha fatto Alexander. Di da una carica di energia quando sei sfinito. Non dura più di un quarto d'ora, e ha effetto un paio di minuti dopo essere stata ingerita. Quindi bevila subito-
Lui la prende e, senza dire nulla, si limita ad inghiottire, mentre io gli verso una polvere emostatica e cicatrizzante sulle ferite. Poi gli passo il mantello.
-Non ho nulla di più- mi scuso.
Lui scrolla le spalle, apparentemente indifferente, avvolgendoselo attorno alla vita e fissandolo meglio che può. -Me lo farò bastare. Ora sbrighiamoci, il mio lupo è la sopra. E poi andiamo via da questo maledetto posto-
Ha ragione.
Prima di uscire dalla cella però, mi ferma ancora, mettendomi una mano sulle spalle. -Non saresti dovuta venire piccola. Lo sai- dice, guardandomi severo. Io mi mordo il labbro. È preoccupato per me, per quello che ho passato, ma fa comunque male quando una persona a cui tieni ti dice una cosa simile, sembrando quasi irriconoscente. Prima che possa incupirmi davvero, però, mi stringe di nuovo fra le sue braccia.
E questa volta non è l'abbraccio spaurito e tremante di prima. È l'abbraccio caldo e confortevole del mio fratellone.
-Però grazie- mormora nel mio orecchio -Grazie di essermi venuta a prendere. Sei stata bravissima piccola Lux. Te l'ho sempre detto no? Tu hai tanta forza dentro di te. E hai solo iniziato a tirarla fuori sorellina. Sono fiero di te. Grazie-
Annuisco, commossa.
Poi prendo un suo braccio passandomelo intorno alle spalle, mentre con l'altro lui si sorregge a Nive, e iniziamo la lenta risalita verso il cortile e i nostri compagni.
Dow si trascina quasi sugli scalini, mordendosi le labbra. È frustrato. Ha sempre odiato sentirsi impotente.
E ora che il suo partner è in pericolo e sta combattendo per lui, a malapena riesce a salire le scale. Ha passato qualcosa di terribile nelle ultime settimane, eppure pretende da subito di poter usare il suo corpo nel pieno delle forze, per aiutare noi. È una persona incredibile.
Un passo dopo l'altro torniamo verso il cortile, scavalcando i cadaveri che ho lasciato nella discesa.
Man mano che saliamo mio fratello sembra farsi più leggero. Vicino a uno degli ultimi soldati caduti che incontriamo, stacca la mano da Nive e si china per prendere la sua spada.
Gli lancio un'occhiata interrogativa e lui mi fa un mezzo sorriso rassicurante. Non ho neanche bisogno di chiedere per sapere che vuole combattere, se necessario.
E sicuramente sarà necessario.
Alla fine, arriviamo in cima alla scalinata e attraversiamo la porta.
Faccio un rapido sopralluogo alla ricerca dei miei amici.
Jeis sta fronteggiando un numero a dir poco impressionante di avversari, ma se la cava incredibilmente incredibile. È un lupo fantastico.
Poco più in la, Ashton fa schioccare i denti minaccioso cercando di raggiungere dei soldati che però lo tengono a distanza con delle lunghe lance. Non sembrano molto stupiti dal fatto che lui sia il lupo nero, noto perplessa. Ma non ho il tempo di rifletterci ora.
Quando giro la testa verso Alexander, invece, impietrisco. Ha un lungo taglio sulla fronte, dal quale esce del sangue che gli finisce negli occhi, coprendogli quasi totalmente la visuale. Quindi non nota il soldato che lo sta caricando da sinistra.
Non ho neanche il tempo di gridare.
E non mi accorgo neanche del braccio di mio fratello che mi è scivolato dalle spalle.

Wolf's Knights - BrothersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora