GIVE IN TO ME

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"I'm gonna wear you down
I'm gonna make you see
I'm gonna get to you
You're gonna give into me
I'm gonna start a fire
You're gonna feel the heat
I'm gonna burn for you
You're gonna melt for me"
Country Strong - Give In To Me


- Un anno è lungo... -
Di nuovo quel respiro caldo sul collo, di nuovo le sue labbra che le sfiorano la pelle. Di nuovo quella voce suadente.
Stavolta non poteva aspettare. Olivia abbassò il viso per cercare le labbra di Zayn, e le catturò in un bacio, succhiandone il nettare. Lasciò le mani libere di esplorare la pelle calda di lui, dal collo teso su di lei alle spalle ampie, agli addominali contratti.
Le mani di lui arrivarono senza indugi all'orlo della maglia, e le loro bocche si staccarono per il tempo esattamente necessario per permetterle di sfilarla. Si rincontrarono subito dopo, cercandosi avide. Il contatto della sua pelle nuda con il marmo freddo alle sue spalle era piacevole in confronto a quello con la pelle bollente di Zayn.
Olivia poggiò le mani sulle guancie di Zayn, cercando un bacio più profondo, un contatto più intimo. Una mano di lui si era già infilata dentro i jeans, mentre l'altra aveva abbassato una coppa del reggiseno, iniziando a torturare il capezzolo soltanto con i polpastrelli.
Fu lei, frustrata, a sbottonarsi i pantaloni, per permettergli un accesso più facile. Di nuovo, lui si staccò per mostrarle quel ghigno compaciuto. Di nuovo, lei si avvicinò per cercare di catturare di nuovo le labbra piene di lui, ma Zayn si fece indietro. Artigliò con le mani l'orlo dei jeans e con un unico movimento li abbassò finò a terra, liberandola.
Olivia aprì gli occhi di soprassalto, per ritrovarsi sola, ed immersa nell'oscurità.
Kristine dormiva placidamente nel letto accanto al suo, e lei controllò l'orario. Erano le quattro e mezzo del mattino.
Chiuse gli occhi, cercando di combattere ogni istinto che sembrava essersi risvegliato.
Non ce la faceva. Non poteva.
Si alzò di scatto ed uscì dalla sua camera, cercando di non fare rumore. Prese un respiro profondo, ed entrò nella camera di Zayn.
La luce era poca, ma riusciva a vedere il suo viso addormentato, ed il suo torace nudo scoperto che si abbassava e si alzava lentamente.
"Fanculo la promessa." pensò Olivia, avvicinandosi al letto.
Si infilò velocemente tra le coperte, e lo vide aprire gli occhi, assonnato.
La vide e sembrò metterci qualche secondo prima di metterla a fuoco.
- E' un sogno? - mormorò, confuso.
Olivia annuì. - Sì. È un sogno. -
Si avvicinò alle sue labbra, indugiando un secondo prima di poggiarvici le proprie. Lui sapeva di miele, ed era inebriante.
Tracciò lentamente il contorno delle sue labbra con la lingua prima di insinuarla languidamente tra le sue labbra. Zayn rispose al bacio con veemenza, insinuando una gamba nuda tra quelle di Olivia. Le sembrò che la stoffa sottile del pigiama si stesse allargando esponenzialmente, rendendolo una costrizione superflua.
Le mani calde di Zayn le tolsero la maglietta esattamente come avevano fatto nel suo sogno, strappandole un gemito. Olivia sfiorò con le dite le spalle ampie di lui, sentendo ogni muscolo contrarsi al suo tocco, ed il respiro di entrambi accorciarsi finché non dovette lottare per tenere a bada i gemiti. Con un movimento fluido, Zayn le fu sopra, premendo la sua eccitazione contro di lei perché sentisse cosa gli stava facendo. La sentì gemere contro le sue labbra, implorando silenziosamente che la liberasse di ogni singolo indumento che si frapponeva tra le loro pelli nude.
Olivia gli artigliò le spalle, inarcando la schiena.
Le sue dita abili le abbassarono, una per volta, le spalline del reggiseno, facendole scivolare fuori dalle braccia, per poi abbassarlo sull'addome, lasciando il seno libero. Zayn chiuse la sua mano su di un seno, prendendo l'altro con le labbra e stuzzicandolo con la lingua. Di nuovo, Olivia inarcò la schiena, inclinando la testa all'indietro e cercando di continuare a respirare. Un gemito sonoro le sfuggì dalle labbra semi dischiuse. Zayn allungò la mano verso la bocca di lei, e subito le sue dita vennero catturate in un bacio infuocato.
Solleticandole l'addome con la barba, la sua bocca lasciò una lieve scia scendendo fino all'ombelico. La sentì gemere, fremente, di aspettativa. Con un solo movimento le sfilò il pigiama e l'intimo, lasciandola finalmente libera di ogni costrizione. Con una lentezza inesorabile, Zayn posò dei baci infuocati sulla sua pelle, fino a trovare il punto più sensibile, e la sentì tremare sotto le sue labbra.
- Zayn... -
Un sussurro, una richiesta. Una preghiera.
Ripercorrendo lo stesso percorso a ritroso, tornò a prendere possesso delle sue labbra tumide, a giocare con la sua lingua. Sentiva le mani di lei, impazienti, muoversi ferocemente sulla sua schiena, cercando un appiglio per non cadere nell'oblio del piacere.
- Zayn. - implorò, di nuovo, muovendo il bacino contro la sua erezione.
Lui appoggiò la fronte alla sua, puntellandosi sulle mani. La guardò negli occhi mentre, un gesto deciso e morbido, entrava in lei. Poggiò le labbra sulle sue in tempo per catturare un gemito, la sorpresa di sentirlo così vicino, la consapevolezza che il confine tra i loro corpi era una mera illusione. Si mosse leggermente, per darle il tempo di abituarsi a lui. Olivia allacciò le sue gambe ai fianchi di Zayn, per permettergli un'unità più completa. Quando lui iniziò a muoversi, si sentì trascinare via da una marea lenta ed inesorabile, e tutto intorno a lei perse forma e consistenza, tranne la consapevolezza di loro, di un corpo solo, dello stesso respiro.
Lesse nei suoi occhi, nei suoi baci e nel suo tocco che stavano andando alla deriva insieme, che l'avrebbe raggiunta presto. Lo accolse contro il suo petto e lo strinse, mentre lui le stringeva i fianchi con tanta foga da farle male, e le mordeva il collo in quell'ultimo istante in cui erano uno soltanto.



- La colazione! -
Olivia aprì pigramente gli occhi e venì investita dalla luce. Si voltò verso il letto di Kristine, e lo trovò vuoto.
- Sveglia! La colazione! -
La voce di Niall dal piano di sotto le arrivò lontana. L'orologio sulla parete segnava le nove e un quarto. Si mise a sedere, sentendo varie parti del corpo che le dolevano.
Se tutto era andato secondo i suoi piani, pensò, nessuno si sarebbe accorto di niente.
Uscì dalla camera nello stesso istante in cui la porta di fronte si apriva. Trattenne il respiro, incrociando lo sguardo di Zayn.
Lui sembrò scrutarla, guardarle dentro gli occhi alla ricerca di qualcosa. Olivia sostenne lo sguardo, incapace di muoversi. Doveva essere impassibile, non doveva tradirsi. Con un po' di fortuna, sarebbbe andato tutto secondo i suoi piani.
Dopo quella che le sembrò un'infinità, lui accennò al bagno: - Vai prima tu. -
Olivia annuì velocemente, aspettando di essere tra le mura sicure del bagno prima di ricominciare a respirare.



Era stato davvero un sogno, allora, pensò Zayn.
Quando si era svegliato, i ricordi della notte appena trascorsa l'avevano investito come un treno, spingendolo a guardarsi intorno. Eppure, nulla era cambiato nella sua camera, era tutto esattamente com'era quando si era addormentato. Non c'era traccia della notte che ricordava di aver vissuto.
"E' un sogno?"
"Sì. E' un sogno."
Tutto, di quel sogno, gli era sembrato schifosamente reale. L'odore fruttato dei suoi capelli, il suono soave dei suoi gemiti, la morbidezza della sua pelle contro la sua, perfino il piacere che l'aveva travolto, erano fin troppo realistici.
Negli occhi di lei, ora, non c'era niente oltre al solito disprezzo che gli riservava quelle rare volte che si concedeva di guardarlo. Si era aspettato che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, che gli avrebbe dimostrato che era successo davvero, che non era pazzo. Invece, era stato un sogno. Così dannatamente realistico. Uno schifoso sogno che, come gli altri che aveva fatto su di lei, lo avrebbe perseguitato per giorni.


FAR AWAY, SO CLOSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora