LEGO HOUSE

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"I've got ya to keep me warm
and if you're broken I will mend ya and
keep you sheltered from the storm that's raging on now
I'm out of touch, I'm out of love
I'll pick you up when you're getting down
and out of all these things I've done
I think I love you better now"
Ed Sheeran - Lego House


Zayn aspettò pazientemente che Claire e Kristine si preparassero ed uscissero di casa, seduto sul divano.
Erano giorni che pensava a come sarebbe andata quella conversazione, aspettare qualche ora in più per essere solo con lei non gli avrebbe certo fatto alcuna differenza. Inoltre, Olivia si era messa a letto non appena era tornata dall'ospedale, e dopo qualche ora si era addormentata. Claire e Kristine si erano preparate in silenzio per non svegliarla, e lui aveva aspettato sul divano, facendo finta di non essere neanche lì.
In realtà, dentro di lui stavano succedendo cose che non si erano mai verificate prima. Il suo stomaco era chiuso, i palmi delle mani gli sudavano e sentiva il sangue pompare nel cervello. Con Olivia, Zayn non sapeva mai cosa aspettarsi: avrebbe potuto mandarlo via a calci, o avrebbe potuto ascoltarlo e parlargli. Non sapeva mai quale versione di lei si sarebbe trovato davanti quando le andava incontro: era una delle cose che gli piacevano di più in lei. Nonostante questo, lui aveva preso la sua decisione già da qualche giorno: anche se lo avesse sbattuto fuori, non se ne sarebbe andato.
Quando Kristine e Claire finalmente uscirono, prese un respiro e si alzò.
Aprì delicatamente la porta della camera di Olivia, e lei aprì gli occhi non appena lo spiraglio di luce proveniente dal corridoio la investì. Fu lei ad accendere la lampada sul comodino, per vederlo meglio, ma non disse nulla. Lo guardò avvicinarsi con lo sguardo confuso, come se si fosse appena svegliata da un sogno.
- Come ti senti? - chiese lui, sedendosi sul bordo del letto.
Lei lo guardò interdetta per qualche secondo.
- Claire? -
- A pattinare sul ghiaccio con Harry. -
- Kristine? -
- A cena con Niall. -
Olivia annuì lentamente, come a prendere coscienza del fatto che era sola con lui.
- Immagino tu sia il mio babysitter, stasera. - mormorò, calma.
- Diciamo che sono venuto a farti compagnia. -
- Diciamo che sai che non sono la compagnia migliore del mondo. - sorrise amara Olivia.
Zayn le sorrise a sua volta, pacato. - Hai fame? -
Lei continuò a tenere gli occhi bassi, scuotendo la testa. - Ho freddo. - rispose.
Il moro si alzò in piedi e si tolse le scarpe, infilandosi nel letto con lei. La fece appoggiare sulla sua spalla, circondandola con un braccio. Olivia, sempre così riluttante ad ogni piccola dimostrazione di intimità, si lasciò abbracciare e lo strinse a sua volta, mettendosi comoda.
Non sapevano ancora cosa fosse, ma qualcosa era cambiato.
Lei aveva avuto paura di averlo perso, e lui aveva provato il desiderio di non perderla. Qualcosa era decisamente cambiato.
- Non credevo che saresti venuto. - disse lei, atona.
Zayn sospirò, accarezzandole i capelli. - Dovevo riordinare le idee. -
- E lo hai fatto? -
- Sì. -
Olivia alzò la testa per guardarlo, con uno sguardo di curiosità.
- Dovevo cercare un modo per starti vicino senza che tu scappassi. -
- Lo hai trovato? - indagò lei, liberandosi dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi.
Zayn la guardò in silenzio per un istante, cercando di formulare quello che voleva dire nel modo giusto, in un modo che non l'avrebbe spaventata e fatta scappare a gambe levate. Paul l'aveva avvertito che molti prima di lui avevano provato a prendersi cura di lei, ma il loro approccio era sempre stato troppo diretto, e lei era sempre scappata. Dopo la lunga chiacchierata con il fratello di Olivia, Zayn aveva sentito di avere più armi in mani di quante gli altri pretendenti ne avessero mai avute: lui aveva quasi imparato a conoscerla.
- Ci ho pensato tanto. - iniziò - Ma alla fine ho capito che in qualsiasi modo io ci provi, tu sarai sempre sulla difensiva, pronta a nasconderti ogni volta che si presenta qualcosa che ti rende vulnerabile. Quindi l'unica cosa che posso fare è essere onesto. -
Zayn la vide impallidire lievemente, come se si stesse preparando al peggio.
- Io non ti farò mai del male, non ti picchierò, non ti userò, non ti prenderò a parolacce... e non me ne andrò. -
- E se io ti dicessi di andartene? - lo sfidò lei.
- Olivia, ascoltami, perché voglio dirti una cosa che forse nessuno ti ha mai detto prima. -
Lei sospirò lievemente, sostenendo il suo sguardo.
- Tu meriti di essere felice. -
La vide scuotere leggermente la testa, distogliendo gli occhi da quelli di lui. Forse, si disse Zayn, il discorso era partito troppo velocemente, forse era stato troppo diretto, l'aveva colta impreparata. Sapeva che quella era l'unica occasione che lei gli avrebbe mai dato.
- Tu non mi conosci. - la sentì rispondere.
Zayn le prese il viso tra le mani, costringendola a guardarlo. - Devi smetterla di autopunirti per quello che è successo. Devi smetterla di pensare di meritare tutto quello che ti viene inflitto. -
Vide una lacrima sfuggire dal suo occhio e andarsi ad infrangere sulla mano di lui, stretta intorno alla guancia.
Quando la vide piangere, Zayn capì di esserci riuscito: l'aveva finalmente resa vulnerabile. Era penetrato nella durissima armatura che si era messa addosso, ed era arrivato al tenero.
- Perché sei entrata in camera mia nel Somerset? - chiese, sapendo che, se c'era un momento in cui lei avrebbe detto la verità, era quello.
Olivia si morse un labbro, cercando di trattenere le lacrime. - Perché qualcosa mi ha detto di farlo. -
- Qualcosa? -
Lei alzò gli occhi al cielo, tirando su con il naso. - Non lo so cos'era! - pianse - Ma io sono brava a tenere a bada gli istinti, sono brava a stare da sola, e posso rinunciare a tutto, e non cedo mai alle tentazioni... e poi sei arrivato tu e hai mandato tutto a puttane. -
Zayn sorrise, vedendola arrabbiata con sé stessa.
- Sai perché ci ho creduto quando hai cercato di farlo passare per un sogno? - le disse, cercando di tirarla su di morale.
- Perché eri mezzo addormentato? - tentò lei.
Lui scosse la testa. - Perché ti ho sognata ogni singola notte da quando ti ho vista alla festa di Claire. -
Olivia sussultò, piantando gli occhi nei suoi per controllare che stesse dicendo la verità.
- C'era qualcosa in te... qualcosa di buio, malsano e controverso. Terribilmente attraente. - le confessò, fissandola - Ma, sai come vanno queste cose: trovi qualcuno che ti intriga, alla fine riesci a portartelo a letto e il giorno dopo, puff, sparito nel nulla. Tutto l'interesse che hai provato verso quella persona si volatilizza non appena ottieni quello che volevi. -
Olivia corrugò le sopracciglia, e Zayn indovinò che si stesse chiedendo che piega aveva preso quel discorso, e dove volesse andare a parare lui.
Il tono del moro sembrò addolcirsi: - Ma non con te. Perché improvvisamente non eri la stronza che credevo tu fossi. Eri fragile, delicata, spaventata. Quella notte, nel Somerset, quando sei venuta in camera mia, hai dimenticato di portarti dietro la maschera. E io sentivo che non era un sogno perché nei miei sogni eri una stronza, mentre quella notte eri... diversa. Vera. -
- Vulnerabile. - suggerì lei, sussurrando.
- Come adesso. - si avvicinò lui, accarezzandole il viso per portarle via le lacrime.
La sentì irrigidirsi mentre accostava il volto al suo, come se avesse paura.
- E non mi interessa quanto tu abbia intenzione di combattere e di fare finta che era solo del buon sesso e non c'è niente sotto. - mormorò, sfiorandole le labbra - Perché lo sai anche tu come stanno in realtà le cose. Tu mi appartieni. Sei mia. Ed io sono tuo. E non c'è assolutamente niente che tu possa fare per cambiarlo. -

FAR AWAY, SO CLOSEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora