Capitolo 29

204 8 13
                                    

"Siamo arrivati?" ho gli occhi coperti dalla sua pelle morbida e non vedo nulla a parte qualche raggio di luce che filtra dalle sue mani. Non risponde.
"Allora siamo arrivati?" sono una persona curiosa, estremamente curiosa. Ancora nessuna risposta.
"Si può sapere quanto manca?"
"Insomma, chica, abbi pazienza, ci siamo quasi!"
"Non resisto più, dove mi stai portando?"
"Okay, ci siamo" sento le sue dita affusolate spostarsi lentamente dai miei occhi e la luce mi colpisce l'iride, impedendomi di vedere per almeno tre secondi. Poi osservo. Davanti a me c'è una parete rocciosa con degli appigli colorati. Non ci metto tanto a capire di che cosa si tratta.
"Mi hai portata a fare un'arrampicata?" sono sbalordita e terrorizzata allo stesso tempo
"Ebbene sì, mi princesa!"
Non so cosa dire, è stato un pensiero davvero carino, ma c'è un piccolo dettaglio di cui Thomas non è a conoscenza. Soffro di vertigini. Da morire. Ne sono terrorizzata da quando ero piccola. Alla festa di Asia, quando avevamo solo dieci anni, caddi da una di quelle pareti d'arrampicata che costruiscono al chiuso. Ovviamente avevo un'imbracatura, ma questo non sminuisce il terrore che provai. Un'altra volta invece, al parco acquatico, mi costrinsero a salire sullo scivolo più alto e non guardare giù, mentre salivo le scale, era praticamente impossibile. Il resto fu abbastanza tranquillo, se non consideriamo la testata che presi all'interno dello scivolo e il bernoccolo che mi spuntò in fronte.
"Allora, chica sei pronta?" devo temporeggiare
"E gli altri?"
"Altri?"
"Sì, gli altri. Non dovevamo trovarci qui?"
"Oh, no chica, siamo solo io e te" mi sento avvampare
"Che significa?"
"Significa che ho detto una piccola e innocente bugia perché altrimenti non avresti mai accettato" lo guardo con lo sguardo ricco d'odio, per poi sorridere. Ha ragione. Non avrei accettato. E perché? Solo perché continuo a pensare a quell'idiota di Mattia. Dovrei solamente smettere di dargli peso.
"Hai ragione. Per questa volta ti perdono, ma attento a quello che dici d'ora in poi" e gli lancio uno sguardo di sfida
"Okay, okay, princesa"
"E smettila di chiamarmi in quel modo! Mi chiamo Emma!"
"Okay, come vuoi, Emma. Sei pronta?" mi porge l'imbracatura e inizio a tremare. Ho rinviato il discorso solo per pochi minuti, ora che faccio?
"Emma?" la sua voce mi riporta alla realtà "Non avrai mica paura, vero?"
"Certo che no!" altroché se ne ho. Afferro tutto il materiale e mi preparo per la scalata. Non voglio fare la figura della cagasotto con Thomas.
Inizio ad arrampicarmi, con il cuore in gola. Riesco a fare solo pochi metri, poi mi fermo. Ho una paura tremenda, le mie mani tremolanti ne sono una prova. Ho una sensazione di vuoto addosso che mi fa rabbrividire e tutto quello che vorrei fare, è scendere e scappare a gambe levate. Ma si sa, la prima impressione è la più importante e non voglio certo sembrare una sfigata agli occhi di Thomas.
"Allora, come va? Ti piace?" mi limito a sorridere in risposta, ma la mia deve essere più una smorfia, perché dopo pochi secondi Thomas aggiunge
"Chica, tutto bene? Non ti stai divertendo? Sei anche un po' pallida"
"No, sto alla grande" la mia risatina nervosa a fine frase deve togliergli ogni dubbio
"Un attimo, non è che magari qualcuno ha paura?"
"Io non di certo" se, come no. Me la sto facendo sotto.
"Ne sei sicura?"
"Ovvio" mantenere un contatto con il suo sguardo non è affatto facile
"Allora non ti dispiacerà fare una gara con me. Sai, giusto per vedere chi è il migliore" il mio lato competitivo prende fuoco e improvvisamente avrei solo voglia di dimostrargli di cosa sono capace. Sfortunatamente, quella piccola e insignificante cosa chiamata cervello, mi riporta alla realtà e mi ricorda che sono una cagasotto sovraumama.
"Certo, si può fare. Quando vuoi, io sono sempre pronta."
"Ora."
"Ora?" Mi si blocca la saliva in gola
"Sì, ora. Sei sempre pronta, no?"
"Certo che sì, ovvio!" la vocina nella mia testa mi prenderebbe a sberle e io stranamente le darei ragione
"Allora preparati, sto per batterti alla grande!"
Beh, me la sono proprio cercata, questa volta.
"Bene. 3, 2, 1-"
"No." riesco a pronunciare questo monosillabo a malapena
"No cosa?"
"No, non voglio fare a gara"
Thomas mi guarda con uno sguardo interrogativo
"Ho paura"
"Oh, chica, lo so benissimo" un attimo, che?
"Lo sai?"
"Beh, normalmente non tremi come una foglia e inoltre se non avessi paura non stringeresti in quel modo ossessivo l'imbracatura" sposto lo sguardo verso le mie mani e mi accorgo di star stritolando la cintura di sicurezza e il gancio ad essa attaccato. Arrossisco.
"Volevo solo che lo ammettessi, princesa"
"Beh, ora l'ho fatto."
"L'hai fatto, vero. Quindi possiamo continuare e arrivare in cima." CHE?! La mia faccia evidentemente mostra tutto il mio sgomento, quindi, sorridendomi, aggiunge "Ti aiuto io" e si avvicina a me in modo pericolosamente veloce.
"Non credo di resistere" stringo i denti e fingo di star bene, ma no, non è così.
"Invece io penso che tu possa farcela" continuo a tremare, con una sola piccola differenza: ora ho le sue braccia intorno al corpo, perché Thomas si trova proprio dietro di me.
"Sei pronta?"
"No."
"Hai resistito fino ad ora solo per non dover ammettere la tua paura, quindi puoi farcela" effettivamente il ragionamento non fa una piega.. "Conto fino a tre e poi partiamo insieme. 1, 2, 3!" tiro fuori tutto il coraggio che ho in corpo e stringendo gli occhi a fessura, parto. Prima una mano, poi un piede. Altra mano, altro piede. Passo, mano, mano, passo. Mi fermo e guardo Thomas che per arrampicarsi si è spostato al mio fianco. Mi sorride.
"Allora? Non è così male, no?" non che mi stia piacendo, però almeno adesso mi sento leggermente più sicura.
"Diciamo. Avresti potuto trovare qualcosa di meglio da fare."
"Mi princesa, la paura, guardata in faccia, diventa coraggio." Sorrido. È una bella frase, glielo concedo.

***

"Andiamo, Thomas, sei già stanco? Muoviti!" improvvisamente mi sono ritrovata in cima, con Thomas ancora indietro che mi sta raggiungendo. "Beh, questa gara l'ho vinta io, no?"
"Assolutamente no, chica. Ti ho lasciata vincere."
"Non è vero!"
"Sì, invece. E se non fosse per me, saresti ancora in fondo alla parete" mi fa una smorfia divertita, seguita da una linguaccia. Sorrido. È davvero carino.
"Quindi, ti è piaciuto come primo appuntamento?" mi chiede. Tentenno un attimo. Appuntamento? Cosa?!
"Questo non era un appuntamento, mio caro."
"E come lo vorresti chiamare?"
"Beh, ecco.. Uscita!"
"Uscita?"
"Sì, uscita."
"Non ha senso, lo sai?"
"Invece sì. Siamo usciti. Questa era un'uscita."
Thomas ride e io rido in risposta. Effettivamente, ha del patetico, questo nome.
"Uscita." ripete lui "Non è poi così male"
"Non lo è" rispondo.
"Allora adesso torniamo giù, così pensiamo alla prossima di uscita"
"E chi ti dice che ce ne sarà un'altra?"
"Ne sono sicuro."
Sorride. Sorrido. Ne sono sicura anche io.

____________________

CIAO GENTEEEEE

Dopo una vita e mezza, ho aggiornato! Beh, che dire.. ero piuttosto demoralizzata e avevo deciso di non aggiornare più per paura che questa storia non piacesse più a nessuno (la paura, purtroppo, ancora c'è) ma poi, fortunatamente, una mia amica (Cigne sei un tesoro e non so come ringraziarti) ha letto la storia e mi ha scritto di essere rimasta colpita e di apprezzarla davvero e boh, mi sono sentita così onorata e felice, che ho deciso di riprendere a scrivere. Mi raccomando, se vi piace e se volete che io continui a scrivere, lasciatemi un commento. Mi rendereste davvero felice! Al prossimo capitolo,
Eleonora xx

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 23, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Esprimi un desiderio.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora