Il mio cellulare continua a squillare. Non ho idea di chi sia e non mi interessa saperlo. Quello che ho visto mi ha semplicemente distrutta, sono senza parole. Continuo a pensare ai sensi di colpa che ho provato quando ho dubitato di Marco. Dio, sono proprio una stupida. Come ho potuto anche solo pensare di essere meglio di Giulia? Dai, lei è figa, mentre io sono solo una sfigata che si confonde tra la folla. Sapevo che tra me e Marco sarebbe stato difficile ma, ingenuamente, pensavo ce l'avremmo fatta. Ho mille domande che mi frullano per la testa. Da quanto tempo va avanti? Cosa devo fare? Inizio a non sentire più le mani dal freddo che fa. Avrei dovuto prendere il pullman ma sono già le 18:30 e l'ultimo è passato. Non so cosa fare, dove andare, chi chiamare. I miei sono fuori città per una cena con dei clienti importanti e non posso nemmeno chiamarli. Mi secca ammetterlo, ma l'unica cosa che posso fare è tornare a casa di Marco e farmi accompagnare. Mentre mi incammino verso casa, il telefono riprende a squillare.
"Pronto?" La voce mi si spezza ancora prima di finire la parola. Sarà il freddo o le lacrime che continuano a scendere ininterrottamente.
"Emma, dove sei?" La voce di Mattia. Non voglio che mi senta in questo modo, ma non riesco a smettere di piangere.
"Emma? Ci sei?" Non riesco a rispondere, tutto quello che faccio è continuare a singhiozzare cercando di non farmi sentire, inutilmente.
"Emma, stai piangendo? Dove sei?" È più forte di me, non riesco a dire nulla.
"Dimmi dove sei, Em." Non mi aveva mai chiamata così. "Emma, cazzo, rispondimi."
"Sono a casa del mio ragazzo, sto bene."
"Cos'è successo? Ti ha messo le mani addosso? Perché piangi?" Tutte queste domande mi scivolano addosso. Forse, un pugno, farebbe meno male di quello che ho visto.
"Dammi l'indirizzo, ti vengo a prendere." Vorrei davvero starmene da sola, ma sto congelando e non voglio tornare a casa di Marco. Non voglio e non posso.
"Emma, arrivo" la voce di Mattia, piena di preoccupazione, cessa appena chiudo la chiamata. Gli ho dato l'indirizzo, ma ci vorrà almeno un'ora. Per fortuna, ho vissuto qui abbastanza a lungo da sapere che in fondo alla strada c'è un bar.
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"Emma!" Mattia entra nel bar e si avvicina al tavolo dove sono seduta.
"Ciao" riesco a dire. Ho smesso di piangere, ma sento che potrei scoppiare da un momento all'altro.
"Mi dici cos'è successo?" Lo sguardo di Mattia è preoccupato e io sento il magone aumentare sempre di più.
"Non è successo niente."
"Non dire cazzate"
"Possiamo andare a casa?"
"Emma dovresti dirmi cosa succede, non devi-"
"Mattia, ti prego."
"Va bene, andiamo." Saluto i proprietari del bar, credo mi abbiano riconosciuta. Venivo spesso a studiare qui, quando abitavo in zona.
"Mettiti questa, l'ho presa per te. Fa un freddo cane" mi passa una felpa da uomo, credo sia sua.
"Copriti bene, ti porto a casa"
Per tutto il tragitto mi tengo ben stretta a Mattia e cerco di non pensare al freddo. Quando arriviamo davanti casa mia, scendo dalla moto e ringrazio Mattia, avvicinandomi alla porta.
"Emma, vuoi dirmi cos'è successo?" Mattia mi segue e si avvicina a me. Sento le lacrime premere sotto le ciglia e non riesco più a trattenermi. Scoppio a piangere cercando di nascondermi il viso con le mani. Mattia mi abbraccia, forte. Un abbraccio di cui avevo davvero bisogno. Il mio cellulare inizia a vibrare e la suoneria risuona in tutta la via. Cerco di trattenere i singhiozzi.
"Pronto, mamma?"
"Emma, tesoro, ascoltami. Io e papà dobbiamo andare a Milano direttamente, il cliente non ha voluto sentire ragioni. È un problema per te rimanere da sola anche oggi? Torneremmo tra tre giorni, più o meno."
"No, tranquilla mamma, va bene."
"Stai bene tesoro? Hai una voce strana." Non riesco più a trattenere le lacrime. Mattia prende il cellulare dalle mie mani e lo porta all'orecchio, allontanandosi.
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MATTIA'S POV
"Salve, sono un compagno di classe di Emma. Stavamo studiando insieme. Non si preoccupi, va tutto bene. È solo stanca. Ora torniamo a studiare. Stia tranquilla, la tengo d'occhio io." Chiudo la chiamata e torno dove Emma mi sta aspettando. Devo capire cosa le è successo.
"Allora ci vediamo domani" mi dice
"No, Emma. Adesso mi dici che succede."
"Mattia, sto bene, tranquillo" ha gli occhi gonfi per le lacrime. Mi spezza il cuore vederla così.
"Posso entrare con te?"
"Non credo sia il caso... Sto bene, sul serio"
"Non stai bene."
"Sì invece"
"No."
"Sì"
"Vuoi continuare per molto?" Dico ridendo. Lei però, non mi sorride in risposta come al solito. È orribile vederla così.
"Emma, ti prego, fammi entrare" lei è sull'uscio di casa e quando apre di più la porta, capisco che vuole lasciarmi passare.
"Grazie."
"Vado in bagno, scusami" mi dice.
"Certo, tranquilla. Ti aspetto qui." La casa è molto più arredata dell'ultima volta. Sulla parete del corridoio c'è un portafoto enorme che contiene tante piccole fotografie di Emma da piccola. Era bellissima e lo è ancora.
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Sono passati quasi 40 minuti da quando Emma è andata in bagno e ora comincio a preoccuparmi. Mi avvicino alla porta e busso delicatamente.
"Emma? Stai bene?" Non mi risponde. "Emma?" Che fine ha fatto? Provo ad aprire la porta. Non è chiusa a chiave, per fortuna. Emma è sdraiata sul divanetto che è sistemato di fianco al lavandino. Credo stia dormendo. Mi avvicino e la osservo. È bellissima anche con gli occhi gonfi per le lacrime e il trucco sbavato. La prendo in braccio e la accompagno in camera sua. Ci metto almeno dieci minuti a trovarla, questa casa è enorme. Mi sdraio accanto a lei e continuo a guardarla.
Ciao a tutti! Le cose stanno procedendo in un senso diverso ma niente è scontato! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Eleonora
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Esprimi un desiderio.
Teen Fiction"Allora, qual è l'ultimo favore che devo farti?" Sono stanca di questa situazione, un ultimo favore e poi basta. Non dovrò più vedere Mattia. Mai più. "Faresti qualsiasi cosa per togliermi di torno, vero?" Cazzo, sì, farei qualsiasi cosa. "Voglio...