Capitolo 10

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"Spero tu sia contento."

"Guarda che è anche colpa tua!"

"Sei tu che continuavi a punzecchiarmi!"

"Da che pulpito!"

"Non ci voglio neanche pensare. Devo stare con te anche per studiare scienze, come se già non ti vedessi abbastanza."

"Se può consolarti, non fa piacere nemmeno a me. Sei insopportabile e anche leggermente isterica."
Dio, che qualcuno mi fermi.

"Senti, che ci piaccia o no, dobbiamo fare questo lavoro per il prof. Andiamo da me?"

"Te lo puoi scordare, vieni tu a casa mia." Rispondo.

"Come vuoi."

Alla fine delle lezioni andiamo verso l'uscita e vedo che Mattia si dirige verso il pullman.

"Guarda che non ho l'abbonamento, dobbiamo andare a piedi."

"Dio, che sfigata che sei."
Lo uccido. Giuro di volerlo uccidere.

Arriviamo a casa e mentre appendo la giacca all'attaccapanni lo vedo sedersi sul divano.

"Sai, quando un ospite entra nella casa di qualcuno per la prima volta, non fa come se fosse a casa sua."

"Io sono diverso, l'avrai capito, immagino."

Mi sorride e mi fa l'occhiolino.

"Certo, come no. Parliamo di scienze, da dove vuoi cominciare?"

"Non ti interessa sapere il favore che devi farmi? A scienze ci pensiamo dopo."

"Eh, dimmi..."

"Devi parlarmi di te. Non so praticamente nulla, Emma bella."

"Solo Emma, grazie. E comunque non c'è molto da dire."

"Scommetto che ti sbagli. E poi, vuoi il tuo braccialetto o no?"

"Che palle." È davvero insopportabile. "Ti concedo cinque domande"

"Mh, va bene." Si ferma, probabilmente per pensare a cosa chiedere.

"Sei fidanzata?"

"Hai una fantasia assurda, eh? Non ti riguarda, comunque sì."

"Come? Un'acida come te ha trovato qualcuno che la sopporta?"

"Dio, sei un rompi coglioni assurdo, te lo hanno mai detto?"

"Di solito non ne hanno il tempo, gli salto addosso prima."

"Mio dio, sei volgare come pochi. Passa alla prossima domanda, muoviti"

"Come mai ti sei trasferita qui?"

"Per il lavoro dei miei."

"Che lavoro fanno?"

"Sono entrambi avvocati."

"Hai capito la ragazza? Wow"

"Taci. Ti restano due domande."

"Bene... Come mai mi odi così tanto?"

"Sei arrogante, presuntuoso, te la tiri. Devo continuare?"

"No, può bastare."

"Ultima domanda."

"Cos'è che invece ti piace di me?"

Ma che cazzo dici?

"Niente. Assolutamente niente."

"Dai, Emma. È solo una domanda. Tanto non potrei mai vederti come qualcosa di più. Non possiedi i miei standard."

"Ma vaffanculo, va"

"Allora?"

"Non mi piace niente di te."

"Ci sarà qualcosa che non ti dispiace!"

"Beh, segui le lezioni e l'altro giorno a scuola ti ho visto rispiegare il Teorema di Euclide ad Alice. Sei stato gentile."

Non dice niente. Mi guarda. Scoppia a ridere.

"Non ti facevo così sentimentale, bella."

Vaffanculo, Mattia.

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