Capitolo 12

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Il resto della settimana è passato abbastanza velocemente. Ho studiato un po', fatto i compiti e Sabato pomeriggio Marco è venuto a trovarmi. Devo ammetterlo, mi manca davvero tanto passare il pomeriggio con lui e Giulia. Però tutto sommato, a parte quel coglione, mi trovo bene in classe. Ho legato molto con Alice, è una delle poche che mi ispirano simpatia. Abbiamo molte cose in comune, ci piace leggere e ascoltiamo lo stesso genere musicale. L'unica cosa che non abbiamo in comune è che lei ama vestirsi elegante, con gonne e pizzi vari mentre io invece lo odio. Preferisco mille volte un bel paio di pantaloni e una maglietta, ad un vestito. Oggi è lunedi, il giorno che ogni studente odia con tutto il cuore ma, per fortuna, non c'è scuola. Sia lodato chi ha inventato gli scioperi. Tutta questa felicità, purtroppo, è stata rovinata dal messaggio che ho trovato stamattina sul telefono. Mattia ha deciso quale sarà il terzo favore, ed io, non so cosa pensare. Speriamo in bene.

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"Ciao, bella."

"Ciao, ragazzo che non deve chiamarmi in quel modo."

"Insomma, per una volta che penso davvero quello che dico, non dovresti fare la polemica"

"Cosa significa?"

"Sei bellissima, oggi."

"Senti, calma il tuo spirito bollente e placa gli ormoni. Le tue tattiche di seduzione non mi fanno nè caldo nè freddo."

"Volevo solo essere sincero."

Mi accorgo di stare arrossendo e quindi mi giro in fretta e furia, non voglio che si monti la testa. E poi, se arrossisco, non è certo perchè mi piacciono i complimenti che mi fa. Sono fatta così, arrossisco e mi imbarazzo per niente, è più forte di me.

"Hai intenzione di dirmi qual è il terzo favore che devo farti? Ho preso solo sei nella verifica di matematica, ho bisogno del mio portafortuna."

"Mio dio, non penserai che uno stupido braccialetto possa influenzare i tuoi voti a scuola, spero."

"Io penso quello che voglio. Dimmi cosa vuoi che io faccia."

"Devi accompagnarmi al matrimonio di mio padre."

"I tuoi non si sono ancora sposati?"

"È mio padre che si risposa. Mio padre e mia madre sono divorziati." rimango spiazzata, non ne avevo idea.

"Mi dispiace, non lo sapevo"

"Si sono solo separati, non sono mica morti. Non c'è bisogno che ti scusi. In ogni caso, voglio che tu mi accompagni."

"Credo che si possa fare..."

"È sabato questo."

"Non ho impegni, posso venire."

"Perfetto. Ah, devi vestirti molto elegante. Sarà una cosa fatta per bene."

"No, questo mai. Non ho niente di elegante, non mi piace vestirmi in quel modo."

"Bene, allora prendi la giacca e usciamo. Devi comparti qualcosa di decente. Non posso portare con me una mezza stracciona."

"Ma vaffanculo va."

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RINGRAZIO UN MILIONE E MEZZO DI VOLTE TUTTI QUELLI CHE STANNO LEGGENDO LA MIA STORIA, VI ADORO, SAPPIATELO.
Ho cercato di scrivere un po' di più perché tendenzialmente i capitoli che scrivo sono molto corti. Spero vivamente che vi piaccia. Accetto molti consigli. Vi avviso che ho già un'idea generale per come far proseguire la storia. Abbiate fiducia in me, ho in mente qualcosa di bello, non fermatevi alle apparenze e continuate a leggere!
Nel frattempo, vi ringrazio! (Un ringraziamento speciale a Giorgia che mi sprona a scrivere e continuare la storia e a Silvia, la mia consulente personale)
Eleonora

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