Capitolo 14

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"Abbiamo finito?" Mattia mi ha accompagnata fino a casa.

"Sì, come sono finiti i miei soldi."

"Potevi non invitarmi" dico beffarda

"Valeva la pena spenderli, allora" perché dice così?

"Come mai ci tieni così tanto?"

"Non ti credere speciale, Emma. Semplicemente non sapevo con chi andarci."

"Una delle tue tante troiette? Guarda che le voci girano velocemente, pure io che sono nuova sono venuta a sapere la tua fama di sciupafemmine"

"Chi ti avrebbe detto questa cosa?" Lo vedo innervosirsi.

"Si dice il peccato ma non il peccatore, Mattia."

"Sono tutte cazzate."

"E quindi tutte quelle tipe che ti mangiano con gli occhi a scuola?"

"Non so nemmeno la metà dei loro nomi."

"Te le scopi senza sapere come si chiamano?"

"Non mi scopo nessuno." Alza la voce.

"Non è quello che dicono gli altri."

"Non me ne frega un cazzo di quello che dicono gli altri. Sono tutte stronzate. La gente sa solo giudicare e sputare sentenze. E dio, non pensavo ti bastassero delle voci per farti un'idea negativa di me."

"Sei stato tu a dirmi che non avevo i tuoi standard."

"Ironia, Emma. Ironia. E poi, che standard dovrei avere?"

"Non so, di certo non una come me. Non sono come tutte quelle che a scuola non fanno altro che guardarti."

"Che ne sai tu di chi mi guarda? E poi, sentiamo, cos'avresti di male? Guarda che per essere belle non bisogna piazzarsi dieci chili di trucco in faccia o rifarsi le tette pur essendo solo al liceo. Si può essere belle anche acqua e sapone. E tu lo sei." Mi sento avvampare. Come può dirmi queste cose? Nemmeno mi conosce. Questa situazione sta diventando scomoda. Io ho un ragazzo e Mattia non è altro che un compagno di classe che sono costretta a vedere.

"Beh, sarà meglio che tu vada, adesso... Devo ripassare per domani."

"Certo... A domani, bella."

"A domani, Mattia."

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MATTIA'S POV

Dio, cosa mi è saltato in mente? Ho rovinato tutto, sono proprio un coglione. Certe cose dovrei tenerle per me. E poi, nemmeno la conosco. Potrebbe essere una stronza come tutte le altre.
Ma potrebbe essere diversa. Una vocina nella mia testa continua a ricordarmi che è giusto rischiare. Non devi aver paura, dice. Ma come faccio a non aver paura? Come faccio a fidarmi di nuovo?

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EMMA'S POV

La situazione stava degenerando, ho fatto bene a mandarlo via. Continuo a ripetermi questa frase nella speranza di convincermi. I miei non arriveranno prima delle otto, quindi ho ancora due ore libere in una casa totalmente vuota e tutta per me. Chiamo Giulia.

"Pronto?"

"Giuls!"

"Emma, scusa, non ti ho richiamata!"

"Figurati, non c'è problema. Come stai?"

"Bene, grazie, tu? Novità nella nuova scuola?"

"Tutto normale, nulla di nuovo" non ho ancora parlato di Mattia e del bracciale con Marco e Giulia. Non è di fondamentale importanza.

"Giuli, hai sentito o visto Marco in questi giorni? Non mi risponde al telefono. So che è preso con la scuola e lo stage all'ufficio ma speravo di poterlo almeno salutare"

"Ehm, no, non so dove sia." La sua voce si fa tremolante.

"Tutto bene, Giuls?"

"Sì tesoro, senti, devo proprio lasciarti, i miei non mi lasciano in pace un secondo. Ci sentiamo eh? Bacio" e attacca. Non mi lascia mai il tempo di risponderle.

Comincio a ripassare, mi aspetta una settimana piena di verifiche e un duro allenamento con i tacchi. Sono proprio negata.

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Vi prego, non odiatemi. Lo so che questi capitoli sono abbastanza noiosi ma per l'idea che ho in testa sono fondamentali. Abbiate pazienza, ve lo chiedo con il cuore! Un abbraccio,
Eleonora.

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