Capitolo 3

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"Altri duemila migranti sono sbarcati sulle coste italiane, tra poco l' Italia sarà degli africani e non più degli italiani" urlava nel microfono lo speaker radiofonico


- Ma che diavolo va blaterando questo -


"Gli italiani sono una razza superiore non devono mischiarsi a questi, siamo stanchi"


- Sembra di ascoltare un discorso del duce, forse gli italiani non sanno che senza i migranti il saldo delle nascite sarebbe negativo e in poco tempo non esisterebbero nemmeno più gli italiani -


"Ma sentiamo un nostro ascoltatore, sei in linea con Radio Veritas dicci, come ti chiami ?


Ciao sono Matteo Martini


Dicci Matteo cosa ne pensi di questi continui sbarchi ?


Penso che porteranno solo malattie e andranno a rafforzare la comunità mussulmana in Italia, ma l' Italia non li vuole perché sono tutti dei terroristi quelli


Hai ragione Matteo, ma il nostro Ministro della Difesa non vuole autorizzare l' inabissamento di quei barconi"


- Oh mio dio cosa mi tocca sentire, è meglio se spengo questo schifo. Italiani fanno i bravi cattolici, addirittura bigotti, poi quando devono aiutare il prossimo subito vengono a tirare fuori dei discorsi fascisti e razzisti. -


Il professore uscì di casa e salutò il suo amato cane, guardò il giardino innevato completamente bianco, uscì dal cancello che cigolò rumorosamente e salutò Carmen, la domestica. Una donna sulla quarantina, piuttosto rotondetta, di origini Sudafricane, che aveva aiutato da subito il professore offrendosi assieme al marito di tenergli in ordine la casa. Lei chiedeva in cambio al professore solo di prendergli un po' di pane e un po' di carne, che le bastassero per la settimana, ma il professore le faceva la spesa ogni settimana in più le pagava lo stipendio ogni mese e le dava una mano con l' affitto di casa o con le bollette. La donna ringraziava sempre il professore per tutto quello che faceva e gli diceva che si comportava da bravo cristiano, il professore rispondeva che a lui della Chiesa non gliene fregava niente, lo faceva per ringraziarla dell' aiuto che gli aveva sempre dato e perché da sempre era stato abituato a comportarsi in questo modo. Carmen era nata nel 1960-70 , non ne era certa nemmeno lei, ma il giorno era certo, era il 21 aprile. Aveva vissuto come lava latrine nelle bidonville intorno ai grandi centri sudafricani , ma a dodici anni era scappata e aveva cercato fortuna in America. Lì venne maltrattata e umiliata in pubblico più volte , sperava che il razzismo fosse il passato oramai, ma non era così. Un giorno di maggio del 1984 si trovava nella cittadina di New Orleans perché sua nonna, suo padre e sua madre stavano per arrivare in città per andarla a trovare. Salita sull' autobus si mise in fondo, sebbene oramai la legge permetteva ai neri di sedersi ovunque sull' autobus. Sedutasi si mise a leggere sena dare fastidio a nessuno. Alla seconda fermata salirono sul bus quattro ragazzi che iniziarono a chiacchierare tra di loro guardandola, sentendosi osservata scese dall' autobus alla fermata successiva, ma qualcosa le diceva che quei quattro ancora la seguivano. Riuscì però a salvarsi entrando in aeroporto e andando in contro a suo padre, un uomo alto un metro e novantasette con accanto una donnina di un metro e quarantadue, la moglie, e una signora ricurva su di un bastone, la madre. Tornarono a casa con un taxi e si sedettero a parlare del viaggio e di quanto sarebbero rimasti lì. Il padre alla fine annunciò che sarebbero rimasti lì a vivere fuggendo dall' apartheid che vigeva in Sudafrica. Dopo cena sua madre si mise a lavare i piatti, sua nonna si addormentò e suo padre si mise a guardare la televisione, lei uscì in veranda , vide un movimento tra i cespugli, scese per vedere meglio. Si avvicinò senza fare troppo rumore e trattenendo il fiato era terrorizzata, ma incuriosita allo stesso tempo. Non fece in tempo ad avvicinarsi che una mano le chiuse la bocca e un' altra le puntò una pistola alla tempia. Venne bendata, imbavagliata e gettata per terra. Nessuno poteva sentire e quel mostro nascosto nell' ombra abusò di lei, sodomizzandola anche con la pistola. Il mattino seguente la ritrovarono i genitori con un vicino, dopo averla cercata tutta la notte, in stato confusionale che vagava per le vie secondarie della città. Quell' ombra non sarà mai identificata e ancora oggi Carmen vive nel terrore che la possa ritrovare. Il professore camminando pensava, pensava alla lettera, al suo passato e al suo presente. Rifletteva sui sentimenti che più di una volta aveva provato per le ragazze che amava e pensava che era tanto, troppo tempo che non sentiva quell' ebbrezza nel cuore, l' ebbrezza dell' amore. Pensava che se ora avesse incontrato una delle sue muse ispiratrici, l' avrebbe stretta tra le sue braccia e baciata sulle labbra senza diventare rosso, come sarebbe successo un tempo. Era arrivato davanti a scuola quando vide che i genitori di Lamberti lo stavano aspettando sulla soglia della stessa.


- Incominciamo bene- pensò - forse vogliono dirmi che finalmente loro figlio inizierà a studiare, è uno scenario fantascientifico, forse però ...-


- Salve professor Alighieri, possiamo parlarle ? -


- Certamente, ditemi pure -


- Perché non dà bei voti a nostro figlio ? Perché si ostina a dargli insufficienze ? -


- Io non mi ostino a dare insufficienze, diciamo solo che se vostro figlio mettesse l' impegno che mette nel mandare messaggi nelle mie ore nello studio forse avrebbe anche dei sette o degli otto -


- Mio figlio può fare quello che vuole durante le sue ore -


- In realtà è vietato usare dispositivi elettronici come il cellulare durante le ore di lezione -


- E da quando ? -


- Da un po' di anni a questa parte -


- Ah davvero ? Ma che legge stupida -


- Stupida o meno va rispettata -


- Mio figlio tanto non ha bisogno delle sue stupide lezioni di storia, tantomeno di quelle di italiano o di storia dell' arte, sono inutili a cosa servono nella vita ? -


- Beh, a non vivere nell' ignoranza -


- Perché è così brutto vivere nella più completa ignoranza ? -


- Sì e no, ora però dovrei andare, ho lezione, scusatemi -


- Vada, vada , ma si ricordi che non abbiamo ancora finito -


Il professore andò verso le macchinette del caffè , prese un tè , lo bevve velocemente e poi andò in 2°P dove lo aspettava un' ora di lezione di storia. Oramai le vacanze di natale erano dietro l' angolo e sarebbe andato anche alla cena con gli studenti, appena gli avessero comunicato tutto.

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